Vi ho mai parlato di Caparezza? Mi pare proprio di averlo fatto al nostro primo incontro. C’è una sua canzone in cui l’imputato Rezza Capa, accusato di vilipendio del turismo di massa viene chiamato a discolparsi. “Non ora, signor giudice – risponde – sto giocando ai videogames”.
Orbene, il nostro amato sindaco di Enna è stato sgamato (dal verbo “sgamare”: farsi scoprire mentre giochi ai games) durante un consiglio comunale a cui non partecipava, mentre si teneva in contatto con i propri concittadini attraverso il noto social network Facebook.
Intanto la parola stessa lo giustifica: “social network” vuol dire “rete sociale” e questo è l’ambiente giusto per un primo cittadino, in particolare se avanzato nella comunicazione e per giunta di sinistra come il nostro. Certo, se vi dico la parola “face book”, così bella staccata, è ancora meglio perché individua grossomodo di cosa stiamo parlando. “Libro delle facce” è una traduzione forse impropria ma assomiglia ad una nuova idea dell’anagrafe, completa di profilo e di foto dei cittadini, estesa alle loro preferenze in fatto di musica, cinema e bed & breakfast, piuttosto che di altezza peso e colore di occhi e capelli. Se invece ho sbagliato nella traduzione, avremo una seconda immagine, non proprio elegante: “faccia da libro”, che è meglio di altre facce ben note (normalmente offensive), ma non mi pare proprio un complimento.
Cosa si lamentano a fare i signori consiglieri di opposizione? Volevano un sindaco moderno, ne hanno uno interattivo, web 2.0. Ma credo che non stia lì il punto: è che al Consiglio non piace la musica reggae e di Bob Marley in particolare. Piuttosto, signor sindaco, quando dai l’“amicizia” stai attento perché qualcuno di questi poi fa la spia. Sicuramente c’è qualcuno dell’opposizione, o con qualche suo parente o affine, o magari qualcuno proprio del PD, la parte che ti appoggia!
Ma lasciamo stare il primo cittadino di Enna per ricordare che non è il primo uomo pubblico beccato su Facebook in momenti istituzionali: qualche anno fa, l’allora assessore provinciale Tudisco fu “beccato” nella stessa situazione mentre disertava una riunione al vertice sul rientro della Venere di Morgantina.
Ma in quel caso l’uomo politico fu assolto dalle opposizioni perché era pur sempre l’assessore allo sport, turismo e spettacolo ed era dunque nel pieno svolgimento delle proprie funzioni, soprattutto per quanto riguardava lo sport e lo spettacolo, visto che quanto a turismo mi pare che il suo largo impegno ha fatto sì che ci troviamo ancora al punto di partenza, come ho spiegato qualche mese fa parlando del rientro della Dea.
È pur vero che il pesce puzza dalla testa, e c’è stato qualche giorno fa un signor deputato sgamato con l’Ipad a cliccare sulle donnine nude in Parlamento (no, non erano le donnine nude ad essere in Parlamento, come viene da pensare a voi sporcaccioni e comunisti, ma il deputato).
Sarà per colpa di questo innocuo vizietto che le cose, nel nostro paese vanno male? Sarà per colpa di questo innocuo vizietto, molto più innocuo e veniale rispetto a quelli romani, che non si capisce assolutamente niente di ciò che avviene di questi tempi alla Provincia Regionale e al Comune di Enna?
Alla Provincia hanno bandito ufficialmente internet, almeno dalla Giunta, anche se forse non è stata una scelta ma una conseguenza dell’età media degli assessori. Adesso per lo meno l’isolamento è assoluto e quello che si intravede dal buco della serratura è soggetto a libera interpretazione.
Al Comune invece è tutto un’agitarsi per niente. Nonostante l’impegno dei consiglieri, non si cava un ragno dal buco. Gli assessori sono tutti giovani, belli e trasparenti al punto che puoi vedere quello che c’è dietro. Se qualcuno è on-line in questo momento può dargli una mano?
Sempre vostro Q.
Q – Giorgio L. Borghese
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Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.
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