Enna. Notoriamente il panettone è una delle due scadenze indicate dagli opinionisti più o meno di valore per le amministrazioni in crisi. La mia estrazione siculo-bonearense non mi permette di essere fra i primi ma non mi impedisce di usare l’espressione: il presidente Monaco potrebbe non mangiare il panettone.
I segnali premonitori ci sono tutti. Atto primo. Il gruppo dei consiglieri provinciali del PdL “lealista” si è detto compatto nel manifestare il proprio sostegno… all’on.le Leanza! È ben strano che sia stato scelto l’onorevole regionale come riferimento e non il Presidente della Provincia; ed è ancor più strano che di questo gruppo di sostenitori faccia parte anche il presidente del Consiglio Massimo Greco o per lo meno che lo stesso non abbia smentito o precisato la notizia. Atto secondo. Il commissario del MPA, on.le D’Agostino, ha smentito subito una presunta sintonia d’intenti con il gruppo PdL e chiesto una pronta verifica (vedi recente articolo di sapore ortopedico su Vivienna). Atto terzo. Dopo i primi timidi approcci le operazioni di avvicinamento della maggioranza con il gruppo Malfitano-Grimaldi sembrano definitivamente abbandonati e le recenti dichiarazioni incrociate Monaco-Malfitano, La Porta-Malfitano, Grimaldi-La Porta e Malfitano-Monaco non lasciano adito a dubbi.
Questo è il quadro politico e se mancasse qualcosa vi rimando all’analisi pubblicata la settimana scorsa sotto il titolo “Nuvole nere sula provincia”.
Nel frattempo la crisi “politica” con la P maiuscola è ben più grave di queste scaramucce di mestiere che si susseguono fra le parti. Da un lato la nomina del CdA del Consorzio Universitario è stato ben chiosato dal consigliere Granata, che rivela la pochezza non tanto delle persone ma dell’intera strategia dell’amministrazione Monaco. Si ripete la medesima spartizione senza logica né professionalità che, a distanza di un anno e mezzo vede ancora privo di vertice l’Istituto Autonomo Case Popolari. Adesso come allora, l’accettare supinamente la volontà dei singoli nel proporre i propri galoppini, al di là di ogni merito e specifica preparazione, porta al ridicolo di eminenti operatori sanitari ai vertici dello IACP e, per giusto compenso, eminenti operatori edili al CEU.
Questo è l’ultimo segno di un degrado politico che esula le ormai insignificanti pareti del palazzo, per invadere quello del decoro stesso della Provincia di Enna, come identità civica e politica. Assaltata da ogni parte, la nostra provincia subisce i calci di uno scioglimento improvviso del CdA dell’ASI ed un commissariamento altrettanto repentino da parte di un altro professionista dei commissariamenti regionali. Parliamo di professionisti perché non è possibile che funzionari regionali del rango del dottor Alfonso Cicero (ASI) o del signor Giuseppe Palmeri (IACP) svolgano la loro attività di dipendenti regionali quasi esclusivamente come commissari e il loro curriculum sia ricco di funzioni e incarichi svolti fuori sede e, se volete, di esperienze politiche e appartenenze certe. Per non essere generici, il signor Palmeri (e la qualifica “signor” è certificata dai decreti di nomina e non dalla sicilianissima abitudine di svilire i titoli altrui) è stato per anni presidente dello IACP di Palermo, sindaco del suo paese e recentemente commissario straordinario imposto allo stesso IACP di Palermo dopo lo strappo fra il presidente Lombardo e il presidente dell’ARS. Dell’avv. Cicero sono stati magnificati di recente i ruoli ricoperti in giro per l’isola e che spaziano dai consorzi di bonifica alle opere pie etc. etc.
Non aggiungiamo, per non sconfinare nel patetico, che ad eccezione del dott. Moceri all’ERSU, frutto di fortunata coincidenza di competenza e appartenenza in egual misura, abbiamo dovuto subire un’invasione di tronfi ed illustri carneadi, che gestiscono istituzioni vitali per la nostra sopravvivenza con il cipiglio del conquistatore e in qualche caso del killer professionista.
Oltre alla tragedia del Genio Civile, ad esempio, la nuova ASP ha visto perdere tutti e quattro i direttori che avevamo in provincia (cinque se ci mettiamo l’ex Naro) e non un solo ennese è stato nominato non solo qui ma in Sicilia. Tutto ciò è la cartina al tornasole di una inconsistenza politica mai raggiunta da queste parti.
In conclusione, non sarà certo colpa del dott. Monaco se tutto va a rotoli, non sarà colpa del dott. Agnello se il comune del capoluogo è trasparente in senso letterale e non figurato, non sarà colpa delle nostre deputazioni regionali o nazionali se contiamo meno di niente, ma dello scollamento assoluto fra le nostre diverse rappresentanze. I nostri deputati regionali fanno a gara per osteggiare, ciascuno dal suo canto e in maniera più o meno palese, i propri rappresentanti nazionali. Lo stesso assoluto e inconsistente scollamento esiste più in generale fra la politica locale e quella regionale.
Facciamo un breve riepilogo della situazione. Se il dott. Monaco potrebbe non mangiare il panettone per effetto di eventi sismici attesi, il sindaco Agnello non mangerà certamente la colomba, intanto per solidarietà fra simboli pasquali e poi per scadenza naturale. Si parla sempre più insistentemente di primarie PD per il Comune e una sua ricandidatura è data per scontata, almeno alle primarie. Le prospettive sono sempre le stesse degli ultimi mesi: Campanile a perdere, Alloro sugli allori, Agnello sacrificale e poi una serie di outsiders che vengono da lontano (cioè, candidature pretese per anni e mai ottenute). È evidente d‘altra parte che affidarsi direttamente alla conferma del voto popolare sarebbe una sorta di suicidio (con o senza primarie). Quel che è certo è che una tale concentrazione di forze franceschine nei posti chiave (Arena, Agnello, Di Gangi, Gargaglione) è inconcepibile per le logiche PD ma questi sono affari loro.
Dello schieramento opposto non so, ma a giudicare da quello che succede alla provincia non c’è da aspettarsi nulla di buono.
Ma siamo sicuri che sia questa la scelta giusta per la città? Io credo proprio di no. È tempo di darsi una mossa e l’unica soluzione che vedo dal mio osservatorio lontano e virtuale è di cambiare completamente atteggiamenti e strategie. Siamo accerchiati e se non facciamo quadrato questa urbs sarà fra breve tutt’altro che inexpugnabilis.
Q – Giorgio L. Borghese
—
Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.
pubblicato il 22 novembre 2009
Check Also
Ospedale Chiello di Piazza Armerina istituisce turni serali per gli esami diagnostici tac-encefalo e MOC
L’Ospedale M. Chiello di Piazza Armerina istituisce turni serali per gli esami diagnostici tac-encefalo e …