sabato , Ottobre 5 2024

Libertà… pure d’insulto

kyengeA detta del Matteo il governo Letta potrebbe passare alla storia solo per aver nominato ministro della Repubblica la dottoressa Cècile Kasshetu Kyenge. Medico oculista, 49 anni, congolese. La ministra dell’integrazione mal sopportata dagli illuminati leghisti che si sono fatti carico delle sue dimissioni. La ministra con classe e intelligenza ignora gli insulti, i lazzi e le volgarità dei puri montanari e forse spera che il nero della sua pelle poca cosa sia agli occhi dei duri “lumbard” rispetto al verde delle mutande cotiane. L’America, di Lincoln e del Ku-Klux-Klan, ci ha messo centocinquant’anni per eleggere un nero alla presidenza comprendendo e dimostrando che l’America è tale grazie a quegli immigrati che da noi ancora patiscono per la Bossi/Fini e i C.I.E. Forse però questo modus ci sta tutto nel Paese del libero insulto che ride e dileggia Bersani malato. E’ il corollario della filosofia del “governo ladro” e del “vaffa”, intercalare ossequioso sostitutivo del cioè d’altri tempi. E’ la summa di quel “Parlamento pieno di troie che farebbero di tutto” omaggiataci a Bruxelles dal Battiato sofferente e esistenzialista. In questo clima di eleganza glottologica e di intese incomprensibili attendiamo con ansia una buona nuova dal Santo Padre che da quel buongiorno è ora giunto al buon pranzo, per un felice riposo c’è ancora tempo.

Gabriella Grasso

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