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Q – ENNA ADDIO

borghese 3La Provincia di Enna deve scomparire? Bene. Per quanto mi riguarda può scomparire benissimo perché non capisco cosa ci stia a fare.
Sempre per quanto mi riguarda dovrebbero abolire pure il Comune di Enna, perché capisco benissimo cosa ci sta a fare, ma questo viene dopo.
Cominciamo dalla Provincia. Il capoluogo è praticamente isolato: la panoramica è morta e sepolta e per uno strano caso hanno il progetto esecutivo approvato, ma lo stesso non si ottiene un euro. La strada Valguarnera-Piazza Armerina è morta e sepolta e non sappiamo nemmeno se hanno fatto il progetto. Un uomo dalle tante risorse e dalla grande esperienza come l’assessore ai lavori pubblici non riesce a cavare un ragno dal buco ma è bravissimo a fare polemiche. Nell’ultimo numero di Enna Provincia che ho avuto in mano (ma è vecchio di diversi mesi) il vice presidente (che è lo stesso), anziché parlare di strade e altre opere da fare, fa polemica con l’Università sulla casa dello studente ex Savarese, che non ha fatto lui né qualche suo predecessore e forse rimane chiusa e alla mercé dei vandali anche per colpa di queste polemiche. Nello stesso numero l’ottimo assessore a qualcos’altro invece parla della Nord-Sud, di cui invece avrebbe dovuto parlare lui. Penso che ci sia qualcosa che non va. Per il resto non si sente volare una mosca né una zanzara né un airone cenerino.
Ci sarà allora qualcosa che stanno facendo alla Provincia Regionale? Ma certo: hanno fatto causa al Genio Civile e l’hanno vinta per aver perso la scala mobile. Proprio un bel risultato: ci ridaranno i trenta milioni misteriosamente scomparsi due anni fa? Nemmeno per sogno: se va bene recupereremo ottomila euro! Saldo passivo di ventinovemilioni novecentoduemila euro. Complimenti! Qualcuno poi dovrebbe dirmi se veramente la volevano alla Provincia quella scala mobile o se invece sono stati sotto sotto contenti. Ispirati all’opera “I Miserabili” di Victor Hugo, hanno chiesto di recuperare i soldi del bando! Certamente mi sbaglio, perché i valenti avvocati (che non conosco e di cui non conosco le eventuali parcelle) avranno invece richiesto i danni reali: progetto, valutazione d’impatto ambientale, mancata realizzazione dell’opera, danni morali, etc… Ma mi domando e dico: perché un progetto già approvato sia stato mandato di nuovo in approvazione? non lo capirò mai o forse nessuno si è degnato di spiegarmelo. A me e a tutti quelli che non abbiamo capito e siamo tanti. Tanti, non tonti.
I danni morali dovremmo chiederli noi, ma a loro, per manifesta incapacità di intendere e di volere, politicamente parlando, è ovvio.
Ma torniamo alla panoramica. Dicono che non viene finanziata perché l’amministrazione è di colore avverso al ministro. Ma noi sappiamo di che colore è l’amministrazione della Provincia? Io no.
Sappiamo e so di che colore è invece l’amministrazione comunale di Enna: flying dog colour (letteralmente colore di cane che corre).Nell’insipienza più assoluta, in un’amministrazione quasi tecnica, per un po’ tecnica e per un po’ no, solo due assessori sono assurti all’onore della cronaca; e dunque solo di due assessori conosco il nome: tutti e due Luigi, uno Gino e l’altro Gigi. E a quanto pare non sono il solo. Anche l’opposizione ne conosce solo due: l’assessore ai lavori pubblici e quello al verde pubblico, e dunque se la prende con loro.
Cominciamo con il secondo: il buon Gigi fa di tutto, porta persino gli operai in cantiere, lavora con loro, passa la giornata a consigliarli e controllarli. Mi risulta che addirittura gli impiegati gli vogliono bene, cosa assai rara in Municipio. E questo è veramente troppo. Di cosa lo accusano allora i cattivacci? Di lavorare forse troppo? Non lo sapremo mai.
L’altra vicenda è invece molto più interessante: l’assessore ai lavori pubblici e immagino all’urbanistica, viene accusato di inerzia davanti ai lavori di edilizia privata lungo la via Pergusina. Tutti sanno benissimo che lui non c’entra nulla, anzi che in questi casi così privati è meglio essere inerti che troppo attivi, come dicono malignamente che facciano altri (in altri luoghi e in tempi lontani, naturalmente). E allora perché se la prendono con lui? Mistero. Se la fossero presa con lui per il Piano regolatore che il sindaco aveva portato in Consiglio comunale quando era assessore quattro o cinque anni fa, allora sì che si sarebbe trattato di inerzia. E invece se la prendono per una cosa che chiara non è mai stata. Se il Piano regolatore hanno sempre detto che era esaurito quanto a zone edificabili, com’è possibile che si è cominciato a costruire di nuovo solo in questi ultimi tempi in un posto così vicino al quadrivio S.Anna e dunque più appetitoso per le imprese? E come è possibile che se il piano regolatore non c’è , lì è prevista invece una strada?
Siccome ho poca memoria sono andato a cercare in biblioteca i giornali di questi ultimi anni, poi ho chiesto a qualche amico e ho scoperto che tutta queste costruzioni lungo la Pergusina prima non si potevano fare perché c’era il vincolo del bosco di Baronessa. E che questo vincolo è stato tolto qualche anno fa dal Consiglio Comunale con una delibera che dice che quello è “parco urbano”. Così il bosco resta bosco nella realtà ma per la legge non è più bosco e si può costruire. Non capisco come è possibile ma dicono che è così. E mi dicono pure che alcuni che ora protestano contro questo buon uomo dell’assessore, prima hanno votato quella delibera. Mistero due volte.
Ora voglio vedere cosa farà il sindaco e cosa faranno i partiti politici, i mezzi partiti politici, e gli uomini sparsi che lo sostengono. Il sindaco farà come ha fatto di recente: toglierà l’urbanistica all’assessore ai lavori pubblici e lo darà a quello del verde pubblico e viceversa. Cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia: due erano gli assessori conosciuti e due resteranno. Gli altri invece resteranno nell’oblio, nel nulla che avanza.
Purtroppo però, mentre le province scompariranno, i comuni resteranno in vita. Si può chiamare vita quella del Comune di Enna? Beh diciamo che sopravviverà in uno stato vegetale. Si tratterà di accanimento terapeutico, e la colpa, ancora una volta, sarà del buon Gigi.

25 ottobre 2011

Q – Giorgio L. Borghese


Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.

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