sabato , Gennaio 18 2025

16 marzo: San Giovanni (Jean) de Brébeuf

Quello dell’oste è sempre un invito interessato
Giovanni, al secolo Jean, de Brébeuf nacque il 25 marzo 1593 nel castello feudale di Condé-sur-Vire, nella diocesi di Bayeux in Francia; discendente di una antica famiglia, nobile e cavalleresca. Aveva 20 anni quando l’8 novembre 1617, entrò nel Noviziato dei Gesuiti a Rouen e dove il 25 marzo 1622 a 29 anni esatti, fu ordinato sacerdote. Dopo tre anni, nell’aprile 1625 s’imbarcò con altri missionari gesuiti a Duppe, per il Canada, in quell’epoca colonia francese, raggiungendo Québec il 19 giugno. In questa immensa terra si fece notare per la sua anima eroica e generosa, tanto è vero che le Suore Orsoline di Québec, lo chiamavano “personificazione della grandezza e del coraggio”. Per cinque mesi accompagnò gli Indiani Algonchini, attraverso le foreste nevose di quell’inverno e anche se non convertì nessun Indiano, poté apprendere la loro lingua, componendo un dizionario e una grammatica e facendosi comunque amare ed ammirare da loro. Nel mese di marzo 1626, Giovanni de Brébeuf riuscì ad imbarcarsi su una canoa degli Uroni e con la loro flottiglia risalì il fiume S. Lorenzo e da lì poi nel fiume Ottawa, aggiungendo, dopo trenta giorni, il territorio degli Uroni dove risedette per tre anni in completa solitudine, sia di territorio, sia di approccio con questo popolo, a cui a stento riuscì a battezzare qualche bimbo in fin di vita. Riuscì comunque a scrivere nella loro lingua un catechismo, che diventò un saggio raro di quel linguaggio, scomparso con l’annientamento degli Uroni qualche decennio dopo. Per i noti motivi politici e coloniali, la città di Québec e la colonia francese, passarono agli inglesi e i missionari cattolici, a malincuore, dovettero lasciare il Canada e ritornare in Francia. Dopo il Trattato di S. Germano del 29 marzo 1632, con il quale la Francia riebbe il Canada, anche i Gesuiti ripresero le loro missioni; padre Giovanni de Brébeuf ritornò fra gli Uroni a condividere quella desolata esistenza. Alla fine del 1636 una malattia epidemica scoppiò nel villaggio, sembra proprio nella misera capanna dei missionari (i meno immunizzati, naturalmente, a tanta sporcizia e mancanza d’igiene), diffondendosi alle capanne vicine e poi all’intero villaggio e a quelli dei dintorni; estendendosi a macchia d’olio, seminando morti in quantità, specie bambini. I padri Gesuiti, ancora convalescenti, presero ad aiutare tutti, dando prova ed esempio di cristiana carità; nonostante l’avversità degli stregoni che li ritenevano responsabili dell’epidemia. In particolare padre Giovanni de Brébeuf, anche quando rivestì la carica di Superiore della Missione, sopportava con ammirevole pazienza e con il sorriso sulle labbra, gli insulti, le offese, le lividure e le ferite, che gli Uroni gli infliggevano, sempre aizzati dagli stregoni; sempre primo a svolgere i compiti più gravosi, ad alzarsi la mattina e accendere il fuoco e l’ultimo a coricarsi. Dal 1637 i suoi coraggiosi e tenaci tentativi di evangelizzazione cominciarono a dare i primi frutti, al punto che nel 1649, anno in cui morì, gli Uroni battezzati erano settemila.

Oggi si celebrano anche:
SS. ILARIO e TAZIANO, Martiri – Patroni di Gorizia –
S. Papas, Martire in Persia († sec. IV)
S. Giuliano, Martire in Cilicia († 249)
S. Eusebia, Badessa di Hamay-sur-la-Scarpe († cc 680)
S. Eriberto di Colonia (cc 970-1021/22), Vescovo
B. Giovanni de’ Sordi Cacciafronte (cc 1125-1181), Vescovo e martire a Vicenza
BB. Giovanni Amias e Roberto Dalby, Sacerdoti e martiri († 1589)

************************************************
Jesus Christus, heri et hodie, ipse est in saecula!
 
^^^
1862, Niklaus Riggenbach inventa la ferrovia a cremagliera. L’ingegnere svizzero (1817-1899) realizza il sistema (già sperimentato dall’inglese John Blenkinsop, 1783-1831, per i treni merci) che consiste in una rotaia centrale dentellata sulla quale si muove una ruota dentata del treno, in modo che la ferrovia possa superare pendenze superiori del 6%, limite dell’attrito delle ruote metalliche con le rotaie

compleanni
1940 Bernardo Bertolucci
1949 Erik Estrada
1951 Kate Nelligan
1964 Flavia Fortunato

proverbio
Bisogna fare a giova giova

accadde oggi
1736 muore a Napoli il compositore Giovan Battista Pergolesi, autore della “Messa in Fa maggiore” e dello “Stabat Mater”
1977 dopo 10 giorni di chiusura viene riaperta l’Università di Roma, presidiata dalla polizia
1990 il Sudafrica annuncia che i leader del movimento antirazziale esiliati, potranno tornare in patria

 
consiglio per terrazzo orto e giardino
La semina
Per condurre a buon fine una semina indoor, bisogna disporre di un ambiente adatto, del tipo veranda riscaldata e ventilata. L’interno di una casa non può essere considerato un ambiente adatto. Meglio piuttosto una piccola serretta da porre sul balcone.

frase celebre
“Per sapere se un pensiero è nuovo, non c’è che un mezzo: esprimerlo con la massima semplicità”
Vauvenargues, Pensieri diversi

consiglio
Per un ottima digeribilità
Meglio evitare l’accostamento delle castagne con la carne, salumi e formaggi.

cosa vuol dire
Peggio che andare di notte
Situazione giunta ad un punto critico tale che diventa sempre più pericolosa
Il modo di dire è legato al concetto di rischio che comportava una volta girare per le strade di notte, quando mancava l’illuminazione ed i malfattori potevano agire con una certa sicurezza. Avventurarsi di notte era quindi pericoloso al punto da essere ritenuto il male peggiore che si potesse augurare

Check Also

29 marzo: Santi Simplicio e Costantino

Dopo il santo fondatore di Montecassino, il patriarca s. Benedetto, i primi suoi quattro successori …