Quante correnti attraversano l’Italia. E’ tutto un pullulare di partiti inquieti che non si reggono più su un’ideologia forte e condivisa, ma su singole esternazioni, talvolta nevrotiche e confuse, di politici in crisi d’identità. In questo governo-calderone non sono più chiaramente leggibili i confini tra maggioranza e opposizione, viste le numerose lotte intestine tra correnti sostenitrici del Governo Letta e correnti disfattiste. In un quadro di larghe intese come quello attuale è già difficile mettere d’accordo Pd e Pdl, se poi si aggiungono le scissioni interne ai singoli partiti diventa veramente impossibile governare questo Paese. E’ impensabile un Governo con un Pd sempre in lotta tra innovatori e conservatori, alla ricerca perenne di un leader unico, condiviso e indiscutibile. Un Pdl che, dopo un veloce restyling, riscopre il suo passato tornando a Forza Italia, ma in veste più confusa che persuasa, dove i lealisti sfidano i governativi e le colombe fronteggiano i falchi, in una difficile gara a chi la spara più grossa. Infine Scelta Civica che perde il suo leader e riflette su cosa voler fare da grande. Tre partiti al Governo: uno più diviso dell’altro. A questi pasticcioni fanno poi eco altri pasticcioni fuori dal Governo. Gli uomini e le donne del Movimento 5 Stelle, oppositori per indole, non sono nuovi a divisioni interne, maturate dalla tentazione di libertà e di emancipazione. Tutto ci fa pensare di essere in buone mani, ma i tempi richiedono azione e tempestività. Indecisioni, litigi e spaccature fanno solo perdere tempo a chi tempo non ha.
Valentina La Ferrera
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