Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo, alle 2:00 in punto, si tornano a spostare in avanti le lancette di un’ora, per quello che in molti probabilmente considerano uno tra gli appuntamenti più amari dell’anno: l’arrivo dell’ora legale. Avremo un ora di sonno in meno, è vero, ma cercate di ricordarvi che lo facciamo per una buona causa: risparmiare energia, e quindi inquinare meno. Sapere che aiuterete la natura basta a consolarvi? Ecco allora un po’ di storia, e qualche curiosità, che forse vi aiuteranno ad apprezzare un po’ di più l’ora legale.
Come nasce l’ora legale
Per la maggior parte della sua storia, l’uomo ha semplicemente seguito il ritmo del sole: sveglia all’alba, e a letto poco dopo il tramonto. È solo con la nascita della società industriale, e la diffusione degli orologi, che le nostre attività giornaliere hanno smesso di seguire il ciclo mutevole delle stagioni, fissandosi su un orario condiviso e convenzionale. Per la prima volta, l’umo si trovava a sprecare ore di luce dormendo la mattina, per poi sprecare energia (o meglio candele) per illuminare la notte, in attesa di prendere sonno. Per comprendere l’inefficienza di queste nuove abitudini ci volle una delle più grandi menti del diciottesimo secolo: Benjamin Franklin, l’inventore del parafulmine e delle lenti bifocali, ma anche autore (non a caso probabilmente) del famoso adagio inglese: “Early to bed and early to rise, makes a man healthy wealthy and wise“ (Presto a letto e presto alzato, fan l’uomo sano, ricco e fortunato). Elaborata una soluzione, Franklin la pubblicò nel 1784 sul Journal de Paris, incitando la popolazione di Parigi ad adottarla: bastava spostare in avanti le lancette dell’orologio con l’arrivo dell’estate, così da svegliarsi un’ora prima, approfittare delle giornate più lunghe e risparmiare candele. Come capita a molte grandi idee però, all’epoca rimase inascoltata.
La guerra
Perché la proposta di Franklin trovasse finalmente il successo che meritava ci volle più di un secolo, e l’aiuto di uno dei più grandi incubatori di idee della storia umana: la guerra. Nel 1907 infatti l’ora legale venne ripescata dal costruttore inglese William Willet, trovando in breve tempo terreno fertile grazie alle esigenze di risparmio energetico dettate dallo scoppio della Grande guerra. Nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera all’adozione del British Summer Time, imitata in breve tempo da molti altri paesi d’Europa. Tra i paesi che seguirono l’esempio inglese c’era anche l’Italia, dove il nuovo orario estivo rimase in vigore fino al 1920, per poi essere riproposto nuovamente durante la Seconda guerra mondiale, più precisamente dal 1940 al ’42, ed entrare poi definitivamente in vigore a partire dal 1966. Dal 1996, l’ora legale venne adottata con un calendario comune in tutta Europa.
Ma fa davvero risparmiare?
Stando ai dati diffusi dalla società energetica Terna, l’adozione dell’ora legale genera risparmi energetici che solo nel 2010 sono stati calcolati intorno agli 85 milioni di euro, mentre per il 2013 avrebbero raggiunto i 90 (complice l’aumento delle tariffe). Visti i numeri, c’è chi propone di pensionare definitivamente la vecchia ora solare, per adottare l’ora legale 365 giorni l’anno. Tra i maggiori promotori dell’iniziativa c’è la Codacons, che da anni porta a supporto della sua battaglia i risultati di un sondaggio del 2008, in cui l’80% degli italiani si sarebbe detto d’accordo al pensionamento dell’ora solare.
Come sempre però, il troppo stroppia…
Uno dei pochi paesi ad abolire veramente l’ora solare è stata la Russia, con un provvedimento del 2011. Può sembrare strano, ma la motivazione con cui l’allora presidente Dmitrij Medvedev fece passare la nuova legge è che il cambio di ora nel corso dell’anno causerebbe stress nella cittadinanza. A prescindere dalle motivazioni, sulle prime tutto dopo il cambio di orario tutto sembrava andare per il meglio. L’idillio però durò fino all’arrivo del primo inverno, quando i cittadini di Mosca si accorsero di colpo che il sole da loro sorgeva intorno alle 10 di mattina, mentre a San Pietroburgo faceva capolino addirittura alle 11 passate. Dopo tre inverni passati a svegliarsi nel pieno della notte, ora sono in molti ad aver capito che anche con il risparmio non si deve esagerare, e a chiedere a gran voce il ripristino della cara, vecchia, ora solare.
Ed esistono anche gli scettici
Anche gli americani comunque sembrano avere i loro problemi con l’ora legale. Dal 2005 infatti, la sua durata negli Stati Uniti è stata allungata fino a otto mesi, precisamente dalla seconda domenica di marzo alla prima di novembre. Secondo gli scettici, quella che è stata spacciata come una manovra ecologista dal governo sarebbe in realtà una bieca operazione speculativa, promossa dalle cosiddette “lobbie del tempo libero”, produttori di barbecue, di attrezzature sportive, di materiale per il “fai da te”, che hanno tutto da guadagnare dall’anticipare l’entrata in vigore dell’ora legale. Allungando prima le giornate, gli americani hanno infatti più ore di luce da dedicare ai loro passatempi preferiti: mangiare, giocare a golf, e fare del bricolage. Secondo Michael Downing, autore di un libro dal titolo eloquente Spring Forward: The Annual Madness of Daylight Saving Time (anticipare la primavera: la follia annuale dell’ora legale), i presunti risparmi energetici sarebbero addirittura una montatura. Stando ai risultati di un recente studio sui consumi domestici degli americani, accusa Downing, l’ora legale produrrebbe in realtà un aumento dei consumi compreso tra l’1 e il 4%, a tutto vantaggio delle compagnie petrolifere.
by wired.it