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Aidone. “Magia di luce in versi” poesie brevi e haiku di Filippo Minacapilli

Magia_di_luce_in_versiUn amico mi ha regalato il suo primo libro di poesie, fresco fresco di stampa, l’ho accolto con lo stesso scetticismo con cui mi accosto, in genere, alle pubblicazioni  dei numerosi poeti e romanzieri che imperversano tra noi. La sorpresa è stata quella di trovarmi fra le mani un libretto agile, godibile alla lettura e ricco di suggestioni che deliziano l’orecchio. E, come scrive l’attore Gianfranco Iannuzzo, nella prefazione “il merito di questa costante  gradevolezza che si prova nel leggere, nell’immaginare, perfino nel provare a recitare a voce alta le poesie di Filippo non sono soltanto merito della struttura così agile, snella ed efficace ma di Filippo stesso, uomo e poeta così innamorato della Donna … ne canta la grazia, la sensualità, l’innocenza, la delicatezza, la sottile arguzia della seduzione, l’innata eleganza”. L’autore delle poesie  è Filippo Minacapilli di Aidone, già professore di filosofia e pedagogia, che ha riunito le sue poesie, alcune delle quali erano state già pubblicate in riviste ed antologie, nella raccolta “Magia di luce in versi”, per i tipi della Delta-Divina Follia Edizioni.

L’opera si divide in due parti; nella prima i versi si dipanano con una tecnica frammentaria per raccontare l’amore, l’amicizia,  persone o fatti della cronaca che hanno lasciato un segno indelebile, come l’attentato a Borsellino (Così muore), la dignità violata nelle vittime di omicidi (Dignità violata, Non si  massacrano i sogni)  o di violenza sulle donne (Mai più). La parola è  libera da qualunque pastoia, il ritmo spesso scandito dall’anafora, il linguaggio arricchito da audaci metafore.

La seconda parte riserva una novità nel panorama italiano, una raccolta di haiku (85), un genere lontano dalla nostra esperienza che pure ha suscitato l’interesse di poeti come Borges,  Kerouac, Claudel o Sanguinetti  che non hanno disdegnato di comporne. L’haiku è un una forma poetica breve (17 sillabe in tutto distribuite in tre versi secondo lo schema 5-7-5),  tipica della letteratura giapponese, che ha trovato anche molti estimatori in occidente. Nasce in epoca EDO, già dal XVI secolo, e raggiunge la forma attuale nell’Ottocento, i suoi temi preferiti sono la natura, i sentimenti umani: come scaglie di luce illuminano per un breve istante un paesaggio, un aspetto della natura, un attimo di vita, un sentimento, come racconta il primo degli haiku di questa raccolta di Minacapilli: Sghembi sentieri / Trame a luce vibrante / Osano i poeti.

Franca Ciantia

 

 

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