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Il pane e la cipolla

pane e cipollaPer quanto tempo ancora bisognerà mangiare pane e cipolla nessuno lo sa. Si fanno spergiuri e ipotesi, ma ogni mese la percentuale dei disoccupati aumenta impietosamente. Meno male che gli ottimisti incoraggiano con frasi che fanno ben sperare, del tipo: ”Per la prima volta abbiamo tagliato il debito pubblico” (E. Letta, 21 ottobre 2013); ”Missione compiuta! Imu prima casa cancellata. E’ una legge tax free, per finanziarla non aumentano altre tasse” (A. Alfano, 28 agosto 2013). Il resto lo conosciamo: una legge di Stabilità che non fa miracoli. Solo piccoli passi di danza per riportare i conti in ordine, ma la crescita non si vede nemmeno col binocolo.
Tornando a quel pane con la cipolla, tanto caro agli italiani del dopoguerra, oggi sembra persino avere un sapore diverso. Lo si mangia senza sapere se presto o tardi potrà essere sostituito da qualche piatto più succulento.
Nel dopoguerra quel pane aveva il sapore della speranza. Oggi, invece, si sente solo l’odore pungente della cipolla.


Valentina La Ferrera

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