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Condannati a morte – by Pino Vicari

La grande testimonianza sulla Sicilia dell’immediato dopoguerra e il filo conduttore di questo libro che è anche una lezione di storia vera, di quella che se non è vissuta non si legge nei libri scolastici. Oggi c’è un grande bisogno di capire da dove veniamo, non solo ai fini storiografici ma anche ideali.
Per chi come me ha vissuto quelle vicende solo nei racconti dei protagonisti, trovo utile che Vicari abbia scelto di scrivere questo libro ripercorrendo la sua vita e le sue scelte comuni a tanti giovani di allora, combattenti politico-sindacali. Nello scritto si legge un pezzo della storia della Sicilia e dei movimenti democratici che ne segnarono l’emancipazione, nella lotta contro i feudi e la mafia. Da quei fatti prese le mosse la grande battaglia per sconfiggere il separatismo ed il banditismo in Sicilia, su cui invece poggiava parte del potere dell’epoca.
Fu quella la vera lotta di libertà che i siciliani condussero per favorire la riunificazione del paese, incamminandolo verso l’irreversibile strada della democrazia. Con quella lotta, per la seconda volta in meno di cento anni, le masse dei contadini senza terra e dei braccianti vollero un’Italia unita in uno con il miglioramento della loro vita e del loro futuro. E’ una grande lezione che ci viene trasmessa con questo scritto.
I giovani di allora scelsero la lotta anche contro l’autorità costituita, ma nella democrazia e per la realizzazione dei loro ideali. Il diritto al lavoro, il diritto alla salute, alla pensione, ad un futuro migliore, arricchiti oggi dal diritto allo studio, al tempo libero, etc.., non sono valori scomparsi, oggi si ripresentano con prepotenza alla ribalta del popolo siciliano e di grandi masse di inoccupati, di disoccupati, di senza lavoro che pressoché quotidianamente testimoniano il loro sempre più marcato distacco dalla democrazia e dalle istituzioni.
Pino VicariChi come me vuole trarre una lezione da queste pagine non può non riflettere sugli insegnamenti in esse contenute, e stimolare iniziative tendenti ad allargare le opportunità di lavoro ed il raggiungimento pieno dei diritti dei cittadini, per evitare che il distacco dalle istituzioni di masse sempre più crescenti diventi strumento di pressione contro la democrazia e l’unità del paese.
Ciò deve essere alla base della nuova sinistra democratica che, avendo superato i motivi storici delle differenze fra comunisti, socialisti, socialdemocratici e cattolici progressisti, lotti per il pieno raggiungimento dei diritti da parte dei cittadini e l’avanzamento del paese. Dobbiamo però parlare di obiettivi chiari e raggiungibili, altrimenti corriamo seriamente il rischio di non essere all’altezza di chi, guidando la lotta per le terre ai contadini, ci ha lasciato un grande patrimonio di valori e di conquiste, che, se non adeguatamente utilizzato, può fare apparire le lotte velleitarie e massimaliste, se prive della “giusta” comprensione.
Dalle pagine del libro di Pino Vicari ci viene una grande lezione che serve a rafforzare le radici del nostro albero, che deve saper dare nuovi e migliori frutti (anche se per i buoni frutti occorre operare una giusta e mirata potatura). Con questo spirito mi auguro che questo libro abbia una grande divulgazione: sapere da dove veniamo ci aiuta a sapere dove vogliamo andare.
Vladimiro Crisafulli

Pino Vicari nasce ad Enna il 2 novembre 1927 in una famiglia di minatori dello zolfo. Diventa dirigente provinciale del movimento contadino Federterra.
Ha ricoperto la carica di Segretario provinciale del Partito Comunista, è stato segretario provinciale della Camera del Lavoro CGIL.
Ha partecipato alla vita amministrativa della città di Enna come consigliere comunale per trenata anni, varie volte nella veste di Assessore comunale.

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