Enna. Va va, povero untorello, che non sei tu che schianti questa stanca città. Stanca di decenni di mezze figure, politicamente parlando. Mi sembra proprio di sentire il buon vecchio Alessandro (Manzoni per chi ha fatto le superiori a Cuneo) che in veste di monatto liquida così il povero Renzo, scambiato per un untore.
L’occasione mi viene dalle ultime intemperanze della campagna elettorale che, iniziata con i grandi scontri fra Titani (o sarebbe meglio dire Telamoni, visto che venivano da Agrigento), finisce con le schermaglie, anzi i capricci da bambini.
Al volgere di questi venticinque giorni fatidici, c’è chi festeggia e chi rumoreggia. Non potendo difendersi altrimenti dallo strapotere avversario, i meno dotati vanno dal papà, anzi dalla mamma a piangere. “Togli gli striscioni e i tabelloni dai balconi” ha imposto uno, battendo i piedi per la rabbia, “sono brutti e spaventano la mia sorellina”. “Oscura quel sito cattivo”, mentre ora pur ha chiesto un altro, buttando la merenda per terra, “ha parlato male del mio orsacchiotto”. “Chiudi quella scuola cattiva” ha suggerito un altro guardando di sottecchi papà e zio, per vedere se l’accontentavano. “Ma cosa c’entra proprio ora la scuola?” ha protestato mamma; “ma che male vi hanno fatto ?” ha chiesto papà, spalleggiato dallo zio. “Lo voglio, lo voglio” hanno insistito i bambini, e così la legge è stata ripristinata e l’ordine è tornato sovrano, spontaneamente oppure no.
Non si accorgono i tapini che fanno involontariamente il verso al tanto vituperato sesto uomo che invoca l’annullamento delle elezioni ma almeno lo fa per motivi un po’ più seri.
Certo qualche scapaccione la mamma l’ha pure dato: “chi fa la spia non è figlio di Maria”, ha detto con la saggezza popolare che le è propria e ha continuato ad occuparsi di cose ben più serie.
Low & Order, Legge e Ordine, questo è quello che serviva, altro che cacchi! (scusate, ma quando ci vuole, ci vuole). Per fortuna l’ordine e la legge non sempre sono la stessa cosa e soprattutto molte volte fanno a pugni con il buonsenso.
Da parte mia avrei preferito un’altra fiction televisiva: Sex & city ad esempio, almeno mi sarei divertito di più! Ma qui di “city” non c’è nemmeno l’ombra e quanto a “sex” nemmeno a parlarne, semmai qualcuno potrebbe scambiarlo per un voto di sufficienza!
Quello che non riesco a capire è il motivo di tanto nervosismo. Ma divertitevi ogni tanto! Credete veramente che resterete fuori dai giochi per così poco? Se resterete fuori dai giochi (e nessuno lo sa ancora con certezza) sarà perché avete sbagliato le alleanze o avete sbagliato la strategia, o avete sbagliato i candidati, non certo per un povero untorello da quattro copechi.
La verità è che l’Alma Mater di tutte o quasi le invenzioni della seconda repubblica nostrana si è eclissata nel volgere di una notte. La creatività e i laboratori politici che nascevano ad Enna nei bei tempi andati, si sono smarriti nelle beghe di paese. Le alleanze naturali si sono sciolte, quelle contro natura si sono consumate, chi doveva guidare la riscossa è rimasto in un canto, chi doveva precipitare nell’oblio resiste.
Cosa nascondono le urne, ancora vuote a poche ore dal voto? La città intera spera che non esca un clone del sindaco uscente che ha dovuto ossessivamente gestire il dissesto. E spera che non esca un monozigote di quello che questo dissesto l’ha provocato o permesso. E prega che non sortiscano i dilettanti allo sbaraglio di quello che è venuto prima ancora. Io spero solo che, contro ogni evidenza pre-elettorale, dalle urne esca un il sindaco che si dimostri migliore dei suoi predecessori.
Q – Giorgio L. Borghese
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Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.
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