Tra le incognite che ci riserva la imminente riforma dell’ente intermedio, vi è anche l’incerta prospettiva dell’Università Kore di Enna. Al Dott. Massimo Greco (nella foto), già Presidente del Consiglio Provinciale di Enna e componente del gruppo regionale di studio sulla istituzione dei Liberi Consorzi di comuni poniamo alcune domande.
Se si dovesse arrivare all’annunciata sostituzione della Provincia con il Libero Consorzio di comuni che ne sarà dell’Università Kore?
La Libera Università Kore di Enna, nata per volontà della Provincia Regionale di Enna e di altri Enti locali del territorio provinciale mediante la costituzione del Consorzio Ennese Universitario, è oggi dotata di quell’autonomia amministrativa e finanziaria tale da riuscire facilmente ad emanciparsi dai suoi padri fondatori. Pertanto, operate le necessarie modifiche statutarie rispettivamente agli statuti del Consorzio Ennese Universitario e della Fondazione Kore, non vi sarà alcun imprevisto effetto collaterale.
E che ne sarà del patrimonio immobiliare di proprietà della Provincia ed attualmente utilizzato dalla Kore?
Questo è un problema che in verità poteva essere già risolto e che comunque andrebbe affrontato con risolutezza prima che la Provincia perda il suo status di ente territoriale di governo. Infatti solo un ente territoriale di governo, che notoriamente esercita funzioni a finalità generali, può sostenere iniziative come quella della creazione di una Università per incentivare le occasioni di sviluppo sociale ed economico delle comunità amministrate. Il futuro Libero consorzio, che sarà privo di tale status, non potrà permettersi di esercitare funzioni amministrative diverse da quelle espressamente attribuitegli dalla legge.
Il Commissario Straordinario Caccamo sembra avere formulato un quesito alla Corte dei Conti per concedere in locazione alla Kore tutti gli immobili attualmente in uso con un canone ridotto.
E’ una scelta saggia che rischia però di far perdere tempo prezioso, atteso che la Corte dei Conti ai quesiti non risponde prima di due, tre mesi. E comunque ad un simile quesito la Corte dei Conti della Regione Veneto con parere n.33 del 22/04/2009 ha già risposto ritenendo praticabile finanche il comodato d’uso gratuito quale forma di sostegno e contribuzione indiretta nei confronti di attività di pubblico interesse quali sono certamente quelle promosse da una Università. A maggior ragione in presenza di un contratto di locazione agevolato.
Ma le note difficoltà finanziarie non dovrebbero imporre alla Provincia di liberarsi di tutti gli oneri che non deve obbligatoriamente sopportare per il perseguimento di inderogabili finalità istituzionali?
Certo, ma il principio generale di redditività del bene pubblico può essere mitigato o escluso ove venga perseguito un interesse pubblico equivalente o addirittura, come per il caso dell’Università Kore, superiore rispetto a quello che viene perseguito mediante lo sfruttamento economico dei beni. In questo caso la mancata redditività piena del bene è comunque manifestamente compensata dall’avvenuta valorizzazione di un altro bene (lo sviluppo sociale, culturale ed economico del territorio amministrato) ugualmente rilevante. Ritengo però, che mentre l’ipotesi del comodato d’uso è ormai da escludere non tanto per motivi finanziari ma soprattutto per l’incerta prospettiva di continuità istituzionale della Provincia, un contratto di locazione a canone ridotto rispetto al valore di mercato, negoziato anche alla luce delle note migliorìe apportate agli immobili, sia la strada maestra da seguire.