Enna. Parafrasando un riuscito spot pubblicitario di un noto negozio di giocattoli di Enna, “liberiamo le idee”. E’ un invito rivolto a tutti coloro che hanno veramente a cuore il miglioramento delle condizioni di vita dei propri concittadini. Con le idee e con la volontà di fare ci si può tirare fuori dall’attuale situazione di degrado economico, sociale e culturale. Enna ha ancora in serbo tante risorse umane e materiali. Si può cambiare, dipende soltanto da noi.
Liberiamo le idee, ma che siano idee efficaci e risolutive, scaturenti dall’amore per la città e da riflessioni che abbiano indagato i problemi alla radice e nella loro complessità.
Nell’ articolo precedente “Turismo: ripartiamo da Pergusa” ho proposto, la realizzazione di un unico grande “parco pubblico”, impegnando e riqualificando le tante aree demaniali comunali che si trovano all’interno della Zona B della Riserva Naturale Speciale Lago di Pergusa. Queste aree da tempo si trovano abbandonate e ridotte, per buona parte, in uno stato di incivile degrado. Mi riferisco, particolarmente, a quelle che gravitano attorno all’ex campeggio, che non sono poche.
Mi chiedo, come tanti, se questo sia il prezzo che queste aree devono pagare per il solo fatto di trovarsi all’interno di una Riserva naturale. Questo non è amore per la natura e rispetto per l’ambiente,
Una buona sistemazione e valorizzazione di esse porterebbe vantaggi sia all’ambiente che dovremmo proteggere, sia agli Ennesi, in termini di attività turistiche.
Pergusa, con questo nuovo grande parco, con la Selva Pergusina, con il Parco Proserpina e con il Geopark ritornerebbe a essere una grande oasi verde, una ridente e attraente località di soggiorno. Ripartiremmo con il piede giusto per rilanciare il turismo. Sta proprio qui il nocciolo di questa proposta.
Che fare ? Gli Ennesi ricorderanno e lo ricordano bene gli albergatori e i ristoratori di Pergusa che, circa un paio di decenni orsono, la località, ancora gradevole e interessante perché baricentrica rispetto a tutto il resto dell’Isola, era diventata un riferimento privilegiato per incontri di gruppo, soprattutto sindacali. Sembrava che stesse per decollare il turismo convegnistico. Alberghi e ristoranti lavoravano a pieno ritmo. Fu soltanto un fuoco di paglia. Durò poco. Quando cominciò a spargersi la voce che Pergusa non era attrezzata per questo tipo di incontri, non si vide più nessuno.
Questo significa che per rilanciare il turismo a Pergusa dovremmo dotarci di strutture apposite, quanto meno di una struttura polivalente idonea a ospitare convegni, ma anche per organizzare concerti, mostre e quant’altro.
Il turismo si nutre essenzialmente di arte, cultura e natura, ma anche di eventi, e i concerti e le mostre di un certo livello attirano l’interesse del turista e lo persuadono a sostare in zona.
Un sito ideale, a mio avviso, per la realizzazione di questa struttura è l’area dell’ex campeggio perché baricentrica rispetto agli alberghi e ai ristoranti del luogo e perché con la realizzazione del grande parco resterebbe immersa nel verde. Quanto rimane del campeggio, ormai inservibile e irrecuperabile, potrebbe essere demolito per recuperare spazi preziosi liberi da strutture murarie inutili e ingombranti.
Potrebbe essere, la butto lì, una struttura leggera in acciaio, legno lamellare e vetro, di dimensioni e capacità contenuti e di forma semi cilindrica che ben si presta al suo inserimento nel contesto paesaggistico del luogo. I parcheggi potrebbero rimanere fuori dai limiti della Riserva e le pressioni ambientali resterebbero limitate.
Sono perfettamente consapevole che l’approvazione di questa proposta da parte dell’Ente gestore della Riserva potrebbe risultare piuttosto problematica se si applicasse pedissequamente l’attuale vecchio Regolamento che vieta tanto e concede poco. Sarebbe però auspicabile che la valutazione di sostenibilità ambientale dell’intervento venisse fatta con criteri più attuali e con strumenti adeguati come sono gli “indicatori di sostenibilità”. L’Ente gestore della Riserva farebbe opera meritoria se cominciasse a studiarsi fin da ora la soluzione del problema.
La realizzazione e gestione dell’opera verrebbe ovviamente affidata a una società, appositamente costituita, di albergatori e ristoratori del luogo.
Poniamo che il tutto sia fattibile. Come realizzare l’insieme (parco e sala polivalente) in tempi ragionevoli? Si potrebbe fin da subito “aprire un tavolo di trattative”, come si dice in gergo sindacale. Al tavolo, organizzato dall’Amministrazione Comunale, dovrebbero sedersi il Sindaco, il Dirigente dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali per la realizzazione del parco, il Presidente dell’Università Kore per il progetto, il Dirigente della Ripartizione Ambiente dell’Ente Gestore della Riserva (la ex Provincia) per l’autorizzazione ai lavori, i Presidenti delle Associazioni e Club locali per la eventuale “adozione” e sistemazione di parti minime del parco e il Presidente dell’Associazione Albergatori di Enna per la realizzazione e gestione della struttura polivalente da parte di una società di associati. Tutte queste persone dovrebbero confrontarsi e manifestare responsabilmente il loro impegno a collaborare, ognuno per la propria parte, alla realizzazione di questa utilissima opera volta a stimolare la crescita del turismo e con esso l’economia del nostro territorio.
La Regione Siciliana, che da sempre stenta a spendere la propria dotazione di fondi europei, dovrebbe essere ben lieta di approvare e finanziare, con questi stessi fondi, un progetto di tal genere.
Angelo Fondacaro angelinofondacaro@yahoo.it
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