Chi vuol raccattare – si deve inchinare
Antonio Maria (nome di battesimo Eustachio) Pucci, nacque il 16 aprile 1819 a Poggiole di Vernio (Fi). A soli 18 anni entrò nell’Ordine dei Servi di Maria della SS. Annunziata di Firenze cambiando il nome in Antonio Maria. Nel 1843 fece la professione religiosa e dopo qualche mese fu ordinato sacerdote. Un anno dopo fu inviato come viceparroco nella nuova parrocchia di S. Andrea a Viareggio, affidata ai Servi di Maria, e tre anni dopo ne divenne parroco; ufficio che tenne fino alla sua morte, in tutto 48 anni. Si dedicò con zelo eroico alla cura spirituale e materiale dei suoi fedeli tanto da meritarsi il nomignolo vezzeggiativo di “curatino”. Nel contempo fu, per 24 anni, priore del convento di Viareggio e, per sette anni, Superiore della Provincia Toscana dei Servi di Maria. Dalle sue Omelie: “Gesù Cristo narrò la parabola del buon Samaritano per farci intendere che la legge della carità fraterna deve essere universale. Prima cioè dobbiamo amare, aiutare e soccorrere quelli che ci sono stretti di parentela e per sangue e di poi tutti quanti, o siano barbari o colti, o cristiani o gentili, o turchi o ebrei, o cattolici o scismatici, tutti dobbiamo amarli. Dobbiamo amare anche i nostri nemici, perdonare loro le ingiurie, e quando essi si trovano in bisogno siamo obbligati a soccorrerli per quanto ce lo permettono le nostre forze”. Anticipò in un certo senso l’Azione Cattolica istituendo varie associazioni per le diverse categorie dei suoi parrocchiani: per i giovani La Compagnia di San Luigi e la Congregazione della Dottrina Cristiana; per gli adulti riorganizzò la già esistente Alma Compagnia di Maria Santissima Addolorata, mentre per le donne creò la Congregazione delle Madri Cristiane. Nel 1853 fu il fondatore, inoltre, dell’istituzione, per l’educazione delle fanciulle, delle Suore Mantellate Serve di Maria e dette vita al primo ospizio marino per i bambini poveri malati. Ammalatosi di una polmonite fulminante, dopo aver soccorso un ammalato in una tempesta, morì il 12 gennaio 1892. Venne sepolto nel cimitero comunale ma in seguito, il 18 aprile 1920, fu traslato nella stessa chiesa di Sant’Andrea dove aveva trascorso il suo lunghissimo periodo di parroco. Antonio Maria Pucci, per il suo esempio di vita dedicata all’attività pastorale, fu beatificato il 12 giugno 1952 da Pp Pio XII e canonizzato dal Beato Giovanni XXIII, il 9 dicembre 1962.
Dall’omelia del Beato Pp Giovanni XXIII nel giorno della canonizzazione
(Domenica 9 dicembre 1962 – Basilica Vaticana):
Venerabili Fratelli, diletti figli, Amiamo proseguire il discorso, come a familiare colloquio, nella lingua italiana, per associare più strettamente all’intimo gaudio del Nostro cuore i numerosi fedeli, convenuti in questa Basilica, e quanti altri seguono lo svolgersi del sacro rito attraverso la radio.
Da oggi l’intera famiglia dei credenti contempla tre nuove fulgide stelle nel cielo della santità: S. Pietro Giuliano Eymard, S. Antonio Maria Pucci e S. Francesco Maria da Camporosso […]. La figura luminosa di ciascuno meriterebbe immediata illustrazione, che per altro non mancherà in forme molteplici e per la parola e per la penna dei sacri oratori e scrittori. A Noi piace cogliere subito una significativa affinità di insegnamenti e di esempi in questi uomini di Dio, vissuti nel corso di una stessa generazione. Nella loro vicenda terrena, pur nelle diverse attribuzioni della vocazione propria di ciascuno, splendono più fulgide tre note: vita Eucaristica, tenerissima pietà mariana, imitazione del Buon Pastore. Di qua proviene per i fedeli e per l’umanità un messaggio di intensa vibrazione. 1) Vita eucaristica, anzitutto, poiché nella S. Eucaristia è la fonte e il nutrimento di ogni santità. Lo diceva il Nostro Predecessore S. Leone Magno: « La partecipazione del corpo e del sangue di Cristo non ha altro effetto, che quello di farci diventare Colui, che noi riceviamo ». Questa progressiva trasformazione nella vita stessa del Salvatore Divino, oh quanto è visibile nel mirabile sviluppo delle virtù dei Santi oggi canonizzati! E quali rapporti di particolare intimità con Gesù Eucaristia si scoprono nelle loro ascensioni! … E il Santo Parroco di Viareggio non aveva immesso un profondo spirito eucaristico nelle associazioni laicali da lui promosse, come tessera di riconoscimento per il cristiano? Questa ansia di apostolato eucaristico nasceva in un cuore preso dall’amore a Gesù vittima. I testimoni oculari ne hanno lasciato commoventi descrizioni. La vita eucaristica è l’anima segreta degli impulsi di generosità, che hanno spinto i tre Religiosi sulle vette della santità. 2) Pietà mariana. Accanto a Gesù si trova la Madre sua, Regina sanctorum omnium, suscitatrice di santità nella Chiesa di Dio, e suo primo fiore di grazia. Intimamente associata alla Redenzione nei disegni eterni dell’Altissimo, la Madonna, come ha cantato Severiano di Gabala « è la madre della salvezza, la fonte della luce divenuta visibile ». Piace pertanto alla pietà filiale considerarla all’inizio di ogni vita cristiana, accompagnarne con trepida cura l’armonioso sviluppo, coronarne la pienezza con la sua presenza materna. Non sorprende dunque il trovare Maria Santissima, vicina e tenerissima, nella vita dei tre novelli Confessori :… Sant’Antonio Maria Pucci, fedele alle tradizioni del suo Ordine, fa della sede del suo apostolato la città della Madonna Addolorata, affidandole ogni più ardua impresa di sacro ministero;… 3) Imitazione del Buon Pastore. Uno solo dei novelli Canonizzati ebbe la cura diretta delle anime, riproducendo in terra italiana gli esempi del santo Curato d’Ars; ma tutti e tre riproducono con fedeltà mirabile l’immagine del Buon Pastore [….].
Oggi si celebrano anche:
S. Arcadio di Cesarea, Martire in Mauritania († cc 304)
SS. Tigrio ed Eutropio, Martiri a Costantinopoli († cc 304)
S. Cesaria di Arles (465-524/525), Sorella di S. Cesario
S. Ferreolo, Vescovo e martire in Francia († cc 659)
S. Martino di Leon (di Santa Croce), Sacerdote e canonico regolare († 1203)
S. Bernardo da Corleone (1605-1667), religioso O.F.M. Cap.
S. Margherita (Marguerite) Bourgeoys (1620-1700), fondatrice
B. Antonio Fournier (1736-1794), Padre di famiglia e martire
B. Pierre François Jamet (1762-1845), sacerdote diocesano
B. Nicola Bunkerd Kitbamrung (1895-1944), Presbitero e martire in Thailandia
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Christus vincit,Christus regnat,Christus imperat.
Padre nostro, fa’ che amiamo questo nostro tempo e vi leggiamo sempre i segni del Tuo Amore.
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1846, Richard Hoe realizza la prima rotativa. L’ingegnere americano Richard Hoe inventa la rotativa, una macchina da stampa basata su cilindri rotanti che permetterà di stampare 18.000 copie all’ora.
compleanni
1729 Lazzaro Spallanzani
1916 P.W.Botha
1954 Gianni Riotta
proverbio
I cuori uniti sono forti
accadde oggi
1961 primo volo di un essere umano nello spazio: si tratta di Yuri Gagarin a bordo della navicella Vostok 1
1976 la famosa scrittrice Agatha Christie muore all’età di 85 anni
2001 il creatore del fumetto “Tex”, Gianluigi Bonelli, muore ad Alessandria
frase celebre
“Il massimo segno dell’intelligenza è il dubbio”
Francois Mauriac
consiglio
Cellulite
Mettete a bagno in acqua bollente una manciata di edera terrestre per un minuto. Filtrate e raccogliete le foglie in un telo sottile. Applicate il cataplasma ancora caldo sui cuscinetti di cellulite e fasciate con la pellicola trasparente. Lasciate agire per 20 minuti
cosa vuol dire
Essere il beniamino
Essere il preferito
Modo di dire che risale al racconto biblico dei 12 figli di Rachele e Giacobbe che divennero i capi delle 12 tribù di Israele. Di questi 12 figli, Beniamino era il più piccolo ed il più amato, in quanto orfano di madre
consiglio per terrazzo orto e giardino
Piantagione
Le bulbose e le tuberose in genere, preferiscono un substrato per lo più acido, mentre le rizomatose sono più adattabili a qualsiasi reazione; gli iris in particolare si avvantaggiano della presenza di calcare. Non esistono tuttavia terreni vietati per questo gruppo di specie, poichè il loro apparato sotterraneo esplora un modesto spessore, che si può modificare o sostituire con un substrato abatto. I bulbi si mettono a dimora con l’apposito arnese, con il quale si estrae un cilindretto di terra, mentre i tuberi e i rizomi si piantano in buchette.