Oggi male, domani bene – piglia il mondo come viene
Santa Bibiana (Viviana) Martire. Non si hanno notizie precise riguardo la vita di questa santa, alla quale papa Simplicio, nel V secolo, dedicò una chiesa sull’Esquilino. Eppure il culto di Bibiana è stato assai vivace, forse anche grazie al suo nome, che ha la stessa origine del nome di Viviana: un nome, nell’etimologia popolare, legato al verbo «vivere», e quindi sinonimo di vitalità, vivacità, e augurio di spirituale sopravvivenza. Secondo la «Passio Bibianae», questa santa sarebbe una delle vittime della persecuzione anticristiana dell’imperatore Giuliano l’Apostata (361 – 363), un devoto pagano che ostacolò la fede cristiana nonostante la libertà di culto proclamata grazie a Costantino nel 313. Secondo questa Passio, priva di valore storico, il governatore Apronio avrebbe mandato a morte i coniugi Fausto e Dafrosa, per impadronirsi dei loro beni. Poi volle costringere all’apostasia le loro figlie: Demetria e Bibiana. La prima sarebbe morta sotto tortura, mentre Bibiana, salda nella propria fede, dopo aver subito ogni tipo di angheria fu legata alla colonna e flagellata a morte. La chiesa sull’Esquilino sorgerebbe sulla tomba della martire. (Avvenire)
Etimologia: Bibiana variante di Viviana = che ha vita, che è vitale, dal latino
Emblema: Palma. Martirologio Romano: A Roma, santa Viviana, martire, sotto il cui nome il papa san Simplicio intitolò una basilica sul colle Esquilino.
Papa Simplicio, nel V secolo, le dedicò la chiesa sull’Esquilino. Il culto di questa Santa è stato assai vivace, forse anche grazie al suo bel nome, più diffuso di quanto non si pensi. Bibiana ha infatti la stessa origine del nome di Viviana, e perciò la Santa di oggi può essere presa come Patrona anche dalle donne che ripetono il nome di Viviana: un nome, nella etimologia popolare, legato al verbo ” vivere “, e quindi sinonimo dì vitalità, vivacità, e augurio di spirituale sopravvivenza. In assenza di notizie storiche, sul conto di Santa Bibiana, o Viviana, è stata tessuta una fantasiosa e complessa leggenda, che deve essere piaciuta moltissimo ai fedeli, contribuendo così alla popolarità della Santa. Secondo tale leggenda, Bibiana sarebbe stata vittima della tardiva persecuzione di Giuliano, l’Imperatore apostata, che rinnegò cioè la propria fede, E poiché l’Imperatore risiedeva in Oriente sarebbe stato il Governatore di Roma, Aproniano, a infierire non soltanto contro Bibiana, ma contro la famiglia cristiana della Santa: il padre Flaviano, la madre Defrosa e la sorella Demetra. Ma come mai il Governatore di Roma avrebbe nutrito tanto odio verso i battezzati? La leggenda lo spiega dicendo che Aproniano aveva perduto un occhio, e attribuiva la sua infermità, non ad un incidente, ma alle arti maligne dei cristiani. A buon conto, esiliato Flaviano e fatta morire in carcere Dafrosa, l’orbo persecutore poté impadronirsi dei beni della famiglia. Per completar la sua opera, non gli mancava che costringere all’apostasia le due giovani figlie, e ciò sembrava assai facile, data appunto la loro età. Demetra infatti, minacciata di orribili tormenti, morì in carcere, sopraffatta dall’ansia. Restò Bibiana, e contro di lei furono inutili tutte le minacce del dolore fisico. Il Governatore allora mutò strategia. Pensó di piegare la volontà della fanciulla, corrompendola con le seduzioni del piacere e gli allettamenti del vizio. Per far ciò consegnò Bibiana a una turpe mezzana, esperta di intrighi amorosi. Naturalmente Bibiana non venne meno ai doveri della virtù, e Aproniano, deluso nelle sue speranze, non seppe far di meglio che fiagellarla ferocemente, tanto da condurla alla morte, quattro giorni dopo. Leggenda, pura leggenda, che nessun indizio rende né plausibile né probabile. Immaginata per conferire titoli di gloria, insieme con la palma del martirio, all’ignota benefattrice cristiana, titolare della chiesa sull’Esquilino.
Bianca di Castiglia nacque a Palencia il 4 marzo 1188 da Alfonso VIII di Castiglia e Eleonora d’Inghilterra, quest’ultima già figlia di Eleonora d’Aquitania e di Enrico II Plantageneto, re d’Inghilterra. Andò in sposa nel 1200 al futuro Luigi VIII, figlio di Filippo Augusto. Stipulato dal Trattato di Goulet (22 maggio 1200), questo matrimonio prevedeva, come scopo principale, quello di riconciliare la Francia e l’Inghilterra. Regina di Francia nel 1223, la reputazione di Bianca è dovuta soprattutto al fatto che diede al Capetingio numerosi figli, tra cui Luigi, che sarebbe succeduto al padre sul trono di Francia e che avrebbe ricevuto l’aureola dei santi. L’educazione data ai figli fu rigorosamente morale e religiosa. Reggente alla morte di Luigi VIII nel 1226, la regina incontrò tuttavia l’ostilità dei baroni, probabilmente ostili al governo di una donna, oltretutto straniera e sostenuta da un altro straniero, il cardinale di Sant’Angelo Romano Frangipani, ma soprattutto desiderosi di approfittare di un indebolimento dell’autorità regale per riprendere quelle prerogative politiche di cui erano stati espropriati dopo un secolo di avanzamento del potere regale. Bianca combatté la coalizione opposta semplicemente dividendola. La conclusione del Trattato di Meaux-Parigi, che ottenne l’appropriazione da parte della corona del Linguadoca, si aggiunge al suo prestigio. Suo figlio Luigi IX (San Luigi) le lasciò una grande influenza politica anche dopo aver raggiunto la maggior età nel 1234. È a lei che affidò la reggenza durante la settima crociata d’Egitto. Lei seppe trionfare sulle leghe formate dai grandi vassalli contro di lei e contro lo Stato, governò con la più grande saggezza e mise fine alla guerra con gli Albigesi. Sofferente di cuore, Bianca morì a Melun il 27 novembre 1252, mentre Luigi IX era ancora in Oriente. Il suo corpo riposa nell’abbazia di Maubuisson, da lei fondata nel 1242 e dove ella stessa aveva preso l’abito cistercense qualche anno prima della morte; il suo cuore, invece, si conserva nell’abbazia di Lys, nei pressi di Melun, dove fu portato il 13 marzo 1253. Bianca è universalmente venerata come santa, benché non sia mai stata canonizzata; la sua festa si celebra il 2 dicembre.
Oggi si celebrano anche:
S. Pimenio di Roma, Presbitero e martire († sec. III/IV)
S. SILVERIO, Papa (01/06/536-11/11/537) e martire
B. Giovanni di Ruysbroeck (1293-1381), Sacerdote e canonico regolare
B. Maria Angela Astorch (1592-1665), religiosa cappuccina
B. Raffaele (Melchiorre) Chylinski (1694-1741), Sacerdote O.F.M. Conv.
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Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat.
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1928, Paul Adrien Maurice Dirac formula la teoria dell’antimateria. Il fisico inglese (1902-1984) è alla ricerca di una equazione relativistica dell’elettrone, cioè che metta d’accordo la teoria dell’elettrone con la relatività (v. Einstein). Nel 1928 trova l’equazione, dalla quale però emerge anche l’esistenza di una particella dalla stessa massa dell’elettrone ma con carica positiva (mentre l’elettrone ha carica negativa)
compleanni
1946 Gianni Versace
1969 Luisa Corna
1971 Francesco Toldo
1981 Britney Spears
proverbio
Non mi morse mai scorpione, ch’io non mi medicassi col suo olio
accadde oggi
1804 incoronazione di Napoleone, che diviene imperatore di Francia
1901 il primo rasoio “usa e getta” viene brevettato da Gillette
1982 per la prima volta viene eseguito un trapianto di cuore
1990 per la prima volta dalla caduta del nazismo, vince le elezioni la coalizione centro-destra del cancelliere tedesco Helmut Kohl
frase celebre
“Le parole sono sempre una forza che si cerca fuori di sé”
Stendhal, La duchessa di Palliano
consiglio
Ricordate che anche le spezie si possono congelare; cannella, noce moscata, chiodi di garofano, aglio, pepe verde e caffè: così mantengono il loro profumo inalterato.
cosa vuol dire
Ipse dixit
Lo ha detto lui, cioè il maestro e non si può mettere in discussione
Espressione con cui si tronca una discussione ricorrendo ad un’autorità riconosciuta. Per “maestro” i filosofi scolastici intendevano Aristotele, al giudizio del quale si rifacevano per ogni discussione o controversia
consiglio per terrazzo orto e giardino
Legare i cespugli
Gli arbusti a portamento cespuglioso e dai rami flessibili vanno “richiusi” legandoli per maggior sicurezza a un tutore, per impedire che la neve, accumulandosi nel centro, li allarghi a raggera sul terreno, seppellendoli e spezzandoli.