Cala il sipario. Il mattatore esce di scena e il teatro si svuota. Ma quanto è patetico questo spettacolo. Parole pesanti come pietre sono rimbalzate oggi da una parte all’altra del Senato e un nuovo martire è stato proclamato. Tutto come da copione, comprese le senatrici donne addolorate vestite di nero (foto). Fine della libertà, morte della democrazia, legge calpestata, colpo di stato. Sembrava l’apocalisse, e invece era il terreno sotto i piedi di Berlusconi che franava.
Ha tenuto l’Italia in pugno per vent’anni, ma ha spudoratamente dimostrato di farne un uso personale, fino all’ultimo. Ha voluto con tutte le sue forze che si formasse un governo di larghe intese, pensando di poterne trarre, ancora una volta, un vantaggio personale. Stavolta, però, gli alleati tanto alleati non sono stati, tanto da aver votato la sua decadenza. Allora basta. Le larghe intese non vanno più bene, meglio passare all’opposizione.
Napolitano non concede la grazia? E’ una persona indegna, irriconoscente e sporca. Questo gioco ormai è troppo infantile e troppo noto agli italiani. La sua furbizia e il suo opportunismo sono stati sconfessati. Troppo sfacciato per poter piacere a tutti. Il gigante ha oggi i piedi di argilla, ma continuerà a dare battaglia.
Ora che il nemico è scappato, è vinto, è battuto (tanto per citare Francesco De Gregori), non ci sono più scuse. Da domani nessun disturbatore potrà fermare l’attività di governo. A meno che qualcuno non stia già pensando di prendere il suo posto.