Ho visto in singolar tensone un giullare e un intellettuale. I due assai hanno discorso della sancta simplicitas del Franciscus che fece con il Papa degradato due altri Papi: SANTI. Era la domenica in Albis, era la giornata della Divina Misericordia, Roma era invasa da pellegrini festanti e la televisione mandava in diretta mondiale l’evento della cattolicità: Papa Francesco santificava Giovanni Paolo II, l’amico di Pinochet e di Marcinkus che il New York Times definisce “a saint, he ain’t” e Giovanni XXIII…chi? Un altro Papa. Per centinaia di milioni di cattolici la doppia santificazione è stata ragione di grande gioia e di straordinaria festa, per pochi altri si è trattato di un processo disperatamente arcano. Abbiamo ancora bisogno dei santi? Ma soprattutto in quale giorno del calendario liturgico saranno collocati questi nuovi due, dato che il calendario liturgico è già tutto preso? Domande amene, suggestioni pretestuose se non che questi fatti hanno indotto a duello dialettico il nobel Fo e il missino Pietrangelo Buttafuoco, ribattezzato da Fo sputa fuoco. “Furbacchione” epigono della medianicità catodica e eccessivamente ammiccante alla massa dei beoni Francesco, per l’intellettuale missino/mirelliano nel cui cuore batte la fiamma tricolore, non arderebbe di fuoco sacro. Incarna questo Papa, a detta del valente filosofo che pare disprezzare il popolo più della mistifica ingenuità di chi ne approfitta, lo spirito del tempo. Conformista e buono a lisciare il pelo dell’ordine costituito al pari di una pop star, una icona perfettamente raffigurabile da Andy Warhol. “E’ una menzogna” ribatte allora l’anarchico naturale, è straordinaria l’immediatezza di questo successore di Pietro che nei gesti e nei modi ricorda quel poverello d’Assisi tanto oltraggiato dalla chiesa d’allora. Santo Francesco come Gesù nel tempio sbattè le proprie vesti sul selciato per scacciare i mercanti e i truffaldini. E l’autore della figlia del Papa così inneggia al neo Francesco. Ateo e rivoluzionario l’aedo del grammelot inneggia al modus del gesuita che venne dai confini del mondo e a nulla vale la beffarda irrisione dell’ennese dispregiator delle comuni genti che a “Napoleone a cavallo di fronte a Hegel” paragonò Bergoglio. Quando Hegel vide Napoleone a cavallo davanti all’esercito in parata disse: “Quello è lo spirito del mondo che monta a cavallo, un cavallo che porta su di se lo Spirito del mondo”. Questo è professore motivo di dileggio? Questo è motivo di disprezzo per chi appaga il desiderio popolare di sacralità? L’accusa che lei, egregio sofista, muove al Papa questa mi pare: offrire alla massa la possibilità che il Papa, pur essendo vicario di Dio in terra, agli ultimi si offre. E’ questa cosa tanto infamante? Se Hegel vivesse ai bei tempi nostri, questi di Berlusconi e Berlusconi bis, questi in cui l’involuzione dello spirito passa anche per i conati intellettualoidi dei ben pensanti, che a piacer proprio intendono la realtà e l’accadere e diversificano ciò che nella realtà si mostra a proprio intendimento cosa direbbe di lei, suo pari? Antropocentrizzare la realtà è compito di chi nell’uomo crede e se è vero che gli atei annoiano perché parlano sempre di Dio, i cultori del pensiero puro e della supremazia del gesto annoiano perché dell’uomo troppo spesso si dimenticano.
Gabriella Grasso
Link trasmissione LA7: OTTO E MEZZO
Lilli Gruber intervista Dario Fo e Pietrangelo Buttafuoco
Desideriamo anche segnalare la seguente news:
Pietrangelo Buttafuoco su “Il Foglio”: Evviva Mirello
Pietrangelo Buttafuoco, le primarie del P.D e…… Crisafulli
Pourparler del direttore:
Perché dare del fascista a qualcuno è insulto mentre comunista no?
è una domanda fatta e rifatta. La Cassazione ha stabilito che è lecito usare la parola “fascista” quando si esprime un’opinione politica su di qualcuno (“secondo me il premier è un fascista” per esempio si può dire), ma che è un insulto ingiustificato quando per dei motivi futili si dà del fascista ad un vicino di casa, perché maleducato e prepotente durante le riunioni di condominio.
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