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Dialogo tra un sognatore vecchio ed una idealista giovane (11): Dell’attualità

sicilia tasche vuoteDopo circa un anno, nel quale sono stata impegnata a completare gli studi, mi capita di appassionarmi all’attualità e cosa incontro?

Cosa?
Il  Crocetta furioso, contro tutti e contro tutto, ma soprattutto contro il Commissario dello Stato. Cosa è accaduto di tanto grave?
E’ accaduto che il Commissario dello Stato ha impugnato, come è sua facoltà, ed in un certo senso, suo dovere,   alcune parti, di una legge licenziata dal Parlamento Siciliano, che, a suo giudizio, confliggerebbero con la Costituzione.

E di che legge si tratta
Della legge di Bilancio, o, come si usa dire oggi, della Legge di stabilità.

Scusi l’ignoranza, ma cos’è la legge di bilancio
La  legge che autorizza il governo a riscuotere le entrate, tasse e ributi,  e a pagare le spese, o uscite. Se manca queto strumento, tutta l’attività si blocca.

E allora?
Allora, bisognava  pensarci prima. Tuttavia va precisato che il Commissario, che è dello Stato e non  del Governo comr per le Regioni a Statuto ordinario, è un organo terzo che deve impugnare, anche e le leggi licenziate dal  Parlamento nazionale e gli atti del Governo, che a suo parere, contrasterebbero con le garanzie costituzionali riconosciute alla Sicilia dallo Statuto. Ma di questo si tace.

Per ignoranza o per mala fede?
E chissà; io propendo per ignoranza, ma non escludo nulla.

Per questo Crocetta è furioso: tutta la attività è bloccata. Ma di chi la colpa? Dell’ignoranza?
Ma,  probabilmente, i suoi esperti non gli hanno spiegato a sufficienza che impunare una norma licenziata dal Parlamento regionale, non significa cassarla: vuol dire, semplicemente, chiedere alla Corte costituzionale, che è organo terzo, di pronunziarsi.

Crocetta invoca la mancanza dell’Alta corte
Mancanza  di memoria storica. Non gli hanno spiegato neppure che essa esisteva nei primi anni della Repubblica, quando la Consulta, benchè prevista, non era, ancora, stata costituita. Una volta costituita, assorbì, nell’anno domini 1957, con propria declaratoria, visto che il Parlamento non nominava i membri di sua competenza, le funzioni dell’Alta Corte. E finora ne ha svolto le funzioni, senza che nessuno le disconoscesse o negasse la legittimità delle sue decisioni.

Allora confusione istituzionale.
O demagogia.

In ogni caso come se esce?
Attendendo che la Corte si pronunci: nessuno sa, al momento se il Commissario ha torto o ragione, perchè l’impugnativa è solo una interpetrazione di parte.

E nell’attesa?
Nell’attesa il Presidente ha la facoltà di promulgare lo stesso la legge con le parti impugnate: Lo Statuto lo consente, giacchè all’art .29, che mi risulta tuttora vigente, al comma 2 così recita: decorsi trente giorni dall’impugnazione, senza che al Presidente regionale sia pervenuta da parte delle Corte Costituzionale, sentenza di annullamento, le leggi sono promulgate ed immediatamente pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Regione.

E se la Consulta, quale organo terzo, dovesse pronunciarsi in favore delle tesi del Commissario?
Si caducano gli effetti prodotti dagli articoli impugnati.

Molto rischioso.
Il Sommo poeta avrebbe detto: qui si parrà la tua nobilitate:
il Presidente, non ha hiesto i voti ed è stato eletto, direttamente dai siciliani per rivoluzionare il modo di fare politica e di governare? Lo dimostri con gli atti concreti, non con le declamazioni plebee; non doveva segnare una dscontinuità con l’azione dei precedenti governi?
Come pensa di fare le Rivoluzione, sensa assumersi responsabilità
?

Ma ha pubblicato la legge senza le parti impugnate.
Gà, come tutti i suoi predecessori. In questo modo riconosce al Commissario dello Stato un potere di veto che non ha. Ha ceduto, come da lunga prassi, parte della sovranità parlamentare ad un funzionario, per quanto importante, dello Stato. Che bella rivoluzione!

Si è sentito tradito, sembra di capire, perchè ci sarebbero stati contatti, informali, durante l’iter della legge.
Peggio ancora. La cessione di sovranità, in queto caso sarebbe avvenuta in forma clandestina. Altro che trasparenza.

Ed ora cosa succederà.
Che la leggee entrerà in vigore snza le parti impugnate e la Corte non si pronuncerà, perchè è venuta meno la materia del contendere: non sapremo mai chi aveva ragione.

E la telenovella continua. Come possiamo concludere questa chiaccherarta?
Se prima, ai tempi della prima Repubblica, come si usa dire oggi, il vecchio potere democristiano, come abbiamo già potuto notare nei precedenti dialoghi, si fondava du un’aurea medietas, ogi siamo all’aenea mediocritas: che tradotto per i contemporarnei che conoscono la lingua dei barbari, suona pressappoco così :dalla politica della ragionevolezza siamo passati al regno della mediocrità; o dei demagoghi.


On. Tanino Virlinzi

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