La Chiesa Madre
Nel 1766, sulla superficie prospiciente all’attuale Piazza Umberto I, furono iniziati i lavori per la costruzione della nuova chiesa Madre che fu completata nella prima metà dell’Ottocento; essa si erge a tre navate con cupola e torre campanaria (realizzata nel 1837). Intitolata a Maria Santissima Assunta in Cielo, presenta una pianta a croce latina con schema basilicale.
La facciata principale in stile neo-classico, opera dell’architetto terranovese Giuseppe Di Bartolo Morselli nel 1844, presenta una composizione architettonica articolata in doppio ordine sovrapposto, fortemente rilevato al centro con colonne aggettanti per tre quarti, con ordine dorico alla base e ionico superiormente; nella parte superiore spiccano il frontone adornato di acroteri e la croce oltre ad una placca litica ovoidale con in bassorilievo lo stemma mariano. Due profonde nicchie nel piano superiore, dove sono collocati due vasi, contribuiscono a dare alla facciata stessa una nota di gaiezza.
Nella Madrice si trovano diverse pale dipinte del Settecento e dell’Ottocento (Tresca e Vaccaro sono alcuni degli autori), un notevole dipinto su tavola del 1563 che raffigura il Transito di Maria attribuito a Deodato Guinaccia, alcuni affreschi, tre monumenti (8) e un grande organo del 1939 con 31 canne di facciata, disposte a cuspide; nella canonica, interamente ricostruita nel 1988, sono conservate diverse tele raffiguranti i parroci della chiesa e il Cardinale Panebianco, nonché due pregiate icone, dipinte su tavola con fondo in oro raffiguranti Maria SS. d’Alemanna (o della Manna) con Bambino, patrona di Gela la cui festa ricorre l’8 di settembre, e la Madonna col Bambino attaccato al seno materno.
Infine, nell’archivio sono conservati antichi documenti cartacei, nonchè i registri di morte, battesimo e matrimonio a partire dal 1500.
La Chiesa di San Biagio
All’interno del recinto del cimitero monumentale di Gela, nelle immediate vicinanze della Biblioteca Comunale e contigua alla chiesetta di S. Nicola da Tolentino, esiste la chiesuola rurale di S. Biagio, da tempo sconsacrata, databile forse ad epoca bizantina; particolarmente interessanti risultano il basso abside, la facciata principale con l’ingresso e il rosone e, all’interno, l’arco trionfale a sesto acuto.
La chiesa di S. Biagio fino al 1873 faceva parte dei beni della Commenda del Principe di Capua; il 3 luglio dello stesso anno fu incamerata dal Demanio dello Stato e successivamente nel 1899 acquistata dal Comune di Gela con la somma di ottocentolire. Aperta al culto fino al 1910, dopo la relativa sconsacrazione, fu adibita a lavatoio per il contiguo ospizio di anziani e poi a camera mortuaria prima di essere completamente abbandonata.
La chiesuola, ridottasi per la vetustà alle sole mura perimetrali, dal 1981 al 1985 ha subito diversi interventi di consolidamento e sistemazione con finanziamenti della Soprintendenza Regionale ai Beni Ambientali e Architettonici e del Comune di Gela. Durante la prima ristrutturazione andò perduta una caratteristica mattonella rossa, posta sopra l’ingresso Sud, con impresso l’anno 1099.
Oggi la chiesetta di S. Biagio è adibita a sala per mostre e conferenze.
La Chiesa dei Cappuccini
La chiesa dei PP. Cappuccini di Gela, relativamente alla navata centrale, fu edificata nella metà del XIII secolo, mentre le navate laterali di Nord e Sud furono aggiunte rispettivamente nel 1935 e nel 1962.
Nella chiesa si conservano, oltre a diverse antiche statue, un pregiato polittico settecentesco con cornici in legno intarsiato, un’artistica custodia del Divinissimo del XVII secolo, un dipinto su tavola del 1700 raffigurante la Graziosa vergine degli Ammalati , probabilmente opera di Luigi Borremans, e un dipinto attribuito al Paladini (Santa maria della Porziuncola); inoltre, nell’attiguo convento si osserva un dipinto (il Beato Bernardo da Corleone) attribuito ad un pittore della scuola di Guido Reni.
La chiesa dei Cappuccini è dedicata al culto della Madonna delle Grazie la cui festa ricorre il 2 di luglio.
La Chiesa del Carmine
Fu edificata a Gela assieme all’attiguo convento (quest’ultimo dal 1866 sede della Caserma dei Carabinieri) nei primi decenni del Settecento sullo stesso sito dell’antica chiesa dell’Annunziata del 1514; nel suo interno si conservano, oltre a diverse pale dipinte ed un’acquasantiera del 1571, un Crocifisso del XV secolo, ritenuto miracoloso dalla devota popolazione gelese, un pregiatissimo dipinto su tavola, su fondo oro, della Crocifissione e un organo del 1917 senza canne di facciata con 9 registri.
La festa della Madonna del Carmine ricorre il 16 di luglio.
La Chiesa del Rosario
La chiesa dei SS. Salvatore e Rosario di Gela è stata edificata ad unica navata con torre campanaria (del 1810) tra il 1796 e il 1838 sui ruderi di un’altra del XVI secolo; nella cella campanaria, il cui tetto è ricoperto da piastrelle di maiolica colorate, esiste una campana del 1606. La facciata principale, tutta a pietra viva senza intonaco, non presenta nessuna linea architettonica di rilievo, tant’è che si è convinti che essa non fu mai completata; stessa cosa non si può dire per l’interno dove esistono stile e forma architettonica dei primi dell’Ottocento.
Nella chiesa sono conservate diverse pale dipinte, una Via Crucis (1971) del pittore gelese Salvatore Solito, alcuni affreschi, una pregiata acquasantiera e un piccolo organo della seconda metà del XVIII secolo, incluso in un elegante complesso decorativo, con 29 canne di facciata, disposte in tre campate a forma di cuspide, e 10 registri.
Recentemente sotto il pavimento sono venute alla luce diverse antiche sepolture gentilizie. La festa del SS. Rosario ricorre il 7 di ottobre.
La Chiesa di San Francesco d’Assisi
La chiesa di S. Francesco d’Assisi fu edificata a Gela ad unica navata nel 1659 sui resti di un’altra risalente al 1499; in essa predomina il tardo barocco siciliano ed esistono diverse tele attribuite allo Zoppo di Gangi (la vita di S. Francesco) e al Paladini (il Martirio di Santa Orsola) e al D’Anna (la Deposizione del 1768) oltre ad un’acquasantiera in marmo del XVI secolo probabilmente opera dei Gagini, un gruppo di statue lignee settecentesche e due monumenti marmorei.
Recentemente sono venuti alla luce diversi antichi affreschi e sono stati rimesse in luce le antiche dorature degli altari. La chiesa è dedicata al culto dell’Immacolata Concezione, la cui festa ricorre l’8 di dicembre.
La Chiesa di San Francesco di Paola
Denominata anche Chiesa del Santo Padre, questo edificio di culto, assieme al contiguo Orfanotrofio “Regina Margherita”, già convento, fu edificato a Gela ad unica navata e torre campanaria nel 1738 dai PP. Minimi di S. Francesco di Paola.
La facciata della chiesa è caratterizzata da un elegante portale in tardo stile barocco su cui sovrasta lo stemma dell’ordine religioso del santo. Nell’interno si conservano diverse statue e alcuni dipinti del Settecento.
Attiguo e comunicante con la chiesa è l’Orfanotrofio Regina Margherita di Gela, un edificio settecentesco con ampio cortile interno, in origine convento dei Padri Minimi, che oltre ad aver ospitato stabilmente delle orfanelle è stato pure sede dell’asilo infantile e di diverse scuole.
La Chiesa di S. Agostino
Edificata ad unica navata a Gela nel 1439 assieme all’attiguo convento e con la facciata in stile neo-classico realizzata nel 1783, la chiesa conserva diversi dipinti e statue del XVII secolo ed una splendida acquasantiera in marmo del 1541 attribuita ad Antonio Gagini; notevole è anche la Cappella dei Mugnos, antica e nobile famiglia terranovese, del 1613 tutta in intaglio di travertino con colonne tortili e frontone spezzato. La chiesa di Sant’Agostino è dedicata al culto di San Giuseppe la cui festa ricorre il 19 di marzo.
Fonte: www.comune.gela.cl.it
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