Torni dalle ferie o ti prepari a partire ma lo sgomento rimane lo stesso.
Notizia numero uno. Il Sindaco, il Sindaco di Enna, mica quello di Milano, si impegna per fare una moschea in città. Probabilmente intende trasformare a tale scopo la chiesa di S.Michele che è rivolta verso la città santa, ed ha bisogno di interventi urgenti, anche se è attaccata, ma proprio appiccicata alla Soprintendenza. Parlo di S.Michele perché avrà pudore di farlo con quella di S.Marco (che è l’altra orientata secondo l’asse nord-sud anziché est-ovest come tutte le altre) se non altro perché ci sono colà le suore Carmelitane di clausura da almeno cinquecento anni.
Non si è accorto, l’intrepido moresco (avete visto le sembianze e il colore dell’incarnato?), che talune chiese versano in condizioni disastrose (vedi S.Teresa) e una, quella della popolosa parrocchia di S.Lucia, è ospitata tuttora in un magazzino? Almeno il suo cristianissimo predecessore aveva trasformato l’antica chiesa di S.Paolo in un caffè letterario, che non sarà il massimo in fatto di religiosità ma almeno lì si bevono alcolici e dunque i musulmani non possono entrare! Pur con tanto rispetto per i seguaci dell’islam.
Notizia numero due. Mentre sono in cantiere opere così fondamentali (siamo a Mazara del Vallo o a Lampedusa quanto a immigrati dal Magreb o dal resto dell’Africa islamica, anche se non ce ne siamo accorti mai), qualcuno ha ancora l’ardire di parlare di traffico in questa città desolata. Ma per fortuna pare che né Sindaco né assessori intendano ripercorrere le impervie strade dell’architetto loro predecessore, che almeno ci aveva provato. Fanno bene, perché almeno tutti si possono lamentare liberamente ma non possono prendersela con nessuno. “Chi niente fa niente sbaglia”, diceva il proverbio, e la giunta tecnica si guarda bene dal fare anche solo atti tecnici. Le strade ennesi non sopportano rivoluzioni copernicane, a maggior ragione con la “panoramica” chiusa, ma qualche piccolo intervento qua e là per fluidificare i percorsi e in qualche caso (vedi viale Trieste) impedire l’ingorgo si potrebbe pure fare. La Panoramica è e resterà chiusa ancora per anni perché ci vogliono i soldi, tanti soldi e un po’ di sagacia politica, che da quelle parti sonnecchia. Ma allora perché non si riapre l’anello attorno al carcere chiuso da tempo immemorabile, che mi sembra veramente cosa da pochi spiccioli e solo un po’ di buona volontà? E perché non si dà una sistematina, ad esempio, alla via della Cooperazione e dintorni, che sembra una pista da motocross? Broom.
Notizia numero tre. L’ex assessore alla politiche sociali della Regione Siciliana si è fatto pescare con le mani nel sacco, anzi nell’acqua. Un semplice errore tecnico, come l’ha chiamato lui, ha fatto accorrere elicotteri della Forestale, Guardia di Finanza, Polizia a cavallo e Carabinieri in alta uniforme oltre che uno stuolo di giornalisti in tenuta anti sommossa che da almeno tre giorni ci fanno vedere la foto dell’onorevole e a volte pure quella di suo fratello, tanto per allargare la cosa, visto che non c’è molto altro su cui divertirsi e fare notizia. Non credo che siano queste le cose che screditano un politico, dopo tutto quello che leggiamo giornalmente su ben altri onorevoli nazionali e regionali e quello che non leggiamo da anni su di lui, ma almeno un po’ d’attenzione sulle pratiche burocratiche il nostro avrebbe potuto metterla, se non altro per dare il buon esempio. Anziché darne uno cattivo.
Notizia numero zero. Scorrendo ViviEnna dal basso verso l’alto mi imbatto in un articolo che parla di Piano Regolatore di Enna. Per un attimo mi illudo. Ma non parla dell’approvazione del P.R.G. o di una nuova definitiva presentazione in Consiglio Comunale. Parla del Piano che si continua a non fare. Lo scrive un attento osservatore, lo conosco, è un esperto, un urbanista. Più su, fra le altre notizie, scopro che è stata almeno rinnovata la Commissione Urbanistica comunale di Enna. Mi aspetto di trovarci il nome del bravo urbanista di prima o almeno di una bravo architetto, o di un buon ingegnere, o di un esperto geologo. E invece no, oltre alla componente politica, che rimane presente anche se sono passati anni dalla Bassanini, i due esperti sono un geometra e un avvocato. Il primo non è per legge autorizzato a fare strumenti urbanistici, ma nemmeno lottizzazioni (per chi voleva fare il maligno) e dunque non si capisce a cosa serva e quale contributo possa dare; il secondo servirà di certo, nelle intenzioni di chi lo ha nominato, ad evitare qualche denuncia. Forse per omissione di soccorso.
Q – Giorgio L. Borghese
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Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.