mercoledì , Ottobre 9 2024

Q – IL CILINDRO DEL MAGO – Maghi, prestigiatori e illusionisti

Enna. Questa tornata elettorale è più che mai all’insegna dell’imponderabile e del provvisorio. Ogni notizia data qualche giorno fa è ormai vecchia di secoli. Da un momento all’altro dovrebbe arrivare la notizia “importante”, quella definitiva che fissa gli schieramenti ora e qui.
Dal cilindro del mago è uscito per primo il coniglio Paolo; coniglio non perché sia pauroso, tutt’altro, ma perché si dice così quando viene fuori qualcosa di inatteso. Inatteso anche per alcuni degli addetti ai lavori del PD, che infatti hanno protestato vivacemente, fino alle esternazioni del perdente-vincente-perdente Girasole. Il ragazzo ha della stoffa, ma forse ne ha un po’ troppa per i suoi compagni di partito e questa non è mai una bella cosa.
Dal cilindro avverso si era in attesa che… stava per… sembrava in procinto di… uscire un altro coniglio non meno bianco del primo, il coniglio Antonio; bianco perché i conigli dei maghi sono di questo colore, come il cavallo bianco di Napoleone. Sembrava una bella pensata, tipo la patata lessa della pubblicità, ma evidentemente non ha funzionato. Certo sarebbe stata proprio una pietanza ghiotta per chi li preferisce belli tosti e frollati (intendo i conigli) e non grassi e flaccidi come quelli d’allevamento.
Alla fine (ma ci sarà mai una fine prima del fatidico 5 maggio?) sono usciti dal cilindro un falco e una colomba. La colomba, immancabilmente bianca anch’essa, fa parte tradizionalmente di questo tipo di spettacolo. Sono entrambe delle novità anche se per motivi opposti. Le colombe, infatti, escono da sempre dai cilindri dei maghi ma in questa città non se ne sono mai viste in questo ruolo. Per quanto riguarda il falco invece (ma potevamo scegliere indifferentemente un grosso criceto o un simpatico porcospino) è proprio una novità in fatto di prestidigitazione, ma non certo in tema di candidature a sindaco o presidente della provincia o deputato nazionale ecc. ecc. a cui ci ha abituati in diverse salse negli ultimi lustri.
C’è anche un altro cilindro, quello del mago dilettante, da cui non esce niente nonostante gli sforzi, e fanno quattro. Il quarto coniglio, lo avrete capito da voi stessi, è equidistante dai due schieramenti e sembra essere figlio di Casini (io c’entro, ecc. ecc.) ma all’anagrafe non fa rima con Pier Ferdinando con cui non ha niente a che spartire, perché trascina con sé, assieme ai cattolici anche socialisti e comunisti.
Quello che manca al mago, giocoliere e prestigiatore, sono però i programmi. Per questo ci vorrebbe forse un illusionista.
L’unica che ha avuto il tempo e la lungimiranza di immaginarne uno è proprio quest’ultima coalizione (ricomincio da quattro). Un‘idea del loro programma me la sono fatta raccogliendo informazioni dai proclami iniziali di O.P.E.N., dalla stampa di Enna in movimento e dalle esternazioni televisive del loro leader. Si tratta in gran parte di un antiprogramma. “Non intendiamo fare tutto ciò che ha proposto in questi ultimi anni il cattivone di sempre” sembrano dire. Dunque niente scale mobili né grattacieli – hanno detto e scritto- ma solo un progetto di buon governo. A mio parere potevano scegliersi uno slogan diverso, che non assomigliasse tanto al “polo del buon governo” di berlusconiana memoria, ma questi sono difetti solo per un pedante come me, che dà troppa importanza alle parole. Un’altra punto fermo è il Piano Regolatore, che da sempre Cimino vuole fortissimamente, perché giustamente pensa che senza regole ognuno fa quello che gli pare. Ma quale PRG? Questo non si sa ma non lo si è saputo mai da nessuna parte, anche se tutti lo mettono in bella mostra ai primi posti nei loro depliant da quasi vent’anni.
Quanto ai programmi dei due schieramenti principali, che adesso saranno almeno tre, avevano parlato alcuni mesi fa di una specie di accordo di programma su pochi punti. Io che non dimentico niente, mi ricordo della proposta di Grimaldi per il PdL Sicilia accolta subito da Alloro per il PD. È evidente che, saltati gli accordi per colpa del diktat di Micciché (mai con Mirello, ricordate?) non se ne parla più e non si parla nemmeno dei veri problemi di questa città. Vedrete adesso un fioriere di programmi tutti uguali e tutti diversi, tutti pieni di occupazione, sviluppo, infrastrutture, cultura, agricoltura, parcheggi, università, autodromo e chi più ne ha più ne metta.
E invece mi permetto di fare una proposta ovvia, scontata, breve: dite agli elettori cosa pensate di fare veramente in questi cinque anni, cose concrete, possibili, controllabili. Non trucchi da illusionista.

Q – Giorgio L. Borghese



Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.

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