martedì , Aprile 23 2024

Gianfalco. L’ultima riforma: le dimissioni a tempo. Come lo yogurth…

Gianni Falcone. L’ultima riforma: le dimissioni a tempo. Come lo yogurth…



gianfalco.it



Dice che se ne andrà dopo la legge di stabilità. Ma non ha precisato la stabilità di chi…


Il grande bluff? Ma a perdere è l’Italia!
Neppure il tempo di rallegrarsi e si è ripiombati in una confusione anche maggiore: l’incubo continua. B ha dato ragione Bossi, né avanti, né indietro, solo uno spostamento laterale per vedere il tempo che fa…dopo avere blindato l’iniziativa politica con la richiesta di monitoraggio al Fondo Monetario Internazionale e agli ispettori UE, che costringe chiunque vi metta mano a rispettare almeno quanto promesso a Cannes, un “pacco” che può essere implementato ma non depauperato, si è ripreso il coltello dalla parte del manico, nessuno oggi nei commenti mostra di farsi illusione sul fatto che rispetterà la parola data a Napolitano. Se il maxiemendamento, con un escamotage come quello di ieri sarà approvato, ai suoi elettori, al popolo, farà digerire l’amara medicina, dicendo che non se ne poteva fare a meno perché lo chiedono i mercati, il FMI, la EU.. e intanto avrà salvato i soliti poveri ricchi che non dovranno temere nulla finché l’iniziativa è nelle sue mani. Quanto all’opposizione qualunque siano le scelte avranno perso: se lo bocciano, visto che il testo è blindato e per molti versi inaccettabile, saranno accusati di irresponsabilità, se lo approvano o in qualche modo favoriscono il raggiungimento del quorum saranno accusati di fare macelleria sociale.
Comunque sia è una débâcle e i mercati ci stanno punendo senza pietà.
L’accusa maggiore che oggi si fa all’opposizione è la mancanza di unità e di progettualità comune; restando, come appare sempre più probabile, questa oscenità di sistema elettorale che costringe per forza a stare insieme, dando per scontato che partiti così diversi tra di loro non possono condividere tutto di tutto, perché non fare una forte coalizione con un programma comune limitato alle politiche sociali e finanziarie e lasciare che sulle altre materie, soprattutto quelle etiche si possa tutte le volte che sia necessario votare liberamente, “secondo coscienza” accettando democraticamente il risultato del voto qualunque esso sia?
Francesca Ciantia

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