Enna. Nuvole nere sulla Provincia. Parliamo evidentemente non della Provincia Regionale, ormai destinata all’oblio, ma di una qualunque provincia dell’Impero (di Re Raffaele).
A Palermo si è costituito il gruppo all’ARS del Pdl Sicilia, che fa capo a Micciché, aggrega i “finiani” ed appoggia il governatore Lombardo. Questo significa che a Palermo MPA e PdL Sicilia sono alleati, sostanzialmente contrapposti al PdL di Castiglione e Nania e all’UDC di Romano (e Cuffaro). A Palermo. Ad Enna la situazione è più fluida e contraddittoria.
Ad Enna i finiani, cioè la triade Monaco-Ferrari-Greco, stanno sì con l’MPA, ma anche con l’UDC e con il PdL di Leanza (Castiglione). Ad Enna MPA e PdL sono entrambi e separatamente fieri avversari del PdL Sicilia (Grimaldi) mentre l’UDC è impegnata in una sua guerra intestina e privata per cui non ha tempo di allearsi o litigare con chicchessia. Il Movimento per l’Autonomia è fiero avversario, a sua volta, anche del PD che invece riesce a dialogare con il neonato PdL Sicilia (nota e forse benefica trasversalità Crisafulli-Grimaldi). Questo a parziale dispetto della non belligeranza palermitana, anch’essa trasversale e perciò negata con veemenza, di una parte del PD con Lombardo.
Per rendere tutto più semplice e lineare il Presidente della Provincia Monaco dovrebbe prima dialogare con Grimaldi, che dovrebbe essere, a lume di naso, il suo alleato principale, e quest’ultimo, a sua volta, dovrebbe intanto dialogare con Colianni (o viceversa che è lo stesso).
Questo il quadro di riferimento. Ma sappiamo tutti che se Monaco vorrà dialogare con Grimaldi avrà contro Leanza, ma anche Colianni, che sono i suoi supporters in giunta.
L’ottimo chirurgo avrebbe potuto muoversi altrimenti, rendersi autonomo da tutte queste beghe e fazioni, ma quando ne ha avuto l’occasione ha invece aspettato i capricci di questi improbabili alleati e alla fine ha sortito il topolino che tutti conosciamo.
D’altra parte, pur prescindendo dalla evidente minoranza in cui si è venuta a trovare la sua giunta, come pensa adesso di mantenere questa posizione ambigua nei confronti del gruppo all’ARS che costituisce adesso il suo referente politico naturale di ex AN?
Qualcosa non funziona e non può funzionare.
Un tavolo di confronto, promosso dai due ultimi coordinatori provinciali, Grimaldi ex Forza Italia e Ferrari ex Alleanza Nazionale, si è avviato nel peggiore dei modi, almeno a giudicare dalle formazioni messe in campo. Se, infatti, Ferrari era accompagnato da Monaco e Greco, cioè i vertici della Provincia e dunque i naturali interlocutori futuri, Grimaldi aveva con sé i “falchi” Cortese e Salamone. Per chi non lo ricordasse, il primo è l’avvocato della causa avviata dall’Onorevole contro il Presidente e lingua notoriamente benigna nei suoi confronti, il secondo è il grande escluso dalla compagine provinciale in quanto primo dei non eletti. Il che è tutto dire.
I gesti distensivi finiscono lì. La surroga in giunta di Moceri con un “ex”, quale Giuseppe Mattia, non sembra proprio nella direzione giusta, anche se le situazioni più spinose rimangono la delega a Tudisco e la continua evidenza dell’avv. Marchì quando si parla di sottogoverni, due che si sono macchiati di “iubris” (di tracotanza e tradimento secondo i greci) nei confronti di Ugo Grimaldi.
Per il resto la politica alla Provincia è imbalsamata nella scelta sconsiderata di andare dietro ai singoli consiglieri (un po’ come nel Comune capoluogo), attraverso una spartizione centellinata dei sottogoverni, che a dispetto dell’assonanza è l’antitesi del famigerato “Cencelli”, il manuale che governava i sottogoverni nella prima repubblica e che pesava invece il peso dei partiti.
Rimane infine da osservare stupiti lo strano e penoso caso del super assessore Di Simone, prima leader e poi vittima della forza politica che l’aveva generata, a sua volta già scomparsa in un insolito destino nell’azzurro mare di agosto. Alternativa Democratica, che non è l’omonimo storico gruppo di rappresentanza del centrosinistra all’Università Bocconi di Milano, ma un’aggregazione politica locale che nell’arco di un anno si è sbriciolata in guerre intestine e vicendevoli anatemi, vede adesso tutti i reduci di questa diaspora concordi solo nello sconfessare l’assessore, che pare sia stata adottata dall’On.le Leanza e sia dunque per questo inamovibile. Il Presidente Monaco sembra esserne, anche in questo caso, inspiegabile e volontario ostaggio
Tutto questo ha una logica? Se ce l’ha è assai complessa e misteriosa. Intanto l’opposizione, quella formalmente costituita, cioè il PD, ha buon gioco nel chiedere le dimissioni del Presidente e della Giunta. Quasi che al Comune di Enna non fosse proprio il centro-sinistra a mostrare esattamente l’altra faccia della medaglia che, credetemi, non brilla proprio per niente.
Q – Giorgio L. Borghese
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Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.
pubblicato il 6 novembre 2009