Le emissioni di gas serra stanno aumentando più rapidamente del previsto e gli effetti del cambiamento climatico toccano anche gli animali e la loro riproduzione. A dirlo è il Wwf, che ha sottolineato come con il clima cambiano anche le abitudini, migratorie e riproduttive di molte specie, soprattutto gli uccelli. La deposizione anticipata delle covate in risposta ai cambiamenti climatici è ampiamente documentata: le urie nord-americane hanno anticipato la riproduzione di 24 giorni nell’arco di 10 anni; i fringuelli inglesi anticipano la data di riproduzione al crescere della temperatura primaverile.
Sono molte le specie che con i cambiamenti del clima hanno alterato il successo riproduttivo: i pinguini delle Galapagos sono diminuiti del 50% dal 1979 a causa dei prolungati fenomeni del Nio e conseguenti bassi livelli di riproduzione; le berte cuneate australiane non hanno avuto cibo sufficiente per i pulcini nel 2002 a causa dell’innalzamento della temperatura del mare. Uno studio ha monitorato con osservazioni satellitari quattro colonie di pinguini imperatore in Antartico: ebbene, alcune di esse hanno spostato il loro sito tradizionale di riproduzione negli anni 2011 e 2012 in cui lo strato di ghiaccio che usualmente utilizzavano tardava a formarsi, per l’aumento delle temperature. In questo caso i pinguini hanno utilizzato la banchisa polare.