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Q – IL MONACO E IL GRECO. La doppia crisi alla Provincia

Enna. Non sono un veggente né ho confidenza con la matematica, ma visto che due più due fa quattro era evidente già da qualche settimana che la situazione alla Provincia regionale sarebbe precipitata. Se andate a leggervi gli ultimi articoli di “Q” ne troverete la prova.
I cattolici post conciliari parlano di “segni dei tempi”; i presidenti dei consigli provinciali parlano di “fase di transizione verso la terza repubblica”. La realtà è sotto gli occhi di tutti ed è quella attesa: come prevedibile il presidente Monaco non ha più la maggioranza in consiglio, la maggioranza del Consiglio Provinciale non ha fiducia in lui e non ha fiducia nel proprio presidente Greco; e soprattutto non esistono più una coalizione ed una linea politica di maggioranza.
D’altra parte la situazione palermitana lasciava presagire l’insostenibilità della posizione di Monaco. La volpe e il guascone, come appena ieri Repubblica ha chiamato la coppia Lombardo-Micciché, hanno aperto una nuova ipotesi per la governabilità dell’isola: isolare UDC e PdL lealista e cercare una sponda, se non un’alleanza, con il PD o con una sua parte.
La filosofia di fondo è semplice e corrisponde a quella illustrata ad Enna dal delfino di Micciché, Ugo Grimaldi che ha detto in sintesi: i partiti hanno mostrato i loro limiti e i risultati sconfortanti sono davanti agli occhi di tutti; mettiamo da parte i simboli e accordiamoci su un programma. La maggioranza crisafulliana del PD ha risposto di essere interessata ma che prima deve risolvere la solita rogna delle primarie.
Se permettete una digressione, a questo proposito l’On.le Galvagno ha gelato anch’esso ma per il verso opposto le aspettative del popolo delle primarie: le primarie non sono necessarie se c’è un candidato uscente, cioè Agnello. Mi dispiace per la minoranza della minoranza interna al PD ma, schiacciati come sono da forze così preponderanti, non hanno lo spazio nemmeno per respirare.
Con grande democrazia, alla fine prevarrà come sempre la voce del Grande Assente che deciderà con chi allearsi e chi buttare a mare; ma lo farà, al solito, con grande eleganza.

Tornando alla Provincia, come si immaginava tutte le contraddizioni sono scoppiate. Nonostante le barricate e gli stratagemmi la giunta Monaco è andata sotto in aula per le variazioni di bilancio e lo ha fatto nella maniera peggiore, coinvolgendo anche il campione della diplomazia AN, Greco. Come ho già detto l’errore del dott. Monaco è stato quello di affidarsi mani e piedi al duo Leanza-Colianni e ai singoli consiglieri, non avvertendo per tempo che al primo interessa soprattutto affermare la propria egemonia nel PdL, al secondo mantenerla nel MPA e che a tutti interessa occupare tutti gli spazi possibile chiudendo gli occhi sulle conseguenze politiche di tale atteggiamento. Quando dico Monaco intendo naturalmente il triunvirato da lui formato con Ferrari e Greco, e non è un caso che la doppia crisi istituzionale sia scoppiata contemporaneamente.

Intelligentemente e forse tardivamente Massimo Greco sembra accorgersi adesso che il vento è cambiato dentro il PdL e che le soluzioni prospettate in questi giorni dagli avversari interni sul superamento dei simboli sono percorribili e addirittura necessarie; ma nel rimettere a disposizione il proprio mandato mostra di credere che esista ancora una coalizione o che questa sia ancora quella conosciuta ed appena fallita, il che è come credere che l’asino voli (e scusatemi la citazione popolare).
Ma pensa davvero che il dottore Monaco possa portare a termine la legislatura continuando ad assegnare poltrone a vanvera, fosse pure quella di Presidente del Consiglio provinciale?

Adesso è tutto nelle mani della politica regionale. Con grande abilità lombardesca, il prof. Armao ha disinnescato con le dimissioni una bomba parlamentare. Quella che avrebbe precipitato le scelte del Presidente e chiuso ogni via di scampo alla legislatura, visto che gli accordi non sono ancora chiari.
Se il PdL lealista rimarrà nella maggioranza l’alleanza Monaco-Leanza potrà ancora contare sull’appoggio sempre critico del MPA e potrà sopravvivere ancora qualche mese (mangiare il panettone ma non la colomba), altrimenti si apre l’interessante prospettiva di un doppio voto Comune-Provincia capace di mettere la parola fine a qualsiasi ipotesi di centro-destra o centro-sinistra tradizionale.

Q – Giorgio L. Borghese


Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.

pubblicato il 3 dicembre 2009

 

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