Enna. Solo chi ha almeno la mia veneranda età può ricordare cos’era per noi “il surrogato”. Era una reminiscenza dell’ultima guerra, che alcuni avevano vissuto in diretta e altri in differita. In periodo di autarchia e poi più semplicemente di carestia al cioccolato fatto di semi e burro di cacao si sostituiva appunto il “surrogato”, in cui la percentuale di cacao era trascurabile se non inesistente e sostituita da altre sostanze (illipé, palma, mango e addirittura stearina).
Noi piccolini mangiavamo questo cioccolato “finto” ugualmente soddisfatti, almeno fino a quando il benessere degli anni sessanta non riportò con sé l’antico sapore. È chiaro che di surrogati ne esistevano altri, primo fra tutti il caffè d’orzo o addirittura di cicoria. Ma per quel che ce me ne cale vale il primo.
Carico di tanta memoria, mi permetto allora di surrogare un consigliere provinciale già perigliosamente surrogato in Consiglio attraverso errori ed omissioni inammissibili per il loro Presidente che, bontà sua, si immischia con competenza professionale pure nei Consigli altrui (vedi vicenda Consiglio Comunale di Enna).
L’onesto speziale di Nicosia, come lo definirebbe il maestro Shakespeare, aveva preparato un discorso per quel consiglio a cui era stato invitato e poi reietto senza giusta… surroga. Voglio portargli merito e consolazione abbandonando per una volta il supposto anonimato e dedicandogli testualmente una parte del suo intervento. Ovviamente senza virgolette, perché, come accennai al suo debutto, “Q” è una rubrica al tempo stesso singolare, per originalità e spirito, e plurale perché fatta di tante anime e di tante identità mischiate ma non per questo nascoste; identità che cambiano al cambiare delle stagioni e del clima, che cambiano al mutare del lettore e dello spirito stesso con cui si appresta a cotanta lettura.
A Verona (e ad Enna) c’è la morte per chi dispensa veleni. E allora, onesto speziale, non pago il tuo onore ma la tua povertà (di scranno).
Benvenuti all’Inferno!!! un vero e proprio “Inferno” istituzionale!
A tal proposito, accompagnati da Dante, secondo lo schema dei nove cerchi da lui tracciato, proviamo a visitare questo Inferno istituzionale e a vedere se incontriamo qualcuno di nostra conoscenza! Sono certo che le sorprese non mancheranno!
Chi incontriamo al Vestibolo, il luogo degli Ignavi, ovvero i neutrali per viltà? Alcuni dei colleghi delle giunte che vi hanno preceduti;
Al Limbo, incontriamo, ancora, altri assessori ma sono quelli che hanno lavorato tantissimo, hanno dedicato tutte le loro energie, la propria professionalità e passione ma che hanno avuto una sola grande colpa: avere avuto fiducia e stima del politico e Presidente della Provincia Dott. Giuseppe Monaco (mi riferisco in particolare agli assessori Furia, Alessi, Cardaci, Mattia e Bruno);
Al girone secondo del settimo cerchio, il luogo degli scialacquatori, come non trovare l’ex assessore prof. Fabrizio Tudisco?… (basta vedere costi-benefici di tutto quello che è riuscito a spendere per la promozione dello Sport e Turismo nel nostro territorio…);
Alla Bolgia VI dell’Ottavo Cerchio, quello degli ipocriti, coperti di cappe di piombo dentro e dorate fuori, non posso non immaginare di trovare l’On. Leanza e tutti i consiglieri del PDL e della lista Monaco Presidente, a Lui vicini, e quella parte di compagine dell’UDC, tutti quanti, adesso, in opposizione al governo Monaco per mancanza di poltrone di governo ma non di sottogoverno;
Al Pozzo dei Giganti, ultimo dei nove cerchi dell’Inferno, il luogo dei traditori dei parenti, immersi nel ghiaccio col viso rivolto in giù, chi collocare se non il personaggio più prestigioso, ovvero il nostro Presidente della Provincia?
Infatti, chiedo a me stesso e a tutti voi: “Chi ha tradito il Programma elettorale definito della “Svolta Vera”? Chi ha tradito le speranze del rilancio di un intero territorio dopo anni di dominio “rosso” della nostra provincia? Chi ha tradito un’intera coalizione elettorale? E, per ultimo, chi ha tradito la fiducia, l’impegno, il lavoro, la stima e la lealtà di alcuni dei suoi precedenti assessori, coraggiosi e tenaci?
Questa collocazione all’Inferno dantesco vuole soltanto simboleggiare il totale FALLIMENTO della politica del Presidente Monaco e delle forze politiche, a Lui fino ad oggi alleate: una compagine governativa totalmente priva di GRANDI IDEE e di GRANDI PROGETTI! Una classe politica dirigente, quella provinciale, che ha mostrato di non nutrire alcun SENTIMENTO, EMPATIA per i reali problemi che affliggono le comunità del nostro territorio!
Per tutti noi un monito, il grido di Caronte: ”Guai a voi anime prave!”
Q – Giorgio L. Borghese
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Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.