“… Queste poesie di Geppina Macaluso, tutte in dialetto siciliano, hanno un’immediatezza ed una vitalità insolite.
Il tema conduttore dell’ispirazione dell’autrice è l’amore inteso nei senso più vario del termine: nei confronti della natura e della vita; persino gli oggetti inanimati esprimono sentimenti d’amore come nel caso della poesia Bamboli.
Appassionati e spontanei, i versi mostrano la freschezza, di un mondo interiore fanciullo che alberga in ogni uomo, gli echi dell’infanzia e del ricordo che si snodano attraverso un’espressione semplice ed efficace”.
Bent Parodi
Le poesie di Geppina Macaluso… una musica che incanta
E’ una melodia che viene da lontano e che ci giunge attraverso l’antica lingua siciliana, fatta di retaggi lessicali dei popoli che nei secoli si sono stabiliti in questa terra. Anche se è alla ribalta nazionale e internazionale, solo da pochi anni, Geppina Macaluso, poetessa ennese, scrive da sempre e i due libri pubblicati rappresentano solo una piccolissima parte delle sue liriche, non solo siciliane. L’ho ascoltata in un recital e assieme agli altri ho sperimentato il potere coinvolgente della sua poesia. Sul palcoscenico Geppina Macaluso non era solo la poetessa ma anche l’artista che da sola riusciva ad incantare il pubblico: giovani, anziani, persone di ogni estrazione sociale. Per un’ora abbiamo dimenticato i problemi della vita quotidiana e sentito vibrare nel nostro cuore corde ormai sopite. Ciò grazie anche alla forza comunicativa del dialetto, la lingua madre che abbiamo appreso senza ansia e senza fatica, -come dice il poeta Vincenzo De Simone – e che rischia di scomparire a causa dei nostri pregiudizi. Ma dimenticare il dialetto significa diventare più poveri, vuoi dire privarsi della propria cultura e vivere senza radici. Le poesie religiose per la loro bellezza sono state paragonate ai salmi. Sono canti di lode al Signore che affascinano e commuovono la gente che segue i recital nelle chiese. Stilos, quindicinale di lettere ed arte del quotidiano La Sicilia, ha scritto: “Con due consecutive plaquette uscite a distanza di due anni, Stiddi a pri mavera e Comu acqua di surgiva, la Macaluso, poetessa ennese, si è imposta all’attenzione della nuova lirica dialettale per la sua sensibilità ai temi più autenticamente moderni: la caducità del tempo, la memoria, l’amore agreste e pastorale, i sentimenti correlati. Con uno stile che si priva della punteggiatura per rendersi più fluido e sorgivo, così riprendendo cespiti parafuturisti, la Macaluso scandaglia, forte di una capacità penetrante di introspezione, il proprio animo e recupera una tradizione classica che rintraccia in un gusto di tipo virgiliano, tra Teocrito e Catullo, il senso di una consapevolezza poetica calata in un clima più propriamente siciliano, dolente e nostalgico, sospeso tra dolce francescanismo naturalista e amaro rimpianto di un mondo dell’anima che non regge il confronto con il tempo”.
Nel giugno del ’97 alla Sala Cerere Geppina Macaluso si presentò al pubblico col suo primo recital e la raccolta di poesie ‘Stiddi a primavera’. Due anni dopo è stato pubblicato il libro Comu acqua di surgiva, ottenne lo stesso successo. Alcune poesie sono apparse su riviste come Siciliamondo, diffusa presso le associazioni dei siciliani all’estero; Taormina magagne, che ha dedicato cinque pagine alla poesia Notti d’estate, con traduzione in inglese e tedesco e immagini di Giardini Naxos; sotto il vulcano (Catania). L’interesse dimostrato dalla critica, da docenti universitari e dagli operatori dell’informazione per le opere della Macaluso, dà forza all’impegno culturale portato avanti dalla stessa con amore ed entusiasmo in vari ambienti: club service, scuole, associazioni, teatri, villaggi turistici, incontri con emigrati. In tale contesto le sono pervenuti inviti per recital anche all’estero, da parte di associazioni, per far giungere ai nostri connazionali un messaggio di vera sicilianità. Nelle opere della Macaluso il nostro dialetto riacquista quella dignità letteraria che gli appartiene fin dalla Scuola Siciliana, allorché “tra tutti i dialetti d’Italia, divenne lingua d’arte dell’Europa romanza”. La poetessa ha ricevuto numerosissimi premi nazionali ed internazionali ed ha delle raccolte di liriche inedite anche in italiano e francese, lingua che ha insegnato per tanti anni nelle scuole medie e superiori. Le sono pervenuti apprezzamenti anche da rappresentanti del mondo politico, come Nello Musumeci, già presidente della provincia regionale di Catania, e dell’ex sindaco di Mar del Plata, Elio Aprile; dai rappresentanti della Chiesa: l’arcivescovo di Catania, Bommarito, di Monreale, Pio Vigo, dalla segreteria della Santa Sede per la poesia dedicata al Papa e per le liriche di argomento religioso. Le poesie sono recitate nelle radio italiane di Buenos Aires e Mar del Piata, nelle associazioni siculo-argentine. E’ stata ospite per un mese e mezzo in un programma dell’emittente messinese Teletime ed ha ha ottenuto il premio Kaliggi d’argento per la diffusione della poesia siciliana.
Geppina Macaluso laureata in Lingue e Letterature straniere ha insegnato francese negli istituti superiori.
Ha partecipato a concorsi di poesia ottenendo premi di grande prestigio. Ha pubblicato la silloge “Stiddi a primavera” (Target Editrice, 1997).
Le sue liriche hanno suscitato vasto consenso nell’ambito della cultura, del giornalismo e del mondo accademico.
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