Ricomincio da tre

Se qualcuno ancora avesse dei dubbi questa è la dimostrazione ultima che abbiamo smesso di essere cittadini: siamo sudditi. Ciò che conta è il principio non scritto esplicitamente, ma del quale si hanno ripetute dimostrazioni empiriche in base al quale lo Stato può pretendere qualsiasi cosa, potendo contravvenire con decisione unilaterale alle norme, poste da se stesso in omaggio all’eleganza sintattica. Da tempo l’inflessibilità dello Stato nei confronti di violazioni meramente formali, dava sospetto. Così come le sanzioni, del tutto sproporzionate, per infrazioni sempre più spesso dettate dalla necessità. Credo che a questo punto sia necessario porre fine all’ipocrisia di leggi alle quali si deroga ogni qual volta lo si ritenga opportuno. Si abbia il coraggio di abrogare formalmente il principio della trasparenza democratica, si vada avanti con i continui saccheggi e si formalizzi il nuovo regime che brutalmente si è per la terza volta imposto. Si rassicurino i potenti, al popolo va bene così. Non c’è spazio qui da noi per chi non sa stare al proprio posto, le personalità indipendenti sono perturbanti. Parole nuove, nuove narrazioni, non interessano a nessuno. Etienne de la Boétie ha spiegato i meccanismi della servitù volontaria: ogni essere umano aspira alla libertà, ma chi non ha mai conosciuto la libertà come fa a capire che la propria condizione di schiavitù non è il frutto della necessità o della natura ma solo quello della dominazione violenta e ingiustificata? E dunque è giunta l’ora dell’agnizione: Berlusconi, monarca da tempo immemore della fu Repubblica, si mostri pure in tutto il suo fulgore. Togli pure la maschera Silvio, i nevi ti deturpano.


Gabriella Grasso