Quanta celerità nel depauperare un territorio e quanta lentezza nel riconsegnare ad esso un Suo tesoro!
Per chi, quotidianamente, affronta il groviglio delle pratiche burocratiche è sorprendente constatare che gli ostacoli al fare riguardano solo alcuni aspetti della vita economica dell’isola, sovente quelli legati alla sopravvivenza delle imprese e dei cittadini. Nulla è più farraginoso, ad esempio, della procedura eufemisticamente denominata “impresa in un giorno”.
Ma per magia, e di maghi sono stracolme le province siciliane, tutto scorre con disinvolta velocità quasi con allegria quando si tratta del progetto di una mega-discarica, incastonata nel cuore produttivo della provincia di Enna, che, se realizzata, vanificherebbe la cultura della genuinità, baluardo dei produttori agricoli ennesi.
Si ottengono, in casi come questo, autorizzazioni e visti in soli tre mesi, un baleno, ben protetti dal principio inattaccabile della “pubblica utilità”.
Ancora una volta il territorio disvela tutta la sua fragilità e l’incapacità di difendere il suo patrimonio.
Non dobbiamo girare le pagine dei quotidiani per apprendere che l’Afrodite di Morgantina al suo rientro in Sicilia verrà esposta a Palazzo dei Normanni “per decreto”. Un rientro sofferto dietro al quale si tesse il dispendio di energie di molti uomini di buona volontà. Ma tra gli addetti ai lavori la “malsana intenzione” si fiutava già nel 2009.
Poi un susseguirsi di incontri tecnici, di riunioni informali, di sopralluoghi e di illusori accordi. Centinaia di ore perdute. Una strategia?
L’agognato rientro, divenuto per tutti il simbolo della rinascita, ha creato grandi attese negli operatori turistici, negli imprenditori, nei commercianti ed in quanti trarrebbero benefici offrendo servizi collaterali. Molti imprenditori stanno predisponendo trasformazioni aziendali per affrontare con dignità e competenza il previsto flusso dei visitatori.
La politica regionale non ha di certo riflettuto sulle ripercussioni negative che tale decisione determina su una comunità da troppo tempo consegnata all’oblio.
L’opportunità di riscatto negata al territorio aggraverebbe la già compromessa economia dell’intera provincia. Non possono essere mortificate, in particolare, le speranze dei cittadini di Aidone. Non sopporteremo il secondo scippo, più cruento ed incivile del precedente, poggeremo sulla seggiola il nostro tradizionale costume pacifista ed imbelle, non lasceremo nulla di intentato affinché la “Venere aidonese” ritorni nel suo luogo d’origine. È la storia che lo richiede e la storia va scritta con consapevolezza. Attualmente, solo un azionismo intransigente e trasversale che coinvolga la collettività può opporsi al decisionismo scellerato di chi ci governa.
E se per accelerare il rientro a casa del nostro tesoro fosse necessaria la nomina di un soggetto con poteri straordinari…commissario sia! Ma questa volta, cortesemente, auspichiamo che non venga scelto tra i soliti proconsoli romani.
Nietta Bruno
Presidente Consorzio Agriturismi Enna