Allora, caro Sognatore, ha suscitato curiosità questo tema della Poliarchia; non se ne sente parlare granchè.Sui grandi mezzi di comunicazione di massa no, perchè al momento, è ancora oggetto di dibattito tra gli specialisti.
E non possiamo portarlo a dimensione di massa ?Possiamo provarci.
E allora, andiamoNei dialoghi precedenti abbiamo visto come il concetto di Democrazia si presti a diverse interpretazioni, giacchè contiene una sua ambiguità: non si è mai chiarito se essa sia un fine o mezzo, per l’esercizio del potere; Platone, ad esempio la disprezzava, Aristotele non la amava; i Romani non la conoscevano e per tutto il Medio Evo, il problema non si poneva nemmeno.
E quando insorge?Con l’avvento della rivoluzione industriale e conseguente emergere della Borghesia; il pensiero moderno, che va sotto il nome di liberale, deve inventare una nuova forma di governo e, come abbiamo visto, abbandona l’idea tomistica aristotelica dell’origine deriva del potere del Re quale delegato da Dio in terra, incoronato dai Papi, la notte di Natale; e tramonta l’idea dello Stato quale evoluzione della forma – famiglia: una grande e larga famiglia con il Re gran Pater familas, di romana ascendenza.
E cosa inventa?Il Contratto Sociale, che abbiamo analizzato nei dialoghi precedenti.
Perciò, sappiamo che la sovranità appartiene al popolo che la delega ad un Sovrano, sia esso persona fisica o assemblea collettiva, che
in cambio protegge i cittadini dalla condizione di Stato di natura in cui ognuno è nemico dell’altro, o, per dirla cnm Hobbies Homo omini lupus, dotato di grandi poteri tanto da farne, sempre per dirla Hobbies, un Leviatano, un Dio mortale.
Brava! più precisamente, il filosofo, inglese, introduce, il concetto di autor, il popolo, e di actor, il sovrano, che agisce in virtù di una delega conferita attraverso il Contratto, anzi, più esattamente un pactum . il Latino?Il Latino era la lingua universale dell’epoca ed l’opera ” Il Levatiano” è scritta in Latino.
Scusi, ma non ha detto che era inglese, cosa c’entra
Il Leviatano era, però, fornito di mezzi straordinari, amplissimi:Sì, però doveva essere Succefful , non doveva sbagliare mai nell’assicurare la pace interna e la difesa dall’esterno.
Come gli attuali allenatori di calcio.Esattamente, schematizzando o, se meglio ritieni, mutatis mutandis.Che si cercò, attraverso altri filosofi tra cui J.Locke, che era medico, ma è considerato il Padre nobile del pensiero moderno, di coniugare le due forme , di governo fino ad allora conosciute: quella dell’esercizio diretto del potere da parte del popolo, di derivazione greca classica del V secolo a.c., e quella della delega ai governanti: Autor ed Actor.Perchè, mentre ad Atene, come abbiamo visto in precedenza, solo una minoranza aveva diritti politici, giacchè erano esclusi i Meteci, le donne e, naturalmente, per loro, gli Schiavi, che non erano considerati persone umane; inoltre, il lavoro veniva svolto, a costo zero dagli schiavi, e, dunque, i “Cittadini” potevano dedicarsi agli affari pubblici, o,come si direbbe oggi, alla politica. Nella società liberata dalla schiavitù ed anche da ogni forma di servaggio, la vera conquista dell’Era moderna, la classe dominante aveva altro da fare, cioè dedicarsi all’attività produttiva e commerciale, e non aveva tempo per dedicarsi ai pubblici uffici; e perciò doveva delegare.
Tra l’altro importava poco chi governasse, purchè non si interesse degli affari dei privati, che poi erano i produttori ed i mercatanti.
E poscia, cosa accadde?
E perchè questo avvenne?
E questo sistema perchè è entrato in crisi?Perchè funzionava, e funzionava bene, fin quando la Borghesia era classe egemone; smette di funzionare bene, quando irrompe sullo scenario politico il suo storico antagonista che è il Proletariato. Inizia così, dopo lotte, scontri, crisi, guerre, tragedie, l’epoca del pluralismo politico dei diritti e degli interessi economici; sorge la necessità di bilanciamento e, quindi, quella di una regolamentazione; l’epoca del Costituzionalismo e del diritto Pubblico (lo ius publicum).
Ma la Costituzione c’era ai tempi della Monarchia
Si, ma era flessibile, non sovraordinata alle leggi ordinarie, con un dualismo, non risolto tra Re e Parlamento; ma la Borghesia non ne aveva bisogno; aveva già la sua Costituzione.
E qual’era?Il Codice Civile che regola i rapporti tra i privati: Lo stato non doveva intromettersi.
Ma è quello di Napoleone, del 1805, vecchio di due secoli !E ancora vigente, seppure con qualche ammodernamento. Ma non è questo che ora ci interessa; dobbiamo, dopo questa galoppata, di introduzione,al principale oggetto della Tua curiosità: La Poliarchia.
Già. Ci siamo arrivati, finalmente. Di che si tratta?
Di un fenomeno esaminato,dagli studiosi a partire dagli anni Settanta del Novecento, emerso con l’esaurirsi del Compromesso Socialdemocratico, di cui abbiamo già trattato, e che aveva bilanciato gli interessi, ed anche i diritti, contrapposti. Semplificando, possiamo dire che la crisi di quel modello, ha comportato l’affermarsi di interessi particolaristici, rappresentati da vere corporazioni, o se più Ti garba il linguaggio attuale, delle Lobbies, in perenne conflitto fondato sulla filosofia delle diseguaglianze: una quasi-democrazia.
L’esatto contrario delle teorie del contratto. Ma che ruolo ha il governo? e il Parlamento?Il Governo; esso etimologicamente, deriva dal latino Guberno, Timone; per cui governare dovrebbe significare,letteralmente guidare, orientare, dirigere; ma, in questa situazione cosa deve dirigere? le lotte fra i gruppi di interessi? e quali interessi? quelli del più forte? Per questo i governi sono deboli, instabili; e un governo debole non è meglio di un governo autoritario: E il Parlamento non è più il luogo della rappresentanza nè le sede della volontà popolare, ma un luogo di estenuanti trattative e mediazione tra gruppi di interessi, in cui prevale sempre il più forte o il più capace a sedurre o corrompere. E, ancora peggio, spesso è chiamato a ratificare accordi sottoscritti altrove, in sedi extra istituzionali, tra diversi portatori di interessi.
In democrazia parlamentare classica, si attenderebbe la fine del legislatura per giudicare, attraverso il voto. Nella Poliarchia, invece, si preferisce, intervenire attraverso pressioni sui parlamentari, nella fase di formazione delle leggi, per orientarle a proprio favore. Alla fine, al momento del voto, cioè, nessuno è chiamato a rispondere della propria condotta nè dell’operato: ognuno ha ricevuto qualcosina.
Non chiede rendiconti, chiede, col proprio voto qualche altro vantaggio, sempre per sè, beninteso.
Siamo al particolarismo! Allora l’eguaglianza, la partecipazione, una testa un voto?Ideologia, solo Ideologia, sempre ideologia, omaggio ai teorici della morte delle ideologie. Un giovane studioso, ha recentemente pubblicato un libro di cui non posso rivelare il titolo, per motivi di pubblicità occulta, in cui parla di Democrazia infondata, dove infondata, sta per non fondata, inesistente; l’azione politica non deriva più da un Pactum originario, ma da tanti pacta che si stipulano giorno per giorno, occasione per occasione; vuoi un esempio, particolarmente attuale e rappresentativo?
Sono più curiosa.
In questo periodo, chi ha la fortuna di produrre redditi, deve dichiararli ai fini fiscali; sa perchè è così complicato compilare il modello 730 o Unico?
Per il sadismo dei funzionari del Ministero delle Finanze.No. Perchè ogni corporazione, grande o piccola, ha rivendicato ed ottenuto, con questo sistema, la sua piccola o grande agevolazione, di cui il modello deve tenere conto: tutta salute per i Commerciasti e i creatori di programmi elettronici ad hoc: ossia di altre corporazioni.
Ma perchè questi problemi di utile del più forte, di neo corporativismo, quasi un feudalesimo dei tempi moderni, stanno emergendo proprio adesso, se le condizioni rimontano al secolo scorso?Perchè questo sistema di democrazia perennemente contrattata o Poliarchia, poteva funzionare in periodo di espansione economica, quando c’era sempre qualcosa da redistribuire,e si poteva accontentare tutti; ma in tempi grami di depressione economica il sistema non può funzionare più perchè non c’è più quasi niente da distribuire, oltre ai sacrifici. Per cui, aumentano le diseguaglianze per che, non distribuendo, chi più ha non è disposto a cedere, e così, il 10% della popolazione detiene più della metà della ricchezza nazionale.
Allora, il periodo precedente può essere definito quello dell’Aurea medietas
Si. Quello in cui i grandi Partiti di Massa riuscivano a fare sintesi.
E ora?Ora i grandi Partiti non ci sono più; ci sono quelli personali, fondati sul potere carismatico, e, comunque in crisi: si sposta l’analisi su fenomeni secondari che sono effetti e non causa di quel su cui abbiamo tentato di ragionare: si ritiene che il problema sia il numero dei Parlamentari, le indennità, la lentezza delle procedure, che pure ci sono, ma non sono determinanti. Il vero il problema è quello del ruolo delle Istituzioni, dell’esercizio reale del potere e dei soggetti che lo esercitano e a che titolo e a beneficio o danno di chi: insomma delle sedi in cui si compiono le scelte che investono tutti e se sono da tutti approvate: si sfugge, cioè, anche al problema della legittimazione. Non si chiede se si viola il principio, liberale, secondo cui qod omni tangit, ab omnibus approhari debet. Possiamo definirlo il periodo dell’aenea mediocritas” ( bronzea mediocrità n.d.r.)?
Come finirà, ne parliamo la prossima volta
No, perchè questo è oggetto di profezia: Dipende da voi giovani prendere coscienza di ciò ed operare per un progetto che impegni in avanti il vostro sguardo sul futuro; spetta a voi indentificare nuove vie e nuovi percorsi, attraverso lo studio, l’impegno l’osservazione critica e l’entusiasmo e la fiducia nel futuro, tipica dello stadio giovanile: impegno a coltivare sogni, che anche se non si realizzano del tutto, aiutano a vivere e a vivere meglio.
Tanino Virlinzi
(nella foto la visita del Presidente della Repubblica Segni ad Enna, con la fascia il Sindaco Giovanni Rosso)
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