Enna. Dopo lo sbarco delle truppe alleate a Gela, il 20 luglio 1943 entrarono in città i reparti della I divisione della VII armata del Generale Patton, “salutati dalla popolazione come liberatori”. I bollettini di guerra alleati indicarono, infatti “Enna come avamposto dell’Italia liberata”. Tutti gli uffici civili e militari e il Distretto di via IV novembre furono presi, da subito, sotto la tutela del tenente colonnello Rodd, comandante americano del contingente alleato che s’insediò in città. Nei giorni precedenti l’invasione Enna subì diverse incursioni aeree che portarono distruzione e lutti anche fra i civili. Molte le case bombardate e numerosi gli edifici pubblici e di culto che subirono danni. Parte del tetto del Duomo fu colpita da una bomba, mentre fu completamente distrutta la chiesa di Valverde. Quest’ ultima, si disse, fu colpita per errore in quanto il vero obiettivo era la chiesa di San Pietro, distante qualche centinaio di metri, dove nei locali della canonica era stata istallata dall’esercito italiano, sin dal 1942, una radio rice-trasmittente. Gli americani trovarono una città affamata e allo sbando anche perché, all’indomani dello sbarco (10 luglio), le truppe tedesche insieme con quelle italiane di stanza ad Enna, avevano lasciato le caserme e le loro postazioni per dirigersi verso i monti Peloritani e la piana di Catania. Il comando della VI Armata, di stanza a Enna, dal 12 luglio si trasferì a Randazzo (CT). Delle cruente battaglie, con ingenti perdite da entrambe le forze in campo, si svolsero a Troina e tra Agira e Regalbuto. Di quegli avvenimenti esiste una ricca documentazione fotografica del famoso fotografo e reporter di guerra Robert Capa. E’ famosa la foto che ritrae un contadino troinese che indica a dei soldati americani la strada da percorrere. Ad Enna città vi furono giorni di vera e propria anarchia fino all’arrivo delle truppe alleate. I gerarchi e i militanti del Partito Nazionale Fascista (PNF) si affrettarono a far scomparire le divise, i gagliardetti, le tessere, i distintivi e le medaglie per potersi “dichiarare antifascisti”. Ma alcuni di loro furono segnalati al comando americano e tradotti nel carcere di via Mulino a Vento. Con l’Amministrazione militare d’occupazione furono ricostituiti gli ordinamenti democratici ed il ripristino dell’ordine pubblico. Deposto l’ultimo Podestà, barone Giuseppe Maria Grimaldi, il colonnello Rodd nominò, il 25 luglio 1943, Giuseppe Ferrara, che fu quindi il primo sindaco della città dopo lo sbarco degli americani, ripristinando così il vecchio ordinamento comunale e provinciale del 1915. In seguito fu nominato sindaco Francesco Militello (dal 24 dicembre 1943 al 28 marzo 1945) e Paolo Lo Manto fino alle prime elezioni amministrative che ebbero luogo il 10 marzo 1946. Il primo giornale locale pubblicato dopo l’ingresso degli americani fu l’organo ufficiale del “Fronte del lavoro”, divulgato con la significativa testata “Dieci luglio 1943”, a firma del direttore responsabile Santo Milisenna. Altri fogli locali nei mesi seguenti ripresero ad uscire regolarmente quali: “Sicilia Nuova” diretto da Giulio Marchese Arduino e “Il Solco”, lo storico periodico ennese diretto da Pietro Vento. Quest’ultimo divenne settimanale sotto la direzione del giornalista Nello Gandini che fu per tanti anni apprezzato corrispondente da Enna del Giornale di Sicilia.
Check Also
Enna nel 1960 veniva realizzata la statua di Euno
Il 14 Maggio 1960 veniva realizzata la statua di Euno, dalla Scuola d’Arte di Enna, …