Enna. Non so quanti ennesi si siano effettivamente illusi che i 30 milioni di euro delle cosiddette scale mobili sarebbero rimasti a Enna. Credo pochi. E se qualcuno lo ha fatto, ne siamo contenti perché vuol dire che esistono ancora gli ingenui e gli idealisti.
La parola di un governatore, allora, non vale nulla? Tutt’altro, anzi per capire la politica e i Presidenti in particolare è sufficiente registrare come vero il contrario di quanto viene affermato e tutto torna.
Scongiurata allora la pietanza in agrodolce che si era ventilata, resta da dimostrare che quanto frettolosamente promesso da Raffaele Lombardo dinanzi allo sdegno dei nostri deputati regionali (e non tutti) sia effettivamente possibile.
Vorremmo per prima cosa sapere, non tanto dal governatore che sa quel che dice e quel che indente fare, ma dai suoi vassalli e dai nostri concittadini che si sono idealmente battuti al suo fianco nei bar e nelle piazze, se veramente credevano che quei soldi sarebbero stati spesi per opere più importanti e urgenti di quella strana invenzione che ancora sale e scende nel nostro immaginario come i peperoni nel nostro sistema digerente.
Intanto, è stato ripetuto a noia che quei fondi erano destinati dal CIPE per i “percorsi meccanizzati” e non per la viabilità ordinaria o per altri sistemi di trasporto, cosicché non si era potuto variare il progetto in guisa di funivia, ovovia, metropolitana leggera, cremagliera e via discorrendo.
Poi, che questi fondi si sarebbero persi (come è stato) se non vi fosse avuto il “contraente certo” entro il 31 dicembre 2009, in altre parole se entro quella data non si fosse pervenuti all’aggiudicazione della gara ad un’impresa.
Ebbene, come è possibile credere adesso che gli stessi fondi possano essere, per le virtù taumaturgiche dello spiritoso di turno, destinati alla “panoramica” o a chissà cosa?
Immaginiamo che questi fondi debbano essere “rimodulati”, e questo normalmente significa attribuire le somme ai progetti che seguono in graduatoria. Ma ammettiamo per un attimo che in Sicilia ognuno (ed il governatore in primis) faccia quel che vuole con i fondi comunitari, non si comprende perché non si possa, nello stesso lasso di tempo concesso (ragionevolmente da qui a fine anno), “rimodulare” un nuovo progetto che preveda parcheggi a raso nella zona Pisciotto e un sistema di collegamenti meccanizzati meno invasivi di quelli ipotizzati, magari meccanizzando le tante scale e vie che da quell’area si diramano verso il centro città; e con i soldi risparmiati risolvere in maniera ragionevole la problematica della SP28, magari mettendo alla prova lo stesso Genio Civile che sembra avere le idee così chiare, se non preveggenti, in fatto di dissesto idrogeologico.
La verità è che non sarà possibile riassegnare quei soldi alla Provincia di Enna visto che dopo quasi un anno dal crollo del viadotto non esiste ancora un progetto sulla Panoramica, né – ad essere realisti – nessun altro.
Pessimisti, malfidati? Sarà allora un caso che l’assessore provinciale ai LL.PP., che non ha sentito il bisogno di dimettersi quando non condivideva la scelta della scala mobile, non pare abbia dato ancora un indirizzo preciso al suo ufficio tecnico, quasi che le tante opere “necessarie e urgenti per la nostra provincia” non fossero che un escamotage per contrastare l’avversario politico e nulla più.
Non si spiegherebbero altrimenti le estemporanee, innovative, “creative” proposte avanzate per la Panoramica al tavolo tecnico, finalmente convocato. Sembra addirittura provocatoria nei confronti di Re Tentenna, che ha bocciato il primo progetto, la proposta di una galleria che attraversi la montagna dalla panoramica alla “San Calogero”, la zona notoriamente meno stabile del circondario!
Come un cattivo giocatore di poker, l’assessore e l’intero MPA che in quei frangenti drammatici ha fatto una vera battaglia per non realizzare l’opera, rischiano adesso di vedere scoperto il proprio bluff. No Martini, no party. Niente progetti, niente soldi.
Ma pensate che l’assessore provinciale, il suo ineffabile referente regionale e quanti della stessa squadra si sono prodigati in tal senso faranno una piega? Il loro mandato era chiaro ed inequivocabile ed è stato assolto, e solo gli ingenui e gli sciocchi non l’hanno capito.
Cosa diranno adesso le migliaia di concittadini che hanno gioito alla notizia? Loro, involontariamente allineati con l’Autonomia, sono contenti così: l’importante è che non si facciano le opere ideate dal Barone rosso, che evidentemente non può fare a meno di pensare in proporzione alla propria mole, così come loro per lo stesso motivo non possono pensare che in piccolo.
Il resto non conta. Come per i capponi di Renzo.
“Lascio poi pensare al lettore, come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe, a capo all’in giù, nella mano d’un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto per la mente. Ora stendeva il braccio per collera, ora l’alzava per disperazione, ora lo dibatteva in aria, come per minaccia, e, in tutti i modi, dava loro di fiere scosse, e faceva balzare quelle quattro teste spenzolate; le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura.”
(A.Manzoni, I Promessi Sposi, cap.III).
Q – Giorgio L. Borghese
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Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.
pubblicato il 27 ottobre 2009