Scoprire un artista vero attraverso un libro e riconoscere i tanti protagonisti che vissero con lui ecco quello che accade a chi legga con attenzione l’ ultimo libro di Liborio Michele Coppola “Antonio Superotto”.
Definire il libro una semplice monografia di Antonio Maddeo, artista ennese, risulta una restrizione rispetto a quello che il libro offre realmente nelle sue 210 pagine.
Si incontrano infatti personaggi attraverso l’io narrante di Liborio Michele Coppola che si presentano assolutamente chiari agli occhi di chi ha vissuto i giorni di Antonio Maddeo e quelli successivi alla sua scomparsa.
Un linguaggio insolito per una monografia pieno di frasi, a volte seguite da paradossali traduzioni di termini dialettali, che rendono chiara a tutti l’atmosfera degli anni in cui i sentimenti e le ingenuità del dopo guerra e delle disillusioni del dopo boom.
Una galleria silenziosa dove i nomi si sostituiscono ad azioni, a fatti che rendono le caratteristiche di una generazione controcorrente che si trovò a vivere “la contestazione” in una città quale è quella di Enna.
Si ritrovano così le “scelte proibite” portate avanti con coraggio per primo da Antonio Maddeo, di schierarsi con una sinistra realmente “comunista” e non “socialista” che tutto chiedeva meno che protagonismo e cariche, ma che deluse Maddeo artista, diventato post mortem una sorta di vessillo per chi in fondo di lui non conosce nulla.
Nato nel 1936, scomparso nel 1994, figlio di un dipendente del genio civile di Enna, Antonio Maddeo dopo gli studi superiori al liceo classico Napoleone Colajanni, iniziò a dedicarsi alla fotografia, al teatro, al cinema, “per vivere” fu dirigente dell’Inail, ma fu principalmente un artista libero e capace di dire ciò che sentiva, ritagliando sempre spazi perfetti per essere animatore di iniziative culturali e regista cinematografico. Antonio Maddeo pur affascinato dal mondo di celluloide non cedette mai a quella che era la sete di una gloria senza sentimenti e non volle mai separarsi da questa sua città di Enna rimanendo forse un sedotto abbandonato dal mondo beffardo del cinema. Dell’Antonio Maddeo regista rimangono i suoi corti, pieni di denunce sulle luci ed ombre della realtà che lo circondava.
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