Chi ha tempo non aspetti tempo
“Al tramonto della vita saremo giudicati sulla carità”. Così scrisse S. Giovanni della Croce, commentando le parole del Vangelo, nelle quali Cristo affermò che nell’ultimo giorno avrebbe considerato come suoi coloro che lo avessero riconosciuto con la fede e circondato di carità nei più piccoli dei suoi fratelli, accogliendolo in essi come ospite, ricoprendolo nudo, visitandolo infermo e carcerato, soccorrendolo nella fame e nella sete. Questo, con santa e infaticabile attività, operò fino a tarda età Anna Maria Adorni, la cui vita fu un completo ininterrotto dono di carità verso le membra più umili di Cristo. Anna Maria Adorni nacque il 19 giugno 1805 a Fivizzano, in provincia di Massa Carrara; il padre Matteo e la mamma Antonia Zanetti erano pii cristiani e quattro giorni dopo la nascita fecero rigenerare in Cristo la figlia col battesimo, educandola poi secondo gli insegnamenti della fede. Rimase orfana di padre all’età di quindici anni e, assieme alla madre, si trasferì a Parma, dove sposò, nel 1826, Antonio Domenico Botti, addetto alla casa ducale di Parma, e gli generò sei figli. Di questi ben cinque morirono in giovane età tranne uno, Leopoldo, che successivamente divenne monaco benedettino (morì l’11 marzo 1892). Il 23 marzo 1844 rimase vedova del marito, che aveva circondato di vero amore. Lo pianse piamente, ritenendo la sua morte come via della volontà di Dio, attraverso la quale condurre finalmente una vita consacrata a Dio solo. Tuttavia non entrò in alcun Istituto religioso; per consiglio del confessore, intraprese un cammino di carità a sollievo specialmente delle carcerate, per le quali fu in Cristo madre e sorella. Le avvicinava con umiltà, le ascoltava con affabile serenità, le consolava con parole ed aiuti, le ammaestrava con gli insegnamenti della fede, le innalzava con la speranza e la preghiera alle cose celesti, in modo tale che il carcere sembrava cambiato in un convento. Aderirono alla sua opera un gruppo di giovani e di donne di fede che condividevano il suo stesso ideale, formando la “Pia unione delle dame visitatrici delle carceri”, approvata dalla duchessa di Parma Maria Luigia. Affittarono un appartamento dove nacque l’istituto del “Buon Pastore”, per accogliere le donne appena uscite dalle carceri ed aiutarle a reinserirsi nella società e per assistere le giovani e le bambine abbandonate. Inoltre Anna Maria Adorni, il 1° maggio 1857, fondò, con altre otto compagne, la congregazione delle “Ancelle della B.V.M. Immacolata”; nel 1859 pronunciò con esse i sacri voti privati di castità, obbedienza e povertà e con nuovo saldissimo voto religioso consacrò la vita al recupero delle donne cadute, alla tutela delle pericolanti, alla materna assistenza delle derelitte e delle orfane. Date sapienti Regole al nuovo Istituto, fu nominata superiora delle Sorelle. Le precedette con gli esempi di tutte le virtù e soprattutto di una intensissima carità, ammirevole per l’ attività e totale donazione di sé nelle cose più difficili e più umili. Il 25 marzo 1876 il Vescovo di Parma, mons. Domenico Maria Villa, erige canonicamente in Congregazione religiosa l’istituzione di madre Adorni; le Regole vennero confermate il 28 gennaio 1893 dal suo successore, Andrea Miotti. Tutta la vita fu esercizio di intensa carità, con cui Anna Maria si sforzò di imitare il Salvatore, il quale “ci amò e diede la sua vita per noi”. Ebbe come fonte inesauribile di amore la comunione con Dio, alla cui presenza sempre camminò. Come essa stessa confessò in vecchiaia, già da molti anni Dio le aveva concessa la grazia di non distogliersi mai dall’intima comunione con Lui, in modo tale che, benché piena di occupazioni, dedita all’educazione delle fanciulle, impegnata in colloqui ed occupata da affari di ogni genere, mai si dimenticò di Dio presente in lei. “Se c’è stata nella vita una persona felice quella sono io”, diceva con sicurezza madre Anna Maria Adorni, pur avendo sofferto molto per la morte del marito e dei suoi figli. Il 26 gennaio 1893 madre Adorni è colpita da emiplegia al lato sinistro; il 28 gennaio 1893 riceve solennemente il Santo Viatico; il 7 febbraio 1893, alle ore 19, spira serenamente, assistita da due Suore che ne videro il volto illuminato per circa 20 minuti. Il 22 ottobre 1913 la salma di madre Adorni viene trasportata dal cimitero cittadino alla cappella dell’istituto delle Ancelle. Il 27 marzo 2010 Papa Benedetto XVI ha riconosciuto un miracolo avvenuto grazie all’intercessione di madre Adorni (la guarigione dall’encefalite letargica del settantaduenne di Brugnera, Giuseppe Buttignol, padre di una suora della congregazione). Anna Maria Adorni è stata beatificata domenica 3 ottobre 2010 a Parma in una cerimonia presieduta da mons. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, in rappresentanza di Papa Benedetto XVI.
Oggi si celebrano anche:
_ San Riccardo
_ Beato Pio IX
_ Beato Rizziero della Muccia
_ Martiri francescani di Siroki Brijeg
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Jesus Christus, heri et hodie, ipse est in saecula!
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440, Ippocrate di Coofonda la medicina razionale e la deontologia medica. Il medico greco (460-377 c.a.C.) fonda la scienza medica come disciplina basata sulla razionalità e sulla diagnosi obiettiva del malato cui debba seguire una terapia. Compone anche il primo codice di deontologia medica, rimasto inalterato sostanzialmente fino ai giorni nostri
compleanni
1952 Vasco Rossi
1953 Francesco Salvi
1985 Tina Majorino
Argenti e ori non fanno uomini migliorifrase celebre
“Più l’arte è controllata, limitata, lavorata, e più è libera”
Igor Stravinskij, Poetica musicale
consiglio
Divani
I divani di cuoio si puliscono sfregandoli con un albume montato a neve o con un panno imbevuto nel latte fresco. Lasciate asciugare e lucidate con un panno morbido
cosa vuol dire
Essere un Adone
Essere un uomo bellissimo
Secondo la tradizione greca, derivata da un culto fenicio, Adone era un giovane bellissimo, che venne ucciso dal Dio Ares per gelosia, essendo Adone amato da Afrodite. Nell’antica Atene, esistevano i “Giardini di Adone”, che erano vasi di coccio in cui venivano seminate piante a rapida crescita e altrettanto rapida morte
consiglio per terrazzo orto e giardino
Rastellare, aerare, rullare il prato
In alcuni prati, sotto le zolle sollevate dal gelo, l’acqua piovana, o proveniente dalla neve disciolta, dapprima ristagna facendo marcire le radici e poi, quando defluisce o evapora, lascia chiazze vuote o secche; occore intervenire prima che ciò accada, quando il terreno non è ancora troppo impregnato di umidità , con una ripetuta rullatura che ristabilisca l’aderenza delle cotica allo strato sottostante. Nel caso che si siano già verificati dei vuoti, si procede alla tecnica del rappezzo, col trapianto di zolle o con terriccio misto a semente.
accadde oggi
1899 viene inaugurata la ferrovia elettrica tra Monza e Milano
1964 i Beatles arrivano a New York per il loro primo tour americano
1998 a Nagano (Giappone) si inaugurano i diciottesimi giochi olimpici invernali