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Enna. Il carnevale e i veglioni di un tempo

E’ tempo di carnevale…è tempo di veglioni: un binomio, questo, che Enna (allora Castrogiovanni) sposò sin dalla seconda metà dell’Ottocento, appena qualche anno dopo l’inaugurazione del Teatro Comunale Garibaldi avvenuta nel 1872. Il primo programma di Veglioni rintracciato negli archivi storici porta la data del 1876. La platea del teatro veniva trasformata in una grande pista da ballo (una pedana in legno prendeva il posto delle poltrone) e il palcoscenico veniva in parte occupato dalle sedie e dai leggii dell’orchestra che suonava ininterrottamente fino all’alba.
I Veglioni a teatro ebbero gran successo per oltre un secolo, con due sole sospensioni dovute agli eventi bellici della prima e della seconda guerra mondiale. Quest’ultima sospensione durò solo due anni perché già nel 1945, un anno e mezzo dopo lo sbarco degli anglo-americani, si organizzarono nuovamente le serate carnevalesche e non solo al Garibaldi, ma in tutte le sale pubbliche fruibili della città (circoli, locali parrocchiali, dopolavori ecc.), insomma fu una corsa al divertimento, forse…per dimenticare i giorni terribili della guerra con le sue privazioni.
“L’Enal (Ente Nazionale Assistenza Lavoratori) […] ha inaugurato i balli del periodo prettamente carnevalesco con un veglione organizzato la sera di giovedì grasso”. Così il giornalista Nello Gandini iniziò il resoconto di quella serata in un articolo pubblicato sul giornale locale “Il Solco” del 28 febbraio 1946; “Circa l’orchestra, basta dire che si trattava dei ‘Diavoli Bianchi’ diretta dai maestri Creazzo e Assennato; una ‘polka’ composta dal M° Assennato ha riscosso i più vivi consensi, un “Valzer della neve” lento e languido, ha incontrato il gradimento del pubblico”, scrisse ancora Gandini. Nel 1947 scoppiò una vera ‘carnevale-mania’: furono organizzati ben 21 veglioni (da San Silvestro a martedì grasso) oltre a quello di mezza Quaresima. All’orchestra dei “Diavoli Bianchi” in auge in quegli anni, seguirono altre formazioni esibitesi al Comunale fino agli anni ’80. Le più note sono state: le orchestre dei Maestri Buscemi e Madonia e poi quelle più recenti, (per modo di dire), dei maestri Colina, Peppe Di Dio, Nino Murgano e dei Puleo.
Si cimentarono anche complessi formati da dilettanti, riscuotendo naturalmente consenso tra i giovani. “Un segno di entusiasmo […] ci danno cinque nostri giovani dilettanti – tutti studenti – che hanno costituito un piccolo complesso musicale: sono Aldo Puleo al pianoforte, Mario Malaguarnera alla chitarra elettrica, Alberto Sposito al contrabbasso, Angelo Bonasera al sassofono tenore, e Totò Restivo alla batteria […]. Hanno intitolato il loro complesso “The Giants“, così furono presentati quei giovani innamorati della musica dallo stesso Nello Gandini in un articolo del 20 marzo 1959 apparso sul Giornale di Sicilia. Quei giovani, oggi tutti affermati professionisti, ora avanti negli anni, di cui uno è venuto a mancare, si esibirono, con spirito goliardico, nelle Feste delle matricole e in serate di musica jazz tra amici, riscuotendo successi e apprezzamenti per il loro talento.
I tempi sono cambiati, ma di giovani che si dedicano alla musica, o per studio o per diletto, oggi, per fortuna, se ne contano a decine. Comunque la voglia di divertirsi delle ragazze e dei ragazzi, ieri come oggi, non è mai venuta meno. Allora si andava ai veglioni e ai ‘festini’, oggi si va alle discoteche o ai pub per trascorrere le serate. Non solo a carnevale.

Salvatore Presti


Foto: veglione al Garibaldi in una foto Contino anni sessanta

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