Enna. Il titolo è tratto da un’opera di Caparezza (musicista, XX-XXI secolo) e non ha significati reconditi se non l’assonanza con il nome dell’assessore appena dimissionato. È curioso che l’intera vicenda della bocciatura delle variazioni di bilancio e censure connesse sia data per risolta con l’allontanamento dell’assessore più discusso degli ultimi quindici anni. Delle due l’una, o ai vertici della Provincia non hanno capito nulla oppure fingono. Non è possibile infatti pensare di risolvere i problemi politici esistenti continuando sostanzialmente con la medesima strategia: accontentare il singolo consigliere (anche se questa volta sarebbero due).
Non essendo un cronista ma un osservatore mediatico e digitale, ho letto con attenzione le esternazioni di Pippo Bruno (consigliere comunale o presidente Assoutenti), che depurate dalle difese d’ufficio e di bandiera e da qualche nota di colore, sembra cogliere il nocciolo della questione: “la mancata approvazione di una variazione di bilancio non investe solo l’assessore specifico ma nella buona sostanza tutta la compagine amministrativa”. Una considerazione tanto semplice quanto chiara, che non può essere sfuggita al dott. Monaco e al suo entourage, come non è sfuggita al capogruppo PdL dott. Spedale che, anche lui, lucidamente sintetizza: “domani basta un solo consigliere che chiede la testa di Fabrizio Tudisco e si riparte con la crisi e Fabrizio Tudisco dovrà essere rimosso”.
Non capisco (e io ne ho il diritto non essendo stato eletto) se questa è una previsione, una minaccia o una promessa. È evidente però che i nodi politici non sono stati sciolti e che si è ben lontani dall’imboccare la strada giusta.
Della problematica si sono occupati pure illustri nicosiani, primo fra tutti l’on.le Lenza, che, come hanno scritto, non si sentiva da anni, e un suo avversario interno, l’ing. Lo Ciuro, notoriamente vicino a quella simpatica canaglia (simpatica per gli uni e canaglia per gli altri) del consigliere Malfitano. Esce dunque allo scoperto il Grande Vecchio di questa amministrazione, le cui intransigenti prese di posizione, leggo, avrebbero agevolato tale risultato, cioè finire in minoranza. L’intera stagione politica di questa amministrazione è stata incentrata infatti sui “niet” al gruppo Grimaldi e alla difesa strenua del super assessore, capace da sola di accattivarsi le “simpatie” di amici, avversari e funzionari. Lo avrà fatto solo perché irriducibile nei suoi principi di legalità e di lotta al malcostume politico, come lascia intendere il mentore assorino, o anche per l’indole battagliera che la contraddistingue, certo è che se il dott. Monaco voleva perseguire la strada degli esperti svincolati dalle forze politiche poteva benissimo mantenere l’Ilaria e dimissionare tutti gli altri!
Tornando all’uscita ufficiale dell’on.le Leanza, questa fa il paio con le contemporanee uscite dell’on.le Galvagno sulla situazione comunale di Enna. Ognuno ha evidentemente le proprie rogne interne e queste rogne sono venute a maturazione proprio adesso. In ogni caso è bello e utile sentire vicine le nostre deputazioni!
Sulla situazione al Comune di Enna è meglio tacere, se non altro per non dare credito e merito alle posizioni dell’ex presidente Contino che per una volta ha detto cose sacrosante, anche se scomode. Non si può sperare in un rilancio dell’economia ennese e dell’immagine di questa amministrazione a lungo tempo distratta, accordandosi su contributi e festeggiamenti, approfittando improvvisamente della ritrovata ricchezza. Un progetto che desse ai cittadini il segno della concretezza amministrativa sarebbe certo valso cento degli utilissimi e necessari impegni assunti con le variazioni di bilancio approvati con largo consenso consiliare. Anche perché gli aggettivi “utilissimi e necessari” potrebbero essere malignamente e ingiustificatamente essere riferiti alla promozione elettorale prossima futura.
Nel bene o nel male il dott. Monaco mangerà dunque il panettone ma non per questo le mie precedenti previsioni si sono rivelate del tutto sbagliate. Senza volere perseverare nell’errore ma per evidenza o semplice coerenza ritengo che la crisi alla provincia non sia stata risolta. A Palermo il PdL lealista ha sciolto la riserva e mollando l’UDC è pronta a rientrare a pieno titolo nel governo Lombardo. La realtà politica regionale è profondamente diversa da quella locale, questo è evidente, ma non per questo si potrà a lungo tirare la corda in questa situazione di contrabbando (E.Iannacci, musicista, XX secolo).
L’UDC è in subbuglio, il PdL è in subbuglio, l’MPA è l’unico apparentemente tranquillo al proprio interno e per questo sta alla finestra e aspetta. Qualcuno avanzerà adesso diritti sulla poltrona del bilancio; qualche parente o affine pretenderà fra poco la poltrona di presidente messa a disposizione da Greco. In mezzo a questa folla non si vede l’uscita del tunnel, non si vede una accettabile programmazione e soprattutto non si vede uno straccio di programma attorno a cui riunire le forze politiche e le diverse fazioni in lotta.
E allora buon Natale Presidente, anche se al posto suo comprerei un bel pandoro. Non si sa mai.
Q – Giorgio L. Borghese
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Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.
pubblicato il 9 dicembre 2009