giovedì , Aprile 25 2024

“Uomini di buone maniere ma di cattive abitudini”

parlamentari-messa-papa-DEBORAH BERGAMINIMolti di noi avrebbero voluto essere al Vaticano per osservare le facce dei politici, accorsi in massa all’incontro con il Papa, mentre ascoltavano, certamente esterrefatti, le sue parole. Niente di quanto era accaduto finora, da Roma capitale, passando per i Patti Lateranensi, per tutti i discorsi dei papi che da allora si sono succeduti sul soglio di Pietro, poteva far loro balenare il sospetto che all’incontro, cercato e atteso, sarebbero stati accolti a pesci in  faccia, come peccatori qualsiasi, anzi peggio, perché “i peccatori pentiti sono perdonati, i corrotti no, perché rifiutano di aprirsi all’amore”.  Neppure un piccolo premio per l’inaudita levataccia a cui li ha costretto con questa sua mania di dire messa all’alba e per la corsa in auto blu in una Roma già sull’orlo della crisi di nervi per la visita di Obama.  Sì ci devono essere rimasti veramente male, visto che erano proprio loro i destinatari di quelle parole che non erano come le solite verba generalia da appiccicare a qualcun altro, il vicino, l’avversario, il cattivo di turno.

Una lezione di coerenza quella del papa, niente di meno di quanto va predicando dal primo giorno del suo insediamento, nessuna strizzata d’occhio a ladri, corrotti, mafiosi, pavidi; l’orario e il metodo erano quelli soliti delle messe mattutine a cui ci ha abituato; unica concessione, visto l’alto numero di presenze, San Pietro invece della cappella di Santa Marta; le parole risuonavano schiette, senza infingimenti, senza la melassa con cui da sempre i nostri politici sono blanditi da gerarchie ecclesiastiche pronte sempre a tagliare nastri e a perdonare qualunque marachella agli uomini di potere!  Chissà se hanno preso atto  che la musica, forse, è cambiata e che quelle parole quaresimali erano diretti proprio a loro, oppure se hanno pensato che possono continuare a fregarsene  perché, come al solito, per chi crede basterà un esame di coscienza,  un atto di costrizione, un pateravegloria, un atto di fede e poi avanti, come se nulla mai fosse accaduto, tornarsene impunemente a rubare, a corrompere e a farsi corrompere, a calpestare il sangue della gente che li ha eletti e li mantiene,  pur di conservare integro il malloppo che hanno saputo conquistarsi, perché si sa che alla fine futti futti  Diu pirduna a tutti. Usciti dal Vaticano, come c’era da aspettarsi, molti tra i politici, notoriamente pii e altrettanto notoriamente plurindagati, si sono affrettati a diffidare i soliti cattivi giornalisti a non strumentalizzare le parole del pontefice!

A scanso di equivoci il papa ha voluto tradurre in una lingua moderna l’abusato evangelico “sepolcri imbiancati” , li ha chiamati “uomini di buone maniere ma di cattive abitudini” e davanti ai nostri occhi si è materializzato un corteo infinito di boiardi di stato, di regione, di province, di comuni piccoli e grandi, grandi aziende di stato e municipalizzate, che immeritatamente acciuffano  compensi milionari ma, non soddisfatti del molto, fanno la cresta su tutto quello che passa dalle loro mani. E sono gli stessi che nelle loro divise di persone perbene, di uomini di buone maniere, sfilano a pontificare in modo impudente da tutti i talk-show, dalle piazze, dai giornali.

Cambierà qualcosa domani? Da buoni cattolici continueremo a dirci che se uno solo dei cinquecento si pente e si salva si sarà salvato il mondo? Poco male se gli altri 499 seguiteranno a fare quello che hanno imparato a fare così bene!

Franca Ciantia

 

 

 

 

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