Celebrazioni religiose, culturali, musicali e artistiche
Numerosi sono i momenti religiosi che calendarizzano i vari appuntamenti. La festa principale è la festa del Santo Patrono, San Leonardo Abate, celebrata la seconda domenica di agosto. Un’apposita commissione organizza gli appuntamenti devozionali, ricreativi, culturali, musicali e artistici. La festa di San Leonardo Abate è una festa soprattutto degli emigrati e dei turisti che provengono da ogni parte dell’Isola. I festeggiamenti sono conclusi con i fuochi d’artificio di mezzanotte.
L’appuntamento estivo è particolarmente sentito da molti emigrati che in questo periodo approfittando del piacevole clima ritornano al paese d’origine e dai loro perenti.
La ricorrenza liturgica di San Leonardo Abate è il 6 novembre.
La terza domenica di settembre è dedicata alla Compatrona di Serradifalco, la Madonna Addolorata. Questo appuntamento è una festa popolare molto sentita: il simulacro della Madonna viene accompagnato lungo le vie cittadine fino alla Cappella di Marici, una piccola cappella che riassume il completo significato di quel luogo di culto tradizionalmente vivo nella mente dei minatori che si recavano a lavoro, ancora con il buio.
“e passannu di sta chisuzza di marici, li surfarara si facivanu la cruci”
“cu lu scuru vaiu e cu lu scuru vignu”
Chiesa Madonna del Rosario, detta di San Francesco
La chiesa, prima Matrice di Serradifalco, la cui fondazione è stabilita al 1653 e aperta al culto solo tre anni dopo, si presenta ad una sola navata e costruita sopra un piano rialzato, costituito da sette
scalini, per consentire la disposizione di una cripta seminterrata, della quale rimane una precisa documentazione (tra le tante sepolture, infatti, si ricorda quella della duchessa Antonia Gaetani, moglie di Leonardo Lo Faso La Grua, morta nel 1739).
L’edificio presenta una sola entrata e sulla chiave del portale venne sistemato lo stemma feudale dei Lo Faso, posto in epoca successiva, nel 1665.
La facciata, priva di volute, è divisa in superiore e inferiore da un largo cornicione aggettato di linee multiple; è scandita da quattro lesène con capitelli ionici che poggiano su pseudo plinti quadrangolari.
L’ordine superiore, invece, presenta, oltre alle lesène, una finestra ad arco e alle estremità due nicchie, con cimosa, che ospitano le statue della Madonna delle Grazie e di San Francesco di Paola.
Il tutto è completato da un frontone ad arco, sormontato da cimosa e da una croce, ospitante entro tre archi minori tre campane del 1892.
Ai lati del frontone furono poste le statue di San Giovanni Evangelista con il libro dell’Apocalisse su cui giace l’Agnello e Sant’Antonio di Padova con il Bambino in braccio.
L’interno ospita al centro, davanti l’altare maggiore, entro una nicchia, la statua della Madonna del SS. Rosario col Bambin Gesù in braccio, che stringono, ognuno nella propria mano, la corona del rosario.
Secondo il canonico Pulci, la statua è opera dell’artista Vincenzo Genovese e datata al 1862, secondo il prof. Galletti è un’opera riconducibile allo scultore agrigentino Calogero Cardella (1834-1921).
Le pareti laterali ospitavano quattro cappelle laterali, di cui due sono state eliminate e le superstiti ospitano a tutt’oggi le statue di Santa Germana di Cousin e San Francesco di Paola, opere di autori ignoti.
Vi si ammirano inoltre due grandi quadri dove è raffigurata la Concezione della Vergine Maria, quadri posseduti in origine dalla Confraternita del SS. Sacramento e datati al 1898.
Chiesa Madre San Leonardo Abate
Fondata nel 1740, venne aperta al culto solo nel 1791, come ci ricorda la lapide dedicatoria posta nel 1845 sopra l’acquasantiera destra.
La sua consacrazione risale al 9 novembre 1845 ad opera del primo vescovo della diocesi di Caltanissetta, Monsignor Strommillo.
La chiesa fu intitolata a San Leonardo Abate che divenne il patrono della cittadina.
Una sua statua lignea è presente sull’altare maggiore (opera dello scultore palermitano Giancarlo Viviano e datata al 1662), che nei primi anni di vita del paese era posta sull’altare maggiore della chiesa detta di San Francesco.
La facciata è su due ordini, suddivisi da un largo cornicione aggettato di linee multiple. La parte inferiore presenta sopra i due ingressi minori, ognuna entro una propria nicchia, le statue di San Leonardo e della Vergine Addolorata, mentre sopra il portale centrale si ammira la “Pietà” in bassorilievo dell’artista Leopoldo Messina.
L’interno presenta una sola ampia navata con transetto trasversale. L’ornamento della Matrice è datato al 1811.
Le lesène distribuite sopra i pilastri del presbiterio e ai lati delle cappelle si rifanno al gusto neoclassico con le scanalature al fusto e l’ordine composito del capitello.
La trabeazione, perimetrale a tutta la navata e al transetto, si svolge in un doppio ordine distinto da una fascia.
Pannelli nel coro e nelle cantorie, fasce e listelli nell’abside, nella cupola e per tutta la navata ospitano stucchi a linee simmetriche di rametti e ghirigòri originati da vasi stilizzati centrali, che offrono un intreccio di tardo gusto rococò provinciale.
Sempre al 1811 si datano sul tetto a botte ibassorilievi raffiguranti:
– il sacrificio di Isacco
– Mosè e il popolo che raccolgono la manna
– Giacobbe dormiente, insolitamente rappresentato con la penna in mano
Le quattro vele che sostengono la cupola presentano in bassorilievo i quattro evangelisti.
La cantoria di destra presenta, sempre in bassorilievo:
– il Buon Pastore con la pecora sulle spalle
– Gesù col pane in mano
La cantoria di sinistra, invece:
– la partorienza della regina Visgarda per intercessione dell’eremita Leonardo
– San Leonardo che libera dalle catene i prigionieri.
Nel 1928, sotto l’impulso dell’arciprete Difrancesco, si volle colorire il tempio già profuso di stucchi dal 1811. Per l’opera fu chiamato il maestro Leopoldo Messina, pittore palermitano, che diede dei ritocchi opportuni in oro zecchino sugli stucchi e dipinse a muro due grandi quadri ai lati del coro, raffiguranti:
– Gesù sull’asina che entra a Gerusalemme e il popolo osannante con rami di palme e ulivo
– Gesù e i fanciulli
Inoltre, l’artista palermitano dipinse su tela il Battesimo di Gesù, destinato a troneggiare sopra il fonte battesimale, fonte in marmo bianco donato dal signor Ignazio Mulè, concittadino emigrato in America.
L’ultimo restauro interno della Matrice risale al 2006, durante il quale è stato spostato l’altare centrale e posto sotto la cupola centrale ed è stata rifatta la pavimentazione.
Sotto l’altare centrale è visibile un sacro e prezioso reliquiario con immagini relative alla vita di San Leonardo. Esso contiene, secondo la tradizione, reliquie del Santo protettore Leonardo e di diversi santi, come per esempio S. Vito, S. Pasquale Baylon, S. Chiara d’Assisi, etc.
All’interno dell’edificio sono sepolti il IV duca Francesco Leonardo Lo Faso e padre Felice Migliore, mercenario, morto in odore di santità, le cui spoglie vennero traslate da Roma per vivo interessamento dell’insegnante Leonardo Panvini.
All’interno trovano posto le statue del Sacro Cuore di Gesù, la seicentesca statua della Madonna delle Grazie in stile barocco, San Pio da Petralcina, Santa Teresa di Gesù, San Francesco d’Assisi, Santa Lucia e il SS. Crocifisso con la Madonna Addolorata.
Chiesa Immacolata Concezione
Don Ignazio Maria Lo Faso, secondogenito del III duca Leonardo Lo Faso La Grua, non avendo diritto alla successione ducale, fonda il Ramo Cadetto, ossia la generazione dei Lo Faso avente diritto al ducato in caso di estinzione di quello agnatizio. In funzione di questo titolo fece edificare intorno al 1750 la chiesa del Ramo Cadetto con tutto lo sfarzo di una dinastia, che stesse a nobile confronto col tempio ducale della Matrice che si stava innalzando. Per l’esecuzione di questa nuova chiesa, intitolata all’Immacolata Concezione, si provvide all’abbattimento dell’antica chiesa delle Vanelle, intitolata alla Madonna delle Vanelle, questa ormai danneggiata, come ci riportano le fonti storiche, dall’infiltrazione delle acque di scolo di una fontana che le sorgeva accanto.
La facciata è contemporanea agli stucchi interni per i motivi che si ripetono sul portale e sulla finestra soprastante. Il campanile quadrangolare è tronco. La non completezza forse è da attribuire alla sospensione dei lavori, poiché nel 1755 moriva il figlio del Duca, erede al Ducato, Francesco Antonio. Il campanile, forse incompleto per determinazione, testimoniò il troncamento immaturo. Sul portale esterno è posta una corona di marchese; essa conferma che gli stucchi interni come la facciata furono eseguiti dopo il 1760, anno in cui l’abate don Ignazio, fondatore della chiesa, ottenne il titolo di marchese di San Gabriele.
La decorazione interna è di gusto tardo barocco. Al suo interno vennero posti quadri, entro quattro cappelle laterali, del pittore palermitano Vito D’Anna, eseguiti tra il 1752 e il 1756. Per il duca il D’Anna realizzò i quadri, tutte olio su tela, dell’Immacolata Concezione, di San Giuda Taddeo, di Sant’Ignazio di Loyola e San Francesco Saverio in atteggiamento ascetico davanti al simbolo dell’Eucarestia, di San Luigi Conzaga e San Stanislao Kostha ai piedi della Madonna col Bambino.
Ai lati dell’altare maggiore verranno poste due pregevoli statue a tuttotondo, sorrette da mensole a modo di nuvolette, raffiguranti la Fede, con l’elmetto, e la Carità. Queste pregevoli opere sono opera della scuola serpottiana e datate al 1770.
Sull’altare maggiore domina la statua dell’Immacolata Concezione, restaurata nel dicembre 2011.
L’ultimo restauro della chiesa è stato eseguito nell’anno 2006.
Chiesa del Collegio di Maria
La chiesa ad una sola navata, consacrata a Maria dei Sette Dolori, con annesso collegio, nasce su un corpo di case donate dall’arciprete don Francesco Lio.
La bolla di fondazione porta la data del 1° Agosto 1817 ma i lavori iniziarono l’anno seguente.
Maria Addolorata divenne ben presto la compatrona di Serradifalco nonché protettrice dei minatori, secondo la passione vissuta ogni giorno dalle madri e dalle spose nel lasciare partire mariti e figli per la via delle miniere e attendere ansiosamente il ritorno a sera.
La facciata della Chiesa del Collegio è datata al 1932. La si volle modificare su progetto di Leopoldo Messina.
L’artista collocò sul portale dell’edificio il bassorilievo della Madonna Addolorata, a mezzobusto, con due angeli in preghiera ai lati e creò un campanile a vela frontale con tre archi.
Tutta la chiesa è un’opera d’arte. Le pitture presenti sul tetto a botte e sulle pareti sono anch’esse frutto dell’artista palermitano Leopoldo Messina.
Il tetto presenta entro dei riquadri, incorniciati da elementi ornamentali e vegetali :
– due figure femminili angeliche alate che sorreggono un clipeo, entro il quale è posta la dicitura latina “Magna est velut mare contritio tua” ossia “la tua contrizione è grande quanto il mare”. Ai lati, invece, si ha la presentazione di Gesù al tempio con Maria che ascolta la profezia di Simeone e la deposizione del corpo di Cristo nel sepolcro.
– nella parte centrale del tetto si rappresenta la Vergine Addolorata assunta in cielo trafitta in petto da un pugnale, la fuga della Sacra Famiglia in Egitto e Gesù deposto dalla croce .
– la Via Crucis del Cristo con la Madre piangente in ginocchio , Gesù posto in croce con la Maddalena ai piedi di essa e S. Giovanni che consola la Mater Christi
– avvicinandosi verso l’abside il tutto è coronato dall’ ostensione di Gesù Cristo Eucarestia e ai lati di suddetto riquadro due angeli in volo.
Il presbiterio reca entro riquadri rettangolari figure angeliche che suonano strumenti musicali e cantano in processione con lunghe candele accese, una che reca un incensière e l’altra una croce posta su lunga asta di ferro.
Lungo le pareti dell’unica navata sono raffigurati episodi relativi alla fanciullezza di Maria e di Gesù.
Sull’altare maggiore domina la statua della Madonna Addolorata, trafitta da pugnale. Le cappelle laterali invece ospitano San Pasquale Baylon, Santa Rita, Santa Agnese e la Sacra Famiglia.
Chiesa Della Madonna Del Carmelo
Sorgerà nei primissimi anni del ‘700 come chiesetta cimiteriale.
Ab origine verrà consacrata alle Anime Sante del Purgatorio e intorno al 1869 il titolo verrà cambiato in Maria SS. del Carmelo.
Fu costruita senza tante pretese, come ci testimonia la facciata esterna, e arredata di un solo altare perché cimiteriale.
La chiesa ospita al centro, sopra l’unico altare esistente, la statua della Madonna del Carmelo e lungo le nicchie laterali quelle di San Calogero e Sant’Antonio; di fronte a quest’ultime due statue si ammira il meraviglioso quadro delle Anime Sante del Purgatorio.
Fonte: www.comune.serradifalco.cl.it
Check Also
A Caltanissetta nasce “Miniera” festival che ribalta ricordo negativo delle zolfare
Un festival che è legato intimamente al territorio ma che per una volta fugge storie …