Il nostro Mare Magnum si sta tristemente trasformando in un oceano di lacrime. L’odierna tratta degli schiavi è inarrestabile. Non si può più accettare una simile violazione dei diritti umani, semplicemente perché il terzo millennio, con la sua emancipazione sociale, tecnologica e globale, non ce lo consente.
Li chiamiamo eritrei, somali, siriani, egiziani, ma non dimentichiamo di chiamarli prima di tutto esseri umani.
I siciliani stanno mettendo in campo tutta la grandezza del loro animo. Non così, però, si risolve un problema di dimensione internazionale. L’accoglienza è dovere cristiano, oltre che umano, ma non basta. Purtroppo si riesce a soccorrere solo chi ha ancora un po’ di respiro nei polmoni, ma non ci si dà pace per tutti gli altri uomini, donne e bambini a cui non si è riusciti a tendere la mano. Non si conosceranno mai i loro nomi. Hanno attraversato deserti e guerre per approdare nella fossa comune del Mediterraneo.
Come si può far finta che nulla accada, quando si cominciano a pescare cadaveri insieme ai pesci? Dal 1996 ad oggi, 6 mila uomini hanno lasciato la propria vita nei fondali del nostro mare. Numeri privi di un volto e uomini privati della dignità.
Una piccola isola come Lampedusa ogni giorno si fa in quattro per difendere i diritti fondamentali dell’uomo, ma nessuno è disposto a farsene carico. Il problema non appartiene ai lampedusani, bensì all’umanità e, nel giorno del lutto nazionale, non si può non chiedere pietà per questa gente che, in fuga dalla morte, trova solo morte.
L’Europa si svegli e cominci a farsi carico non solo delle questioni economiche, ma anche di quelle umanitarie. Non faccia finta di non vedere, perché 6 mila morti non sono invisibili né agli occhi, né tanto meno al cuore.
Valentina La Ferrera
http://valentinalaferrera.blogspot.it/
Check Also
Oasi Troina sindrome di Down: al Parlamento Europeo presentato il progetto europeo ICOD
Il 21 marzo è la Giornata Mondiale della Sindrome di Down, che quest’anno ha come …