Ho visto cose….

Ho visto cose che mai avrei pensato di poter vedere: ho visto governi democristiani, all’uopo svoltare a destra e a sinistra senza mutar in nulla. Ho visto le convergenze parallele, i compromessi storici, le unità nazionali, le larghe intese diventar strette vane e inesistenti. Ho visto satrapi danzanti farsi gnomi penitenti, ho visto arpie diventare colombe e falchi sghignazzare come iene. Ho visto scellerati proporre un porcellum e ignavi accudirlo senza proferir verbo. Ho visto tre forze egualitarie e contrapposte paralizzare la vita politica di un Paese, ho visto un presidente diventare Re. Ho visto un pagliaccio sdoganare il populismo in piazza e un presidente aziendal-televisivo comandare dal lettone del Palazzo il Governo. Ho visto signori affliggersi per dirsi vicini allo scontento dei servi della gleba, ho visto cavalcare l’odio per la politica e per la più bella Costituzione del mondo e ho visto tutti proprio tutti diventare eguali. Fino a che un giorno di dicembre il signor Aldo Buzzi dopo rinvii e respingimenti ha ottenuto giustizia per se e per il Paese defraudato, il suo e pure il nostro. Quella mattina mentre 950 persone plaudivano alla fine di uno scandalo che fino ad allora avevano perpetrato la gente imparava a dire che la sentenza della Corte Costituzionale aveva sentenziato l’illegittimità della legge elettorale. Sciogliere le Camere per rifare il Parlamento sarebbe stata cosa buona e giusta, ma come possono legiferare gli illegittimi abusivamente eletti? E mentre la paralisi spolpa un Paese scialbo e infelice, corrotto e deficitario di beni e di talenti, loro gli illegittimi illegittimamente eletti si divertono a sofisticare sulle innumerevoli possibilità di dirsi a sinistra e mentre i duri e puri si scoprono ladri e truffatori si va alle primarie…. della Lega. Matteo Salvini o Umberto Bossi? Un Matteo non si nega a nessuno anche se questo aveva proposto di differenziare le carrozze della metropolitana, riservando le migliori ai milanesi e le peggiori agli altri.
Grazie a Dio te ne sei andato via prima Nelson Mandela.

Gabriella Grasso