venerdì , Febbraio 7 2025

24 gennaio: San Francesco di Sales

Chi lascia la via piana si ritrova in quella sassosa
Francesco, al secolo François, primogenito di tredici figli, nacque in Savoia nel castello di Sales, presso Thorens, il 21 ago¬sto 1567, da Francesco I de Nouvelles, signore di Boisy, e da Francesca de Sionnaz. Ricevette sin dalla più tenera età un’accurata educazione, coronata dagli studi universitari di giurisprudenza a Parigi e a Padova. Qui ricevette con grande lode il berretto dottorale e, ritornato in patria, fu nominato avvocato del Senato di Chambéry. Ma sin dalla sua frequentazione accademica erano iniziati ad emergere i suoi preminenti interessi teologici, culminati poi nella scoperta della vocazione sacerdotale che deluse, però, le aspettative paterne. Ordinato sacerdote il 18 dicembre 1593, fu inviato nella regione del Chablais (zona montana situata al nord della Savoia), dominata dal Calvinismo, dove si dedicò soprattutto alla predicazione, prediligendo il metodo del dialogo. Fu sacerdote zelante ed instancabile lavoratore. Visti gli scarsi frutti ottenuti dal pulpito, si diede alla pubblicazione di fogli volanti, che egli stesso faceva scivolare sotto gli usci delle case o affiggeva ai muri; ma anche quei foglietti, che egli cacciava sotto le porte delle case, ebbero scarsa efficacia. Spinto da un enorme desiderio di salvaguardare la cristianità, mentre imperversava la Riforma portata avanti da Calvino e dai suoi seguaci, Francesco chiese udienza al vescovo di Ginevra, affinché lo destinasse a quella città, appunto il simbolo supremo del calvinismo e massima sede dei riformatori. Una volta insediatosi a Ginevra, non si fece remore a discutere di teologia con i protestanti, desideroso di recuperare quante più “anime” possibili alla Chiesa e soprattutto alla causa di Cristo da lui ritenuta genuina. Inoltre, il suo pensiero costante era rivolto alla condizione dei laici, preoccupandosi di sviluppare una predicazione ed un modello di vita cristiana che fosse alla portata anche delle persone comuni, quelle cioè immerse nella vita difficile di tutti i giorni. Proverbiali i suoi insegnamenti pervasi di comprensione e di dolcezza, permeati dalla ferma convinzione che, a supporto delle azioni umane, vi fosse sempre la presenza di Dio. Non per nulla molti dei suoi insegnamenti sono intrisi di misticismo e di nobile elevazione spirituale (l’Enciclopedia Garzanti della Letteratura lo definisce: “elegante predicatore e prosatore alieno dai toni aspri, abile nell’intrecciare immagini e idee”). I suoi enormi sforzi ed i grandi successi ottenuti in termini pastorali gli meritarono la nomina a vescovo coadiutore di Ginevra già nel 1599, a trentadue anni di età e dopo soli sei anni di sacerdozio. Dopo altri tre anni divenne vescovo a pieno titolo e si spese per l’introduzione nella sua diocesi delle riforme promulgate dal Concilio di Trento. La città rimase comunque nel suo complesso in mano ai riformati ed il novello vescovo dovette trasferire la sua sede nella cittadina savoiarda di Annecy, “Venezia delle Alpi”, sulle rive del lago omonimo. Fu anche direttore spirituale di S. Vincenzo de’ Paoli. Nel corso della sua missione di predicatore, nel 1604, conobbe, a Digione, la nobildonna Giovanna Francesca Frèmiot, vedova del barone de Chantal, con cui iniziò una corrispondenza epistolare ed una profonda amicizia che sfociarono nella fondazione dell’ “Ordine della Visitazione”. “Se sbaglio, voglio sbagliare piuttosto per troppa bontà che per troppo rigore”: in questa affermazione di Francesco di Sales sta il segreto della simpatia che egli seppe suscitare tra i suoi contemporanei. Il duca di Savoia, dal quale Francesco dipendeva politicamente, sostenne l’opera, dell’inascoltato apostolo, con la maniera forte, ma non addicendosi l’intolleranza al temperamento del santo; quest’ultimo preferì portare avanti la sua battaglia per l’ortodossia con il metodo della carità, illuminando le coscienze con gli scritti, per i quali ha avuto il titolo di Dottore della Chiesa.
Le sue principali opere furono :
– “Filotea” (S. Francesco di Sales così si è espresso nella prefazione al suo libro: “Rivolgo la mia parola a Filotea; volendo mettere a disposizione di molte anime ciò che in un primo tempo avevo scritto per una sola, uso il nome comune a tutte quelle che vogliono essere devote; Filotea, infatti, vuol dire amante e desiderosa di amare Dio”);
– “Trattato dell’amore di Dio”, testi fondamentali della letteratura religiosa di tutti i tempi. Quello dell’amore di Dio fu l’argomento con il quale convinse i recalcitranti ugonotti a tornare in seno alla Chiesa Cattolica.
L’11 dicembre 1622 a Lione ebbe l’ultimo colloquio con la sua penitente e qui morì, per un attacco di apoplessia, il 28 dello stesso mese nella stanzetta del cappellano delle Suore della Visitazione presso il monastero. Il 24 gennaio 1623 il corpo mortale del santo fu traslato ad Annecy, nella chiesa oggi a lui dedicata, ma in seguito fu posto alla venerazione dei fedeli nella basilica della Visitazione, sulla collina adiacente alla città, accanto a S. Giovanna Francesca di Chantal. Francesco di Sales fu beatificato nel 1661 e canonizzato nel 1665 da Papa Alessandro VII (Fabio Chigi, 1655-1667). Pp Leone XIII (Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi Pecci, 1878-1903) lo proclamò Dottore della Chiesa nel 1887; Pp Pio XI (Ambrogio Damiano Achille Ratti, 1922-1939) lo proclamò “Patrono dei giornalisti” nel 1923. S. Francesco di Sales, considerato quale padre della spiritualità moderna, ha influenzato le maggiori figure non solo del “grand siècle” francese, ma anche di tutto il Seicento europeo, riuscendo a convertire al cattolicesimo addirittura alcuni esponenti del calvinismo. È infine doveroso ricordare come al suo nome si siano ispirate parecchie congregazioni, tra le quali la più celebre è indubbiamente la Famiglia Salesiana fondata da S. Giovanni Bosco, la cui attenzione si rivolge più che altro alla crescita ed all’educazione delle giovani generazioni, con un’attenzione tutta particolare alla cura dei figli delle classi meno abbienti.
Significato del nome Francesco : “uomo libero” (antico tedesco).

Oggi si celebrano anche:
BB. VINCENZO (Wincenty) Lewoniuk e 12 compagni, martiri in Polonia
S. Feliciano di Foligno (157-251), Vescovo e martire
S. Sabiniano, Martire († sec. III)
S. Babila, Vescovo e martire in Siria († 250)
S. Esuperanzio, Vescovo di Cingoli nelle Marche († cc sec. V)
B. Paola Gambara Costa (Brescia,1463 – Binaco,1515), Terziaria francescana
BB. Gugliemo Ireland, sacerdote S.J, e Giovanni Grove, domestico, Martiri († 1679)
B. Giuseppe Timoteo Giaccardo (1896-1948), Presbitero della Famiglia Paolina

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Christus vincit,Christus regnat,Christus imperat.
Jesus Christus, heri et hodie, ipse est in saecula!

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1818, Francois de Larderel scopre l’energia geotermica. In visita in Toscana, il chimico francese scopre i soffioni geotermici e sviluppa il metodo per utilizzarne l’energia. In suo onore la località verrà chiamata Larderello.

compleanni
1914 Aaron Neville
1941 Neil Diamond
1949 John Belushi
1960 Nastassja Kinski

proverbio
Chi cammina il mondo tutto vede, e chi resta a casa non lo crede

accadde oggi
1924 San Pietroburgo, città russa, viene ribattezzata in onore del leader Lenin col nome di Leningrado

frase celebre

“La natura ha delle perfezioni per mostrare che è l’immagine di Dio, e dei difetti per mostrare che ne è soltanto l’immagine”
Pascal, Pensieri

consiglio
Seta
Se avete macchiato con olio uno dei vostri capi in seta, ricoprite la macchia con una goccia di trementina. Quando il liquido sarà evaporato, ponete un foglio di carta assorbente sul rovescio della stoffa e passatevi il ferro caldo

cosa vuol dire
Essere come San Tommaso
Non credere finchè non si hanno le prove
Locuzione che risale al Vangelo di San Giovanni: San Tommaso rimane incredulo davanti agli apostoli che gli raccontano di aver visto Gesù risorto. Ci crederà solo 8 giorni più tardi, quando Cristo riappare agli apostoli

consiglio per terrazzo orto e giardino

Tosatura
Questa operazione si addice alle specie a fogliame minuto, come il bosso e il ligustro, mentre è controindicata per quelle a foglie ampie, come il lauroceraso e l’aucuba, le cui mutilazioni non sono belle a vedersi. L’uniformità della siepe deve essere parzialmente sacrificata quando essa è costituita da arbusti da fiore, per comprensibili motivi. Si rinuncia logicamente anche all’asportazione dei rami sfioriti quando a essi fanno seguito bacche ornamentali, come nella piracanta, nella mahonia, nel biancospino.

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