sabato , Ottobre 5 2024

Q – TRE CIVETTE SUL COMO’. Quello che i candidati di Enna non dicono

Enna. Ma quante belle liste, madama Doré, ma quante belle liste. E soprattutto che begli assessori designati!

In tanti hanno parlato delle liste e allora io parlerò dei candidati assessori, che mi permettono di capire quello che partiti e candidati sindaco non dicono.

Comincio, ricordandomi di quand’ero studente, con l’argomento a piacere, quello più facile. Il PD è andato sul sicuro. Spartizione tradizionale, con un assessore per corrente (rimasta). Alloro, Buscemi, Notararigo, tutti e tre rigidamente consiglieri provinciali, così tanto per non far distinzioni. Se penso a com’è finita alla Provincia con le candidature di assessori “civetta” mi viene da ridere (professionalmente parlando) ma questi qui hanno fama di essere meno creativi e più concreti, visto che alla fine riescono  a fare gli accordi, magari forzati e con qualche escluso di lusso.

Meno male che sono tutti e tre uomini, perché a fare la civetta ti resta poi una brutta nomea per tutta la vita! In altre parole la probabile amministrazione Garofalo è ancora tutta da inventare e speriamo che non sia un Agnello bis. Azzardiamo? Uno degli assessori sarà certo Gargaglione, anche se non fa il compleanno (perché è un bravo ragazzo, nessuno lo può negar.…) e perché gli hanno fatto la lista apposta.

Passiamo alle tre civette sul comò dell’altro schieramento con simbolo: PdL-MPA. Ferrari-Greco e Villano, non sembrano tre civette vere e proprie, anzi non lo sono proprio, perché il primo e il terzo sono a zero tituli e il secondo ha detto tante volte di volersi dimettere da Presidente del consiglio provinciale. A questo punto, il candidato Moceri potrebbe essere l’unico ad avere fatto una designazione “onesta”, cioè veritiera, tre su tre. Tre come i barbagianni sull’attaccapanni. A volere cavillare, mi risulta che c’è almeno un finiano fra loro, perciò non è detto che si dimetta ma al massimo (eh eh) si metta di… traverso. Se va male sono due su tre, comunque un buon risultato in materia di sincerità.

Poi ci sono le altre liste. Salterei UDC e DC senza U, non perché non meritino attenzione al pari degli altri, ma solo perché di guai a fare le liste ne hanno avute già tante e le possibilità di andare al ballottaggio per loro mi sembrano veramente poche. Non mi resta che andare dritto dritto al PdL Sicilia, cioè Enna Libera, cioè Maria Teresa Montalbano. Qui mi prudono le mani per come si fa interessante la situazione. La cosa più facile è quella di dire che ci sono due donne, che con la Montalbano stessa fanno tre, (come i rapaci notturni sul mobile d’epoca (per non essere inutilmente maleducati). Ma a me le cose facili non piacciono e allora faccio un po’ di dietrologia. Dietro la Montalbano e Grimaldi si sente puzza di bruciato, cioè di Rino Ardica, bruciato dal consiglio comunale in una sola notte e ricomparso con più determinazione di prima dopo l’assoluzione. Lui ritiene evidentemente che all’assoluzione giudiziaria (scontata) corrisponda automaticamente un giudizio politico positivo da parte dell’opinione pubblica. Il che è tutto da dimostrare. In tanti hanno voluto sottolineare che uno (una) dei tre designati e qualche candidato consigliere fanno parte della quarantina dei suoi ex assessori. Io non mi ricordavo affatto di loro, ma è anche vero che ci vorrebbe Pico della Mirandola per ricordarseli tutti. Degli altri due assessori designati una è praticamente sconosciuta (ma non è la sola) l’altro è fin troppo conosciuto a Enna (e non è nemmeno questo un difetto). Enna Libera, Libera Enna, evviva la libertà!

Passo infine al centro di Enna, anzi Enna al Centro. Oltre all’onnipresente Tremoglie, ma vi garantisco che non sono la stessa persona perché questa è donna e dunque è solo ominimia, c’è pure Pintus Silvano, ma anche questa volta sarà un’omonimia perché quello che conoscevo da ragazzo era di tutt’altro colore. Ma non sono razzista e in tempi di revisionismo storico anche il clero e il terzo stato non guardano tanto per il sottile. Giovanni Di Bella, infine, potrebbe essere il dirigente scolastico ma non è detto. È lui o non è lui, non è detto che sia lui, ma anche qui la società civile la fa da padrone e a noi, poveri cittadini qualunque, fa comunque piacere.

Cosa resta allora, se non fare le previsioni sui risultati? Uno dei contendenti l’ho già individuato involontariamente in Garofalo, che sulla carta (quella delle schede naturalmente) è obiettivamente il più forte. Per lo stesso motivo, con l’aria che ha sempre tirato sul centro sinistra in caso di ballottaggio, il sindaco dovrebbe essere uno degli altri tre. Due sono anti-mirelliani DOC, la terza forse no. Non so se questo vuol dire qualche cosa.

Q – Giorgio L. Borghese


Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.

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