giovedì , Ottobre 10 2024

Enna. Libro fotografico “La bella società”

Enna. E’ stato presentato anche al Teatro Garibaldi di Enna, l’atteso libro fotografico “La bella società”, che trae il proprio repertorio di immagini, proprio dal film; e la cui vendita andrà per metà, devoluta in beneficenza per una sala operatoria in Ghana.

A presiedere la manifestazione, organizzata dai “Lions” di Enna: Andrea D’Affronto, titolare Papiro Editore; Salvatore Granata, titolare Lussografia Editore; Giusy Balsamo, presidente della Film Commission di Catania; Sebastiano Gesù, critico cinematografico; il regista del film Gian Paolo Cugno; Antonio Parrinello, direttore della fotografia del film e autore del libro fotografico; Marella Ferrera, stilista e Assessore alla cultura di Catania.

La presentazione si è dispiegata su un vicendevole e genuino complimentarsi delle forse comuni impiegate per dar vita al libro. La Ferrera ha ricordato il proprio rapporto, ormai viscerale, con Enna, e la stima nei confronti del regista Cugno per il linguaggio che è solito utilizzare nei propri film, perché commuove la sua cultura della “terra”.

Il critico Gesù, ha invece rimarcato l’importanza del libro di Parrinello, come pietra miliare per un cinema siciliano che si sta tentando di far crescere giorno dopo giorno: obiettivo di tale prodotto fotografico, è quello di riprendere le sensazioni date dalla visione del film, di restituirle in mancanza di esso; non per questo ponendosi come semplice “gregario”, ma rivendicando anzi, una propria autonomia e poter divenire oggetto di studio e di approfondimento; “Il libro contiene il piacere del testo e dell’immagine, che non sono solo foto, ma espressione della storia e di tutto un contesto fondamentale per l’Italia”, ha ribadito il critico.

I due editori, non hanno invece mancato di ricordare quale scommessa editoriale sia stato il libro: un lavoro difficoltoso che hanno con piacere condiviso, hanno affermato i due. Il regista ha invece richiamato alla mente come sia stato rapito dai luoghi, e come la sceneggiatura da lui stilata inizialmente, fosse mutata proprio durante le riprese, per i luoghi e le persone presenti in quel momento. Assenti invece due attori del cast: Simona Borioni e Maurizio Nicolosi, perché impegnati al festival del cinema di Taormina. Non poteva mancare la simpatica chiusura della Ferrera, che ha così sentenziato: “Questo è il vero cinema, che non si avvale della necessità di ricercare in Tunisia le comparse”.
A buon intenditore, buone e semplici parole…

In occasione della presentazione del libro fotografico: “La bella società”, a cura del fotografo Antonio Parrinello per la Papiro e Lussografia Editore, dove tutto è stato uno snocciolarsi di complimenti, ci si è voluti togliere qualche dubbio dolente con il regista del film, Gian Paolo Cugno, cui è stato chiesto:

–          Gian Paolo Cugno, nei tuoi due film, prima “Salvatore questa è la vita” e poi “La bella società”, i veri protagonisti sono, o restano bambini. C’è stata una precisa volontà sinora di parlare proprio dei bambini, o solo casualità lavorative?

Io lo sogno, un film composto solo da bambini; mi piace il loro mondo fatto di verità, perché regalano straordinari atteggiamenti non ancora inquinati dalla vita di tutti i giorni; è difficile lavorare con loro: bisogna capirsi e seguirli. Sono, specchio della propria terra, perciò scelgo proprio loro per i miei film.

–          Qual è stata l’accoglienza che ti hanno riservato i luoghi dove hai girato il film, che ricordi hai di quel periodo?

Serbo un particolare ricordo di Leonforte in particolare, per la massa di gente che circondava tutte le nostre riprese lì effettuate.

Ricordo la compostezza delle persone, che non ho voluto fossero tenute troppo lontane dal set, perché ci tengo che chiunque possa avere spazio per osservare, ed essere presenti in queste occasioni.

–          La critica è stata molto aspra, ed anche quella di una parte degli spettatori, nei confronti del film. Qual è la sua risposta a tale malcontento: cosa non è stato capito del film, o non si è saputo ben trasmettere?

Per quanto riguarda la critica: una parte di essa, non aveva neanche visto il film e già lo giudicava e vi additava la presenza di attori assolutamente estranei al film; la critica è distratta delle volte, quindi non do eccessivo peso ad essa. Quanto agli spettatori, forse ad averli un po’ confusi o non soddisfatti è stato il montaggio. Un montaggio che abbiamo voluto sperimentale per un nuovo percorso narrativo, perciò non facilmente comprensibile. Nella mia idea iniziale del film, avrei addirittura voluto omettere le datazioni storiche che indicavano i percorsi del film. La scelta dei salti temporali è stata una scelta per un film duro e forte, come lo voglio io; credo azzardosamente che il film sia avanti. Ci tengo a far capire, che il modo in cui è stato fatto il film, è stato il frutto di una precisa scelta.

Aurica Livia D’Alotto
Foto by Maria Catalano

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