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L’ “accorpamento” tra Enna e Caltanissetta è mediaticamente compiuto

Enna Edicola G B Buscemi a SL’ “accorpamento” tra due province della Sicilia interna, Enna e Caltanissetta, è mediaticamente compiuto. Si tratta di un “gemellaggio” voluto dal Giornale di Sicilia sulla base di nuove strategie editoriali. Già da qualche giorno, infatti, lo storico quotidiano dell’isola, fondato nel 1859, anziché uscire con due edizioni separate, quella di Caltanissetta e quella di Enna, arriva ora nelle edicole delle due province in un’unica edizione. Qualcuno si è chiesto: anticipa forse il progetto vagheggiato dal presidente Crocetta sull’ “Area metropolitana” del centro Sicilia? Di là delle supposizioni, c’è da dire che in atto la “Cronaca di Enna” non è stata penalizzata: cinque pagine erano prima dell’ ‘accorpamento’, cinque pagine sono riservate ora alla cronaca riguardante il capoluogo e i comuni della nostra provincia. Notiamo però che ai cugini nisseni sono dedicate otto pagine. A tal proposito occorre fare delle riflessioni. Se in Sicilia si legge poco, ad Enna si legge pochissimo. I giornali venduti sono solo qualche centinaia di copie. Forse siamo il fanalino di coda fra tutte le consorelle siciliane. A ciò occorre aggiungere la scarsa raccolta di pubblicità locale e il quadro in negativo è completo. Solo nel dopoguerra i giornali regionali più rappresentativi, La Sicilia e il Giornale di Sicilia, iniziarono a dedicare specifiche pagine alle cronache provinciali. Per molti anni su La Sicilia, la cronaca ennese e quella nissena era in condivisione, una sola pagina per entrambe. Emanuele Fonte, giornalista corrispondente di quel quotidiano, alle volte aveva difficoltà a riempire di notizie quella mezza pagina. Agli amici lettori soleva dire “che volete, qui non succede mai niente”. Altrettanto avveniva sul Giornale di Sicilia dove “la pagina” era curata del noto giornalista Nello Gandini. Qualche vegliardo ricorda che quando Enna si chiamava Castrogiovanni da noi arrivavano pochissimi giornali. Erano acquistati dal municipio (una copia veniva conservata nella biblioteca comunale), dal circolo dei nobili, da qualche notabile e noti professionisti. Dopo l’elevazione di Enna a capoluogo di provincia, i giornali ebbero maggiore diffusione per la presenza degli uffici governativi (prefettura, intendenza di finanza, tribunale ecc.). L’unica edicola esistente in città era quella di Gianbattista Buscemi, nata nel 1898, il cui chiosco si trovava nel bel mezzo della piazza VI dicembre spostatasi poi a ridosso della chiesa di San Marco, a fianco il circolo dei nobili (vedi foto). Alla sua morte i figli Sebastiano e Paolino continuarono l’attività di edicolanti, aprendo anche una cartolibreria. Per sbarcare il lunario Gianbattista vendeva di tutto, perfino le candele di stearina. “Si piglia robbi a tìngiri, s’ammisca ne le giti, fa durci e fa graniti ca nuddu cci ‘insignò; libbra, giornali e altri cosi vinni picchì Buscemi di piccioli non è cuntentu mai”. Questa filastrocca è scritta su un pannello nella “Libreria Buscemi”, ora gestita dal pronipote Sebastiano, sita in piazza Vittorio Emanuele.
Salvatore Presti

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