Di fronte ai continui, frequenti e massici attacchi al territorio ed al suolo ancora libero l’unica vera proposta per poter salvare ancora quel che resta è proclamare una moratoria edilizia del Comune di Enna. E non si scandalizzi nessuno. E’ oramai da tempo che la città di Enna non può più sopportare il continuo attacco al territorio ad opera di una imprenditoria edilizia, il più delle volte ignorante ed arrogante, ad una capacità tecnico-architettonica priva di qualsivoglia qualità e del minimo riferimento, nell’edilizia, a rapporti morfo-tipoligici assonanti preoccupata solamente a far “quadrare” standards edilizi obsoleti che si materializzano solo in enormi parallelepipedi amorfi o ridondanti di bruttezza.
Possiamo ben affermare che la qualità non abita ad Enna anzi il tutto ci fa pensare che siamo di fronte ad un continuo ed umiliante degrado edilizio, urbanistico, sociale: della qualità della vita.
E’ la città dell’assenza. Assente, soprattutto, una politica urbanistica e del governo della città fatta di episodi isolati mal riusciti e sconnessi tra loro.
E’ la città dell’assenza funzionale solo verso quegli interessi espansivi ingiustificati ed ingiustificabili.
Ci chiediamo come si può ancora costruire di fronte ad una città che non solo nel corso degli anni non ha vissuto le magnifiche sorti e progressive di un fantomatico sviluppo demografico e di attività avanzate, la cui presenza dell’Università è servita solo ad alimentare un ulteriore distorto mercato immobiliare, ma è una città, Enna, che ad ogni censimento (compreso quest’ultimo del 2011) perde abitanti.
Di fronte a questa progressiva desertificazione demografica si risponde con continuo consumo di suolo funzionale solo ad alimentare la rendita edilizia parassitaria, provocando un dilatamento dell’urbanizzazione con costi notevoli per la collettività in termini di servizi urbani.
Ed è anche vero che per Enna funziona benissimo anche la teoria della distrazione di massa. Invece di far parlare la cittadinanza sulle problematiche urbane e le disfunzioni continue, prima fra tutte quella dell’accessibilità e della mobilità urbane, si preferisce alimentare un inutile discorso sulla ingombrante presenza, per alcuni, di un inerme bronzeo Mazzini.
Oggi possiamo affermare di fronte alla distruzione che subisce quotidianamente il territorio ennese che siamo di fronte non ad una inerzia della politica urbanistica ma alla completa e responsabile assenza di qualunque intervento teso al risparmio del suolo e alla riqualificazione della vita urbana e dei contesti edificati, soprattutto quello storico.
Piangeremo (e qualcuno ipocritamente si strapperà le vesti) quando le pendici della città preda anche loro dell’urbanizzazione vorace perderanno qualunque stabilità ed assisteremo allo scivolamento, a valle, dei versanti.
Giuseppe Claudio Vitale – Urbanista
Consulenza Ippodamo da Mileto – Urbanista