Un promotore culturale e scrittore, Mario Liberto ed un poeta, Nicola Romano (1), fanno da cornice al libro ed al DVD, “Cortometraggi e recital”, con le regia di Alberto Russo, e alle poesie ed ai racconti di Marcello Serretta (2),pubblicati dalla Ilapalma di Palermo.
La sensibilità sociale e l’amore per i diseredati dell’autore, emergono sin dalle prime pagine dei racconti, come dai versi “comunicativi e spontanei “, scrive N.Romano, nella Postfazione.
Il Nostro dedica il volume a Fratel Biagio Conte, fondatore della missione “Speranza e carità” di Palermo, colpito durante questa estate da mano ignota, mentre inchiodato, come alcuni “ultimi” che amorevolmente assisteva, su una sedia a rotelle, dedicava loro, quasi “fiori appassiti raccolti nella polvere”, energie, amore, cure.
La città capoluogo della Sicilia, che vive i dramma sociale della disoccupazione, raggiunta dalla crisi economica del Paese, subisce anche quest’onta e questa violenza inaudita, che solo i poeti riescono ad attenuare e che i nuovi politici denunciano (3).
Serretta ha vissuto i disagi dell’emigrazione in famiglia e li condensa nel volume “Mi racconto…Vi racconto “, (2) con un verismo, un taglio di modernità, una delicatezza espressiva, che emergono distinte e scolpiscono personaggi, familiari e conoscenti, protagonisti delle dure giornate e degli anni di una nefasta guerra dimenticata (1940-45), dissepolti dal loro dolore dall’anima di un letterato e poeta, cantore della pace e della solidarietà umana.
Ed accanto alle vicissitudini familiari del Serretta, “quasi in un diario”, emergono d’un tratto nella memoria del lettore i giovani, i commilitoni del padre dell’autore e di lui stesso, con la drammaticità di coloro che hanno visto negata la loro giovinezza, al cui confronto stride la condizione, pur sofferta, della generazione del precariato, presente nel nostro tempo, nell’attesa speranzosa di un futuro, anche se tutto da conquistare e costruire, come fecero i reduci del conflitto mondiale, assistiti dai familiari e animati da una grande passione democratica e partecipativa.
Vicini a loro gli assistiti di Biagio Conte, gli anziani senza famiglia e senza un tetto, gli immigrati di oggi ed i nuovi giovani emigrati dal Sud del mondo.
E ci sorregge la testimonianza di quanti nella nostra Isola hanno svolto un’opera eccellente di solidarietà e di amore verso gli emigrati, di padre Azzara, che, recentemente, Salvatore Agueci (4), un altro poeta e scrittore, con Anita Buttacavoli hanno voluto far rivivere, perché il suo esempio fosse di insegnamento, ricordato in CNTN da F.Sortino.
Nel mondo degli egoismi e della indifferenza per i senza lavoro, i senza famiglia, i senza un tetto, i senza assistenza, che hanno tentato le vie del mondo, alla ricerca di una occupazione e di opportunità per crescere, per affermarsi, senza dimenticare la terra che ha dato loro i natali, senza rimproverarci se tra le cause del loro analfabetismo c’è una parte di responsabilità in chi è rimasto a casa, tra i familiari, gli amici, i conoscenti, specie se in tempo di pace (5).
Quello di Serretta è un diario, una autobiografia, una pagina letteraria, in cui riscontriamo la storia e l’odissea di un quasi analfabeta della letteratura classica, partecipe di una terra ricca di talenti, di fantasia, di intuito, di cultura diffusa, di voglia di raccontare, per dovere civico, nei riguardi del prossimo, di farsi trasmettitore di valori, di tradizioni, di racconti, che esplodono, senza rancori, con solo amorevole nostalgia, anche quando si è stati avari da parte delle istituzioni e delle strutture scolastiche, professionali, sociali.
Il volume del Nostro si collega, silenziosamente, nella storia dei letterati umili della Sicilia più vera e popolare, alle “memorie” di Antonio Sbirziola (6), l’emigrante di Butera (CL), partito per l’Australia e vincitore del Premio Pieve nel 2006, alla “Spartenza” per gli Stati Uniti, del contadino pastore, Tommaso Bordonaro di Bolognetta, alla Terra matta” di Vincenzo Rabbito (7), dal quale Costanza Quatriglio ha tratto un film che ha riscosso un grande plauso a Venezia (8), a Castrenze Chimento, (9) ed ai tanti altri siciliani, molti ancora da noi sconosciuti, che nel mondo,tra le comunità dei corregionali, è andato a premiare l’Avv.Mimmo Azzia, il Presidente di Sicilia Mondo (10), per i loro scritti, nel dialetto dell’Isola, che fanno della nostra cultura un serbatoio di suoni, linguaggi, storie e civiltà.
Serretta scrive in italiano i racconti del libro al nostro esame, ed in essi c’è la storia luttuosa della guerra, come in Vincenzo Rabbito, ma le piu’ belle poesie presenti nel testo, le delibiamo nel dialetto siculo, imparato forse da ragazzo in Tunisia dal padre e poi nelle relazioni con i compagni di scuola a Palermo, a Capaci o Isola delle Femmine: cultura, usi, costumi, tradizioni riesplodono come in Matteo Chiaramonte di Castelvetrano (11), come nei cantori popolari trapanasi, come in Giardina e in Ignazio Buttitta.
Il Nostro “Non vuole inseguire il folklore”, scrive nella postfazione N.Romano (1), “ma vuole inseguire la tradizione, lui che non è nato su terra siciliana, ma ha assimilato nel tempo la cultura siciliana e non ultimo, per affermare il valore della tradizione, si esprime nel registro del Siciliano, che è un valore che bisogna nutrire e portare avanti, nonostante la volgare globalizzazione del nostro tempo”.
Il profugo dalla Tunisia nella giovinezza passata a Palermo ora si sofferma sulla attesa per ” u pani cu a meusa” o lu pani e panelle, o gli “sfinciuni e sfinciuneddi”, forse all’uscita dall’istituto tecnico di ragioneria “F.Crispi”, quando “arriva cu na lapa/cunzata a baldacchinu, /pi vinniri sfinciuni/comu a un gran fistinu/.. e riporta un pezzo della città di Palermo nel mondo, quasi eco misterioso del ricordo portato dai nostri emigranti ed invito a tornare, magari come turisti a ricevere premi, per non avere dimenticato i valori umani di una terra difficile,che anche nelle difficoltà sa ancora cantare e raccontare.
O scrive della sua ispirazione poetica: “cerco cosa e come possa esprimermi per creare, condividere, sognare e far sognare… Ecco, nasce così la poesia”, per Serretta, “ e la senti ribollire nelle tue vene, andare per siti e cieli infiniti, senza tema di incontrare cancelli chiusi, vicoli ciechi, poichè si libra incontrastata verso cieli spaziosi e profondi abissi”.
Serretta ha subito il trauma della guerra e ne ricorda, come un canto accorato di liberazione, come un auspicio alla pace, la fine che rimane nelle carni e nella storia delle famiglie: “La guerra finiu….finiu?/ E pi cu finiu?/P’i matri chi chiancinu li figli…finiu? / P’i chiddica persiru vrazza o ammi…finiu?/P’i tutti l’autri finiu sta guerra maliritta!/P’i chiddi ….continua…/abbruciannu l’arma zitta zitta! /Sunnu lacrimi di sangu c’asciucano lu cori!/ Lu paisi ora arrivisci…sta genti mori! /.
E la poesia diventa in Serretta preghiera: “O signuruzzu meu,/ sunnu dumila anni ca prèrichi/,duemila anni ca pirduni,/duemila anni ca t’inchiuvamu!/Duemila anni ca speri/, duemila anni ca aspetti…/Surdu aiu statu,/ Cori di petra!/ Ora ca sentu lu to richiamu, /chianciu,ti cercu e t’amu!.”
L’incontro con la fede, con Cristo è l’evangelica apertura agli altri, relazione vissuta dedicando il volume a Biagio Conte, il laico seguace di Francesco d’Assisi, dichiarando i suoi sentimenti d’amore per la pace e per il prossimo, per gli anziani, per i sofferenti dell’umanità.
Ferdinando Russo
onnandorusso@alice.it
1) M.Serretta, Mi racconto….Vi racconto , con Prefazione di Mario Liberto e Postfazione di Nicola Romano,Euroservice Grafica per l’I.l.a. Palma Mazzone Produzioni, Palermo 2011
2) M.Serretta, Poesie in Cortometraggi e recital di poesie scritte e recitate da Marcello Serretta, regia di Alberto Russo,DVD videodurata min.24×30, Palermo 2010
3) A.Russo, su Biagio Conte in www.vivienna.it o www.CNTN.it in Lettera aperta a Casini di A.Russo-Anno XIII,Palermo 2012
4) S.Agueci, (a cura), e Anita Buttacavoli in Francesco Paolo Azzara ,Trent’anni in Emigrazione, Prefazione di Ferdinando Russo ,Arti Grafiche Campo,Alcamo Luglio 2012, in Saggi e Monografie, Collana diretta da Ugo Zingales
5) S.Ferlita, Diario di Emigrante, L’odissea di un analfabeta e il bis di “Terra matta” in la Repubblica, Palermo,18 settembre,2012.
6) A.Sbirziola , “Povero,onesto e gentiluomo”.Un emigrante in Australia 1954-1961” con prefazione di Antonio Gibelli,Editore Il Mulino ,2012
7) V.Rabbito,”Terra Matta
8) C.Chimento, L’Odissea della mia vita,
9) C.Quatriglio,in Chimento e gli altri Siciliani alla sfida della scrittura ,in la Repubblica di Palermo 18 settembre 2012.
10) D.Azzia, in www.siciliamondo.it