Lucio Morgano è un poliziotto. Questo libro racconta la sua storia da quando giovane recluta viene mandato a Milano e si guadagna sul campo oltre al soprannome di “Barbetta”, la fama di abile investigatore, uno dei più temuti dalla malavita milanese che, non a caso, lo condanna a morte. Morgano assicura alla giustizia centinaia di delinquenti, sventa rapine ed attentati dinamitardi, affronta conflitti a fuoco, si merita l’attenzione dei mass media che lo esaltano per la sua efficienza e professionalità. Ma la storia di Morgano è anche una storia scomoda perché “Barbetta” s’impegna intensamente nell’attività sindacale diventando uno dei fondatori e dei primi segretari del più agguerrito sindacato delle Forze dell’Ordine. Questo suo impegno non è ben visto dai suoi superiori, i suoi brillanti risultati investigativi gli attirano diversi rancori e l’invidia di molti. “Barbetta” si guadagna la fama di “rompiscatole”, anche perché non sta zitto, non si adegua, non gira la testa dall’altra parte facendo finta di non vedere certi fenomeni di malcostume diffusi tra alcuni suoi colleghi. Non sopporta l’inerzia burocratica, non accetta gli atteggiamenti spocchiosi di alcuni boiardi più preoccupati delle loro camere e delle loro poltrone che dell’efficienza dell’istituzione cui appartengono, non si lascia incantare dai comportamenti strumentali di certi politici bravi solo a fare promesse e a versare qualche retorica lacrima di coccodrillo quando ci scappa il morto. Per tutte queste ragioni, Morgano, “il rompiscatole” viene gradualmente marginalizzato, inizia ad essere colpito da provvedimenti disciplinari, trasferimenti ingiustificati, minacce, sgarri e dispetti d’ogni sorta e infine, nell’ennesimo tentativo di “rimetterlo in riga”, viene sepolto da ben 42 capi d’imputazione, di natura penale, che rasentano il ridicolo se non fossero grotteschi. “Barbetta” viene sempre scagionato in istruttoria per non aver commesso nessuno dei fatti ascrittigli. La storia di Morgano è una storia dell’Italia di oggi, la storia scomoda di un poliziotto vero, di chi, guardandosi ogni mattino allo specchio non si deve vergognare di ciò che vede.
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