Dimenticate tutto quello che ho scritto in queste ultime settimane. Dimenticate tutte le polemiche e l’ironia che ho buttato addosso al PD e ai suoi esponenti di spicco. Mi dispiace solo per quei colleghi che mi avevano onorato con la loro integrale citazione, ma questa volta si è passato il segno di ogni battaglia politica e si è scivolati nello sciacallaggio.
Sappiamo tutti che a Enna c’è chi non ama Crisafulli e qualunque cosa abbia detto, pensato o fatto in passato per la sua città è stato visto solo come un fatto personale, dietro cui c’erano l’interesse suo o di pochi e il malaffare. Sappiamo tutti che c’è a Enna chi è stato alla mensa (non solo figurata) di Crisafulli e ha cominciato subito dopo a sputare nel piatto. Sappiamo tutti perché tanti a Enna ce l’hanno con l’università Kore, che dovrebbe invece essere coccolata come la nostra unica risorsa. Il motivo c’è: Crisafulli.
C’era un motivo per cui l’avevo paragonato quasi affettuosamente all’uomo nero: tutti i mali, nel nostro immaginario infantile, vengono da lui.
Sappiamo più o meno tutti che Crisafulli è ingombrante e poco incline a lasciare spazio ai suoi. E perciò ha tanti nemici. Ma non pensavo proprio che questi nemici (che poi sono ufficialmente suoi amici) arrivassero ad essere contenti di vederlo svergognato davanti a tutti senza muovere un muscolo. Svergognato vigliaccamente e ingiustamente, se permettete.
Ho detto “ingiustamente” e capisco che questo è un sentimento, quello della giustizia, che lascia il tempo che trova. Non ha importanza se la magistratura lo ha prosciolto: oggi serve ripescare gli atti d’accusa e sbatterli in prima pagina. C’è chi si indigna solo a tempo debito.
Ma Lumia è indenne dalla mafia per principio, perché è ufficialmente contro la mafia. Punto e basta. E se Lumia va con Lombardo, anche Lombardo è puro, e lo sarà pure Micciché e gli altri, almeno fino a quando sono dalla sua stessa parte. E chi è contro Lumia (e adesso pure contro Lombardo) evidentemente è mafioso: due più due fa quattro.
In Sicilia infatti ci sono tanti mafiosi e amici di mafiosi, ma l’unico che interessa a Lumia e ai suoi amici in questo momento è Crisafulli, perché oltretutto vince pure le primarie.
L’ostinazione di Crisafulli contro quest’accordo palermitano è stata evidentemente eccessiva. Lui, il più democristiano del PC, dei DS e adesso del PD, stranamente non vuole questo compromesso. Che invece altri vogliono, ad Enna e fuori, per potere finalmente emergere dall’ombra e toccare finalmente il potere negato da anni di tradizionale centro-destra.
Dopo tutta questa tiritera, vi chiederete chi me lo fa fare a prendermi preoccupazione di Crisafulli.
Se debbo essere sincero non mi interessa proprio niente delle sue vicende, se non fosse che da ennese mi sento coinvolto. Intanto non sopporto che da fuori Enna venga qualcuno a dirmi chi dobbiamo candidare e chi no. Se vogliamo votarlo o meno è una questione nostra, ma nessuno deve venirci a dire che un ennese non può candidarsi a casa propria.
Questa provincia sta morendo e questa città con lei. Palermitani, catanesi, agrigentini, persino nisseni ci assediano ormai da anni e vogliono eliminarci come realtà politica e geografica. Fra gli amici che danno una mano ai nostri nemici ci sono oggi i nostri deputati regionali, che non hanno mosso un dito per aiutarci ad uscire dall’angolo in cui ci hanno costretti. Galvagno e Termine ogni tanto fanno un’interrogazione, Leanza nemmeno questo, Colianni aveva promesso da assessore di allargare la provincia ma alla fine non se n’è fatto niente e anche lui è stato fagocitato dal partito. Alla fine non c’è mai stato niente di concreto.
Oggi i nostri rappresentanti all’ARS non si ribellano a questa situazione, convivono e addirittura si alleano con chi ci ha tolto ogni dignità di capoluogo e fra breve ci toglierà anche ogni rappresentanza nazionale. Un senatore (e un deputato) in meno a Enna è un senatore (e un deputato) guadagnato altrove. Non mi credete? Con questo sistema elettorale sarà così.
A meno che qualcuno dei “nuovi” non faccia vedere di essere dalla parte giusta, di essere più ragionevole di Mirello e ottenga lui il posto.
La sostanza di questa storia è tutta qui.
Q – Giorgio L. Borghese
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Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.
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