Roccalumera, paese della costa jonica, situato a pochi chilometri da Messina e da Taormina, ha una popolazione residente di 4.121 abitanti, che nel periodo estivo diventano 20.000, grazie alle strutture recettive, rappresentate per lo più da case di villeggiatura.
Ha, inoltre, il vantaggio di essere sede di svincolo dell’Autostrada Messina-Catania.
A questo flusso turistico è legata anche l’economia del paese che si basa su attività commerciali di sostegno ed al servizio del turista.
Gli eventi più importanti che già da qualche anno vengono riproposti, per lo spessore turistico-culturale che li caratterizzano sono:
Sagra del Verdello – Premio Nazionale “La Zagara d’oro”
Anche questo avvenimento riveste notevole importanza per il ritorno d’immagine rappresentato dalla conoscenza e diffusione di un prodotto tipico locale, il limone “verdello”, che è una produzione esclusiva di Roccalumera e che si ottiene mediante un procedimento particolare.
Nell’ambito della manifestazione, giunta alla 13° edizione, sarà tenuto un convegno sul verdello come valorizzazione del patrimonio agricolo–culturale e la consegna del 11° premio nazionale “La zagara d’oro” ad un personaggio che si è contraddistinto in campo nazionale.
Estemporanea di pittura e scultura di artisti contemporanei
Questa manifestazione rappresenta senz’altro un momento culturale di grande spessore in quanto mette in risalto talenti di artisti della zona che si cimentano in opere di notevole valore artistico.
Trekking intercomunale dell’amicizia – Equiraduno della Riviera Jonica
Si tratta di una manifestazione che coniuga le bellezze paesaggistiche della nostra zona con lo sport equestre ed in particolare con il trekking di campagna. La manifestazione è ormai giunta alla 3° edizione e riveste importanza di carattere regionale perché coinvolge le maggiori associazioni equestri del settore siciliane. Si svolge nell’arco di tre giornate ed offre agli oltre 100 partecipanti l’opportunità di conoscere la riviera jonica percorrendo dei tragitti che valorizzano i tanti beni culturali che si trovano nel nostro territorio.
Oltre agli eventi sopradescritti il calendario delle manifestazioni estive contiene anche altre manifestazioni molto seguite, in particolare rappresentazioni teatrali, serate musicali, sfilate di moda etc.
Infine si fa presente che Roccalumera è dotato di una struttura in grado di contenere fino a 5.000 persone, con ampio parcheggio annesso che consente l’organizzazione di manifestazioni che richiamano grande presenza di pubblico.
Le manifestazioni sopra descritte rappresentano un forte richiamo a livello turistico ed un incentivo alla realizzazione dell’obiettivo che l’Amministrazione si pone, cioè quello di accrescere l’offerta turistica del paese, esaltando nel contempo le caratteristiche territoriali, culturali ed economiche del paese.
Cenni Storici
Etimologicamente, Roccalumera deriva dal cognome della famiglia La Rocca, il cui castello si può ammirare a Nizza di Sicilia, e dal nome della contrada “Lumera” o “Alumera”, cosiddetta per la vicinanza delle miniere di Allume.
Paolo La Rocca, cavaliere di S. Giacomo della Spada, sposò, sul finire del ‘500, Caterina Settimo Paruta, da cui ebbe un figlio, Giovanni, che a sua volta sposò Isabella Lanza Abbate, vedova di Antonio Colonna Romano, barone di Fiumedinisi.
Isabella ereditò dal marito defunto, come feudo, il bosco di S. Michele, un tempo territorio di Fiumedinisi, portandolo in dote al marito. Fu dunque per effetto di questo matrimonio che il La Rocca riunendo i due territori limitrofi. Dette origine alla terra di Roccalumera.
Il primo proprietario del feudo di Roccalumera è stato il il marchese Pietro Rocca e Lancia nel 1627 per privilegio di Filippo IV, il quale è stato anche principe d’Alcontres nei Bruzi. Per successione il feudo giunge a Caterina, pronipote di Pietro Rocca, unica erede, andata in moglie a Michele Ardoino, marchese di Floresta e principe di Palizzi in Calabria. A seguito dei nuovi lasciti ereditari i borgo passa dagli Ardoino ai Moncada, per avere Flavia Ardoino (nipote di Michele) sposato Vincenzo Moncada, primogenito del principe di Calvaruso.
Il titolo di marchese di Roccalumera, aveva fra le sue attribuzioni il sedere nel Parlamento siciliano, fruire del mero e misto impero, ossia esercitare il diritto di grazia e giustizia, tanto da nominare direttamente persino i magistrati.
Il nucleo originario del paese divenne il borgo di San Michele, già abitato nel corso del XIII secolo, epoca a cui risale l’omonima chiesetta. Roccalumera, durante il feudalesimo, fu sotto il dominio di vari feudatari: La Rocca, Ardoino e infine Stagno. Dopo la costruzione dell’Universitas, a “Roccae Alumarie”, comprendente l’odierna Nizza di Sicilia, fu concesso il titolo di Marchesato.
Successivamente nel 1816, come gran parte delle Ex Universitae baronali di Sicilia, divenne comune autonomo con l’attuale denominazione.
L’Antica Filanda
La manifattura della seta rappresentò un tempo la principale attività di Roccalumera. Erano attive due filande a vapore, una a monte, di fronte l’attuale posta, ora demolita, l’altra sul lungomare, ancora esistente, di cui è visibile la ciminiera in mattoni.
Entrambe risalenti ai primi del ‘900, pare che siano rimaste attive sino al 1945/1946.
L’attuale filanda si compone di un ampio edificio a due piani di forma rettangolare. Una serie di finestre ad arco si aprono sul ballatoio in ferro lungo tutta la costruzione. Nella parte retrostante si innalza la ciminiera in mattoni.
Il ciclo produttivo comprendeva cinque fasi: la macerazione, per ammorbidire i bozzoli, immersi in acqua saponata ad una temperatura di 60°, la scopinatura, per estrarre i capifilo dalle bave, la taratura, per unire le bave al fine di formare il filo di seta. Dopo queste tre fasi il filato veniva riunito in matasse con l’aspo. La seta grezza poteva così essere tessuta al telaio o sottoposta a due lavorazioni al filatoio: la binatura e la torcitura. L’ultima fase consisteva nella sbiancatura e tintura della seta.
CHIESA DELLA MADONNA DELLA CATENA
L’edificazione risale al 1893, fu ricostruita successivamente ed ingrandita nel 1937. La chiesa fu costruita su un impianto a croce latina: sulla sinistra si trova un altare dedicato al Sacro Cuore di Gesù, sulla destra è possibile ammirare un dipinto che raffigura S. Teresa del Bambino Gesù. Il soffitto a cassettoni è decorato al centro con dei rosoni.
La festa della Madonna della Catena si svolge la prima domenica di settembre con la processione lungo le strade del paese.
CHIESA DELLA MADONNA DEL CARMELO
Costruita nel 1938, è la principale parrocchia di Roccalumera. L’interno è costituito da tre navate delimitate da colonne. L’altare è in marmo rosa con quattro colonne laterali più grandi e quattro più piccole al centro in stile corinzio. Sulla sommità dell’altare, ai lati, sono scolpiti due angioletti in marmo. Nella navata di sinistra si trova un grande crocifisso in legno di rinomato valore Lungo tutte le pareti si possono ammirare i dipinti raffiguranti la Via Crucis.
Il 16 Luglio di ogni anno si svolge la festa dedicata alla Madonna del Carmelo all’interno della quale si svolge la processione a mare.
CHIESA SANTI COSMA E DAMIANO
La Chiesa domina dall’altro la frazione di Sciglio.
La celebrazione dei due fratelli, uno medico e l’altro farmacista santificati per le loro doti taumaturgiche, ricorre l’ultima domenica di settembre nella frazione di Sciglio. Un culto antico, particolarmente sentito, che raccoglie fedeli da diverse zone limitrofe.
CHIESA S.ANTONIO DI PADOVA
La chiesa è dedicata al santo patrono di Roccalumera.
La festa ricorre il 13 giugno con la messa solenne nella Chiesa delle Suore Cappuc- cine, la benedizione delle orfane e la distribuzione del pane azzimo benedetto ai fedeli.
CHIESA DEL SS. CROCIFISSO
Fa parte della parrocchia della Madonna della Catena e risale al 1700. È ubicata nella piazzetta del quartiere Baglio, sovrastata da un piccolo campanile ed un portale in pietra bianca. All’interno si trova un crocifisso un legno di pregevole fattura ed un altare con tarsie marmoree. Adiacente la chiesetta è situata la villa dello scienziato Stanislao Cannizzaro; un tempo annessa alla villa, la chiesa era riservata come cappella privata.
CHIESA DELLA MADONNA DEL ROSARIO
Nella Frazione Allume si trova la Chiesa della Madonna del Rosario, risalente al 1600, che costituisce uno splendido esempio di Barocco Siciliano. In cima alla collina si possono ancora vedere i ruderi di una chiesa più antica: la Chiesa di San Michele.
La ricorrenza si celebra la prima domenica di ottobre nella frazione di Allume. La festa ci conserva integra nella su solennità religiosa: nel pomeriggio si svolge la processione che percorre le stradine del centro collinare.
CHIESA DI S. MICHELE
Si tratta di una chiesa ad unica navata con volta a botte in muratura di cui esistevano solo la parte absidale e porzioni di muri perimetrali. Al fine di scongiurare la perdita dei ruderi superstiti, si è proceduto ai lavori di restauro, finanziati dall’Ass.to Reg.le BB.CC.AA. e P.I., consistenti nel consolidamento della muratura nella parte absidale, la ricostruzione delle porzioni di muri perimetrali mancanti, la realizzazione di una copertura, il rivestimento in marmo dell’altare, il nuovo portone in castagno ed una finestra. I lavori di restauro, iniziati il 12.09.2001, sono stati ultimati in data 6.06.2002. La chiesa di S. Michele ritorna ad essere luogo di accoglienza e di preghiera. L’eloquente silenzio delle casette accanto, ormai ridotte in muri cadenti, rende ancor più suggestivo il risorto sacro edificio e crea una magica e mistica atmosfera. Dal posto elevato si può abbracciare la vallata, dove si adagiano Allume, Sciglio, Roccalumera e l’occhio può seguire un lungo tratto della costa jonica e di quella calabra.
La Torre Saracena
Antica torre di guardia, comunemente detta “Torre Saracena”. La costruzione risale probabilmente all’inizio del ‘400 e non è improbabile che l’aggettivo “saracena” stia per significare “torre antica”.
Le funzioni della torre, costruita nei pressi della spiaggia, erano di avvistamento, di prima difesa e all’occorrenza offriva rifugio ai contadini qualora ci fossero incursioni dei pirati. Le segnalazioni di pericolo si effettuavano di giorno con il fumo, e di notte con il fuoco acceso in apposite padelle. Alla torre si accedeva tramite una scala a corda. Scomparso il pericolo dei pirati, la torre fu adibita a torre telegrafo e metteva in comunicazione la contrada detta “Zia Paola”, nome derivato dalla locanda dove i viandanti solevano fermarsi per rifocillarsi, posta sulla Marina di Pagliara, con la cittadina di Barcellona, poco distante da Messina.
Nel 1578 la “Torre saracena” presentava una struttura con un tetto conico, due lucernari sulla parte superiore, una porticina d’ingresso al di sopra della zoccolatura e, di fianco, alla stalla per il “cavallaio”, visibile ancora oggi.
Dopo il 1830 furono aperte, nella parte superiore, due finestre a sesto acuto in pietra bianca e il tetto fu arricchito da una notevole merlatura che fungeva da terrazzo. La “Torre saracena” è divenuta nel tempo il simbolo di Roccalumera.
Salvatore Quasimodo le fu particolarmente legato, dedicandole la poesia “Vicino ad una Torre Saracena per il fratello morto”, riprodotta su una lapide di marmo posta alla base della torre.
Fonte: www.comune.roccalumera.me.it