Le grafiche e le pitture dell’architetto Liborio La Vigna, rappresentanti alcuni angoli della Provincia di Enna, s’impongono alla nostra attenzione per la raffinatezza dello stile, la sobrietà dei colori, la sintesi esplicativa, ma anche per il linguaggio simbolico che l’artista ha voluto imprimerle.
Si capisce subito che il pittore ama la terra in cui è nato, vive ed opera. Egli, inoltre, si sente partecipe della storia della sua gente e ricerca nelle testimonianze i segni del passato con attenzione scrupolosa e, nello stesso tempo, critica.
Osserva, perciò, i monumenti, che i padri hanno realizzato, e si duole nel costatare che un patrimonio artistico, d’inestimabile valore, possa andare in rovina per l’indifferenza o peggio per l’ignoranza di tanti, che non ne vedono l’utilità.
Allora, per non farsi complice, preferisce intavolare un colloquio con le chiese, le fontane, le vie, le piazze dei nostri paesi e le ritrae nella loro funzione storica e sociale: uno scenario collettivo di religiosità e laicità; le coglie in una visione armonica e composita, fuori dalla quotidianità e, addirittura, lontane dalla invadenza disordinata dei gruppi, fino a proteggerle dal respiro umano. Paradosso? No.
Semmai un senso spiccato di pudicizia: l’uomo, ricco di sensibilità, trova nell’astrazione una valvola di sfogo, una via d’uscita, un criterio di equilibrio intellettuale.
All’architetto La Vigna, però, non basta cesellare le pietre in un ambiente metafisico, perché non ricerca in esse l’assoluto. Egli desidera eternarle anche per farle conoscere agli altri. Pertanto le immagina in un momento imprecisato, quando la luce delle stelle o del sole sa donare alle cose una vivacità forte, una bellezza pura, un candore divino.
In tale dimensione le opere d’arte acquistano una forza espressiva calda, un’identità perenne, una fisionomia sicura ed interpretano l’esigenza di un popolo che vi si rispecchia con l’animo e la mente.
Dunque il discorso dell’artista, che apparentemente può sembrare estetico, si arricchisce di una dimensione cognitiva e morale. Se un pittore riesce a sub-limare il particolare tanto da renderlo universale; se è capace di trasmettere sensazioni, emozioni e riflessioni; se crea con il fine di privilegiare il rapporto uomo-ambiente, significa che ha raggiunto una grande maturità artistica, perché pone le sue intuizioni a beneficio della comunità.
In ciò l’architetto Liborio La Vigna riesce in modo egregio.
Francesco Cuva
Liborio La Vigna è nato a Enna nel 1942 è sposato con la signora Angela, ha tre figli, Nino, Paolo e Marina e risiede a Nicosia nella sua tenuta di campagna.